Due campanelli d’allarme per il Delmati,
in attesa di risposte dagli amministratori pubblici.
Il primo intervento ancora a mezzo servizio,
problemi anche per gli interventi in day surgery
Nel corso dell’estate i quotidiani locali hanno dedicato numerosi articoli all’ospedale Delmati di Sant’Angelo. Non sempre sono arrivate buone notizie e questo ci spinge a sollevare nuovamente l’attenzione sul nostro nosocomio. Sono due, in particolare, i campanelli d’allarme che a nostro avviso non vanno sottovalutati. Il primo riguarda l’ormai nota questione del punto di primo intervento (una sorta di pronto soccorso depotenziato). La riassumiamo brevemente: all’inizio dell’estate 2012 l’Azienda ospedaliera aveva ridotto gli orari di apertura del servizio (dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 16, in tutti gli altri orari e il sabato e la domenica il primo intervento era chiuso); di fronte alle proteste il direttore generale dell’Azienda ospedaliera aveva affermato che si trattava di un provvedimento temporaneo, finalizzato a garantire le ferie estive al personale. Ebbene, a distanza di un anno il provvedimento temporaneo è diventato permanente, perché a tutt’oggi il punto di primo intervento funziona solo dal lunedì al venerdì (dalle 8 alle 16), mentre in tutti gli altri orari e giorni della settimana è necessario recarsi al pronto soccorso di Lodi. E’ evidente che qualcosa non va.
Il secondo campanello d’allarme riguarda l’attività della day surgery (la chirurgia veloce). Lo scorso 19 agosto “il Cittadino” titolava: “Al Delmati ancora fermi gli interventi”. L’articolo spiegava che le operazioni in day surgery al Delmati erano parzialmente sospese a causa della carenza di personale infermieristico all’ospedale Maggiore di Lodi: in estrema sintesi, per garantire “ferristi” al nosocomio del capoluogo provinciale, ne venivano sottratti a quello di Sant’Angelo, con la conseguenza del blocco degli interventi pomeridiani. Tale situazione potrebbe ora protrarsi fino al termine del 2013. Una sala operatoria, poi, ci dicono essere ferma da tempo.
Non sappiamo quanti cittadini siano al corrente di questa situazione, ma di certo le ricadute (in termini di liste d’attesa) si faranno sentire su chi aspetta di essere operato.
Al di là dei problemi appena illustrati, la sensazione è che sul futuro del Delmati sia venuta meno la doverosa attenzione da parte dell’opinione pubblica locale e dei nostri amministratori, sia quelli che siedono nelle fila della maggioranza, sia quelli di opposizione. Tra le minoranze, a dire il vero, c’è chi ha sollevato in consiglio comunale il caso del primo intervento, ma - occorre ammetterlo con onestà intellettuale - finora i risultati raggiunti sono stati purtroppo deludenti, perché la situazione è la stessa di un anno fa. Negli ultimi giorni inoltre diversi lavoratori del Delmati (medici e infermieri) hanno espresso ai redattori del nostro giornale preoccupazione sul futuro del nosocomio, alla luce del suo reale utilizzo.
Non sembrano esservi infine progressi visibilmente avvertibili nel grande cantiere per la riqualificazione dell’ospedale, aperto ormai da troppi mesi e che copre in parte l’ingresso del nosocomio. Anche su questo aspetto gli amministratori locali possono fare di più per chiedere conto ai vertici dell’Azienda ospedaliera e poi riferire ai santangiolini.
Lorenzo Rinaldi
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