Amore di Lambro
Il WWF ospita Legambiente


A quasi dieci anni dall’ultima edizione della mostra Lambroverde, promossa dal WWF lodigiano tra il 2001 e il 2004, si torna finalmente a parlare di Lambro in termini positivi. E’ successo la sera di venerdì 1 marzo alla sala Girona di Sant’Angelo Lodigiano, con la proiezione del docufilm “Ciar cume l’acqua del Lamber”, il film documentario prodotto da Legambiente nell’ambito del Contratto di fiume Lambro, e realizzato dalle giovani autrici e registe della Casbah film di Milano.
Occorreva una sensibilità tutta femminile per riparlare di Lambro in termini positivi: le questioni tecniche legate all’inquinamento nel film non mancano ma il filo conduttore è prettamente culturale. “Vogliamo far innamorare la gente del fiume” ha dichiarato Hulda Federica Orrù, una delle autrici presente alla serata. E come non innamorarsi nel vedere l’artigiano che lavora nel suo laboratorio con vista Lambro o il ragazzo che placido naviga il fiume di oggi, nonostante tutto? Come non innamorarsi nel vedere l’anziano pescatore che si commuove mentre parla del suo Lambro che non c’è più?
Cristoforo Vecchietti del WWF santangiolino, ha fortemente voluto questa serata per non spegnere l’attenzione sul criminale sversamento di petroli nel Lambro del 23 febbraio 2010, che riportò la qualità delle sue acque e del territorio indietro di molti anni. Ma anche per dare risalto a un’iniziativa davvero unica: il mezzo audiovisivo è perforante e Legambiente ha pensato di usarlo per riparlare di Lambro, producendo il film e distribuendolo gratuitamente a tutti i comuni lambrani, con lo scopo di diffonderlo attraverso proiezioni pubbliche e destare la sensibilità dei cittadini rivieraschi. Lorenzo Baio, responsabile di Legambiente Lombardia, ha infatti dichiarato che ormai gli abitanti del fiume gli hanno voltato le spalle come a voler rimuovere un elemento di disturbo alla vita quotidiana: inquinamento, degrado, rischio idraulico, sono tutte realtà che fanno male e che se possibile si occultano. “A Milano – ha spiegato Baio - in molti non considerano il Lambro un fiume, ma solo un recettore di acque reflue da allontanare dalla città”.
E qui nel Lodigiano, nella zona del basso Lambro, a che punto siamo? “Il Comune di Sant’Angelo - ha continuato Lorenzo Baio - ha firmato come altri il Contratto di fiume, ma il progetto stenta a partire nell’area sud, perché servirebbe qualcuno che faccia da referente”. Il Contratto di fiume (quello del Lambro si è avviato a marzo 2012 ed è possibile informarsi al sito www.contrattidifiume.it) è uno strumento di programmazione partecipata: enti pubblici, associazioni, aziende, cittadini, si uniscono per pensare a come vogliono che sia il loro fiume e attuano concretamente iniziative per realizzare questa visione; riduzione dell’inquinamento e del rischio idraulico, riqualificazione ambientale, diffusione della cultura dell’acqua sono il fulcro per tornare ad avere un fiume pulito e vivibile, che sia di nuovo una risorsa per il territorio.
La serata WWF-Legambiente è stata possibile grazie alla collaborazione di Pietro Domenichini di Legambiente San Colombano al Lambro.
Anche il neo Assessore all’ecologia Mario Vicini del Comune di Sant’Angelo, era presente e ha dato il suo apporto al ricordo di come era il fiume e come oggi lo si può osservare: “Vivo praticamente sulle rive del Lambro e ora vedo pesci e uccelli, ma vedo anche ribollii d’olio nelle acque”. Sollecitato da un’attivista WWF l’assessore Vicini ha anche dichiarato che “il Contratto di fiume è già sulla mia scrivania”.
Insomma, ancora una volta è possibile constatare che leggi e strumenti ci sono ma anche che occorre sensibilità dei politici e risveglio delle coscienze di tutti per riuscire ad avviare e concludere con successo i processi di sviluppo sostenibile.
Parlare bene di Lambro fa bene, e ora vedremo cosa si muove.
Anna Rizzi

IL PONTE - foglio d'informazione locale di Sant'Angelo Lodigiano