Diario di bordo
Sant’Angelo Calcio


Archiviata una stagione piena di dolori e amarezza, per il Sant’Angelo è arrivato il momento di voltare pagina. E di guardare avanti con un po’ di speranza, ripartendo dall’Eccellenza, dove dovrebbe ritrovare Fanfulla e Sancolombano, a meno di strani “giochini” con i giorni o di ripescaggi. Nelle ultime settimane la società è passata di mano: tramontata la sciagurata “era Quartaroli” (le ragioni del suo arrivo a Sant’Angelo restano un mistero), è iniziata la gestione di Simone Lucariello, giovane imprenditore milanese che per il momento ha promesso - molto - alla sempre esigente piazza barasina.
Le scorse settimane hanno visto anche l’addio di Marco Falsettini, che ha lasciato la panchina rossonera per accasarsi al Gozzano, compagine piemontese che milita in Serie D. Dopo una stagione piena di tribolazioni, l’allenatore milanese ha salutato con il suo solito garbo, lasciando intendere però che non avrebbe retto ancora molto alla situazione di incertezza che si respirava in riva al Lambro. A tutti i tifosi rimane il ricordo di un uomo perbene, che ci ha messo la faccia anche nei momenti più bui della stagione.
I primi passi della gestione Lucariello non sono stati semplicissimi. Il neo presidente si è trovato con una società da ricostruire, partendo praticamente da zero. Qualche frizione si è registrata con il Comune per la convenzione per lo stadio “Carlo Chiesa”: il tutto ha creato ovvia apprensione fra i tifosi e gli appassionati, perché l’unica casa del Sant’Angelo è il “Chiesa”.
Quanto avvenuto nell’ultima stagione e quanto registrato nelle scorse settimane, induce a tre riflessioni. La prima: le società, i giocatori, gli allenatori e i presidenti passano, rimane però indelebile l’affetto dei migliaia di santangiolini per la loro squadra. Proprio la tifoseria - e più in generale il mondo degli appassionati - rappresenta un valore aggiunto, sul quale fare affidamento per il presente e per il futuro. Seconda considerazione: il Sant’Angelo non è solo una squadra di calcio ma, alla luce del grande seguito, è una delle risorse più importanti della nostra città. E di questo occorre fare tesoro. Terzo: alla luce di quanto appena detto, il ruolo del Comune non può più essere solo quello di un “notaio-ragioniere”, ma deve essere più incisivo nell’interesse della città e degli appassionati (quanto avvenuto lo scorso anno, con lo stadio prima negato e poi concesso, speriamo non abbia più a ripetersi). Se è vero che una società di calcio è una realtà privata, è altrettanto vero che rappresenta un patrimonio collettivo e questo vale soprattutto a Sant’Angelo. Di questo ne devono essere consapevoli il nuovo presidente e gli amministratori comunali.
Lorenzo Rinaldi

IL PONTE - foglio d'informazione locale di Sant'Angelo Lodigiano