Le lettere pubblicate nella Posta sono quelle che trattano argomenti di interesse generale, nelle quali si possano riconoscere le istanze della cittadinanza. Le lettere vanno inviate all’indirizzo mail info@ilpontenotizie.it o lasciate nella cassetta delle lettere di Via Monsignor Rizzi.
La Ranera senza pista ciclabile
Buon giorno, vorrei sottoporre alla vostra attenzione un problema che mi sta molto a cuore.
Gli abitanti della frazione Ranera fra cui mio figlio e nipoti sono lasciati completamente al loro destino. E mai possibile che non si riesca a trovare una soluzione di pista ciclabile?
Spostarsi dalla Ranera al centro di Sant’Angelo è diventato un lusso a detta anche del sindaco Crespi il quale ha affermato di non avere i soldi pur ammettendo che il problema esiste.
Grazie e invio distinti saluti.
Domenico Gaudio
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Terreno in vendita alla Costa
Buongiorno, vorrei segnalare che sull’albo pretorio di Sant’Angelo Lodigiano è stata pubblicata la delibera comunale di vendita di un terreno che nella realtà è il passaggio pedonale. Esso collega via della Costa a via Bolognini permettendo ai pedoni di non rischiare di essere investiti dalle auto. Questa cosa sta passando nel più assoluto silenzio, nella delibera non c’è nemmeno menzione che si tratta di un passaggio pedonale ma ci si riferisce genericamente ad un “terreno comunale” senza dare riferimenti specifici. E’ indicato solamente “foglio catastale 12” che comprende tutto un quartiere. Vi chiedo cortesemente di diffondere questa notizia affinché i santangiolini sappiano cosa sta succedendo. Grazie per l’attenzione, cordiali saluti.
ca.rol@tiscali.it
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Problemi in ospedale
Sono una cittadina di Sant’Angelo e durante l’ultimo giorno della mia villeggiatura in Puglia sono caduta accidentalmente a terra provocandomi escoriazioni e gonfiori ad entrambe le ginocchia. Ho provveduto ai medicamenti, ma ho sottovalutato l’infortunio decidendo di non andare al Pronto Soccorso locale per accertamenti. Dopo un viaggio di ritorno di 10 ore mi sono accorta che il gonfiore ad un ginocchio era aumentato fino ad interessare anche il piede.
Il giorno successivo mi sono recata al Pronto Soccorso del mio paese per sottoporre il ginocchio ad un controllo. Mi ha accolto un infermiere che con sgarbati modi e toni mi ha proposto di andare dal mio medico di base. Dopo insistenze il mio ginocchio è stato osservato “a distanza” da un medico al computer che ha deciso una radiografia.
Scrivo questa lettera per rimarcare l’atteggiamento di insensibilità, indifferenza e maleducazione del personale del Pronto Soccorso non solo nei miei confronti, ma anche di altre persone che si trovavano lì per chiedere aiuto non certo per “oberare” di impegni l’unità operativa. Non credo che un cittadino debba sentirsi in colpa per ricevere ciò che gli spetta di diritto.
Stefania Senna
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Gli errori dei parcheggi a pagamento
Gentile redazione de “Il Ponte” facendo riferimento ad una precedente lettera da voi pubblicata qualche tempo fa riguardo al parcheggio di piazza Duca degli Abruzzi e alla recente decisione dell’Amministrazione Comunale di aumentare i posti a pagamento, ribadisco alcuni punti per cui la ritengo una presa di posizione errata:
- i parcheggi a pagamento nella piazza sono quasi sempre vuoti, mentre non si trova un posto libero gratuito;
- fra la tipologia di persone che sostano, oltre a chi fa brevi commissioni o si ferma per parecchie ore negli studi medici del centro, c’è una buona percentuale di pendolari.
Se il Comune vuole fare cassa anche con i parcheggi, si renda conto che non è certo qui che guadagna, oltre a creare disagi ai cittadini che pagano le tasse con pochi benefici in cambio.
Amministratori pensateci!
Lettera firmata.
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Scuola materna /1
Sto seguendo, sul “Ponte”, con attenzione la disputa circa la necessità di avere nel nostro paese una scuola pubblica che affianchi le due “private e storiche” esistenti.
Vi scrive una persona al di sopra di ogni sospetto perché i miei due figli sono grandi ed io non mi interesso (volutamente) né di politica né tantomeno delle convenienze ad essa inevitabilmente legate. Sono del parere che ogni residente (straniero o italiano) in uno stato laico e spero anche in un comune laico debba poter scegliere senza subire decisioni “precotte” legate a logiche diverse rispetto alle reali necessità. Per necessità non intendo solo le materiali ma soprattutto le formative ed educative che concorrono, dai primordi, alla costruzione della persona e della personalità.
Noto tristemente che manca in giro “l’onestà intellettuale” di scegliere ciò che eticamente è giusto e non conveniente a vari livelli.
Grazie per l’attenzione.
Caterina Avogadri
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Scuola materna /2
Vorrei rispondere alla lettera del sig. Sergio Ferrari, pubblicata su “Il Ponte” di Giugno 2013.
Mi presento: sono una insegnante della scuola dell’infanzia statale attualmente in pensione.
Ho svolto il mio ruolo presso una scuola materna statale di Lodi per 40 anni. Iniziavo la mie giornate con la recita di una preghiera “all’angioletto” che i bambini nell’arco dell’anno hanno imparato tanto che chiedevano poi ai genitori di recitarla anche la sera prima di addormentarsi.
Ti vorrei rasserenare, (concedimi il “tu” data la mia età potrei essere tua mamma) la scuola dell’infanzia statale (e non comunale) di cui il comitato si fa promotore sarebbe una valida alternativa alle due scuole già esistenti. Le insegnanti e il collaboratore scolastico sarebbero a carico della Stato, il Comune dovrebbe gestire il personale mensa e la manutenzione dei locali (visto che paghiamo le tasse e questo è un servizio).
Per ciò che riguarda il lavoro svolto dalle due scuole private, ho avuto e ho tuttora nipoti che le frequentano, mi congratulo con le insegnanti che sicuramente si impegnano per una positiva qualità del servizio.
Da anni nelle scuole statali sono nate le commissioni, io facevo parte della commissione raccordo (scuola dell’infanzia – scuola primaria), avevamo fissato vari incontri con le scuole private, che ci avevano dato la loro disponibilità, durante i quali si stabilivano alcuni progetti insieme (per es. il quaderno di passaggio). Questo per farti capire che le future insegnanti della scuola dell’infanzia statale di Sant’Angelo Lodigiano con le insegnanti delle scuole private potrebbero organizzare insieme progetti educativi per l’anno scolastico e unire le sezioni per i momenti forti dell’anno (inizio anno scolastico, S. Natale, carnevale, visite alle scuole primarie, festa di fine anno).
Spero di aver risolto i tuoi dubbi, credimi la scuola dell’infanzia statale è e rimarrà solo una valida alternativa.
Franca Scarioni
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Scuola materna /3
Sono una mamma di un bambino che frequenta la scuola dell’infanzia Santa Francesca Cabrini e di un secondo bambino che la frequenterà tra non molto, e “qualche” anno fa sono stata una felice bambina che andava all’asilo cattolico Santa Francesca Cabrini. Condivido i valori che la scuola cattolica propone e che ogni anno ci vengono presentati nel piano dell’offerta formativa. Non nutro alcun dubbio sulla qualità della scuola, delle insegnanti e della direzione. Non faccio parte del comitato per la scuola dell’infanzia pubblica. Dopo queste dovute premesse, vorrei provare a dare la mia risposta alla domanda “A chi serve veramente l’asilo pubblico?” sollevata nella lettera pubblicata sul numero di giugno de “Il Ponte”.
Ha ragione Sergio, autore della suddetta lettera, l’asilo pubblico serve a chi non condivide i valori della scuola cattolica: per fortuna viviamo in una Rupubblica Democratica in cui vi è libertà di culto. L’asilo pubblico serve alle famiglie che non vanno alla Santa Messa la domenica mattina e che coerentemente non vogliono un’educazione religiosa cattolica per i loro figli, serve a quelle famiglie che decidono di non sposarsi in chiesa solo per la “bella cerimonia”, ma scelgono un matrimonio civile. Forse l’asilo pubblico potrebbe anche servire a tutte quelle famiglie che non si riconoscono negli insegnamenti di apertura, accoglienza e gratuità messi in pratica con tanta passione e coraggio della nostra amata Santa Francesca.
Quindi è certo che l’asilo pubblico serve alle famiglie che non si riconoscono nelle scuole cattoliche, ma non vedo lo scandalo in tale affermazione; semmai lo scandalo sta nel fatto che da 30 anni diverse generazioni di genitori hanno tentato di creare una scuola dell’infanzia pubblica a Sant’Angelo e non ci siano mai riuscite!
Passando poi alla questione economica, ad esempio nelle scuole dell’infanzia pubbliche della città di Lodi le famiglie pagano solo i buoni pasto in base all’indice ISEE, ed in fascia massima si arriva a pagare circa 100 euro al mese (4.64 euro per ogni buono pasto, più 6.80 euro per assicurazione una tantum) contro i 165 euro (100 euro retta più 65 euro buoni pasto) della retta per la frequenza della scuola dell’infanzia Santa Francesca Cabrini.
Quindi l’asilo pubblico serve anche alle famiglie che vogliono risparmiare circa 65 euro al mese.
Ammettendo poi che il costo di costruzione/gestione della struttura sia la principale difficoltà di questo progetto, risulta comunque evidente che non ci sarà nessuna “decima” richiesta ai cittadini per realizzare il progetto (le opere pubbliche non si fanno con collette). Ammettendo la difficoltà di mettere a bilancio una tale operazione, occorrerà quindi lavorare per cercare le risorse presso gli enti territoriali e magari successivamente anche presso i privati che a Sant’Angelo sanno essere molto generosi!
In tutto ciò, restando irrisolta la questione centrale della libertà di scelta (o scelta consapevole) di mandare il proprio figlio in una scuola cattolica o laica, lo stato delle cose oggi obbliga tutte le famiglie di Sant’Angelo a mandare i propri figli in una scuola dell’infanzia cattolica. E quello che succede dentro a quella scuola cattolica è sorprendentemente bello, perché i nostri bambini, sotto la protezione delle insegnanti e delle suore, ci forniscono un esempio quotidiano di ecumenismo: mio figlio recita il Padre Nostro assieme al suo compagno mussulmano, ascolta la sua compagna originaria della Tunisia che gli spiega che “loro recitano preghiere diverse dalle nostre”, e comunque giocano e litigano allo stesso modo.
“Noi siamo l’anello mancante tra la scimmia e l’uomo civilizzato” (K. Lorenz) e quindi ci sono ancora speranze per le future generazioni!
Nicoletta Rizzi
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Scuola materna /4
Non credo che il problema sia la matrice Cattolica, queste due strutture per l’infanzia esistono da decenni e sono sempre state tutelate. Il problema si fa spinoso adesso perché non ci sono più soldi e il carico per le famiglie diventa insostenibile per cui ci si chiede come mai paghiamo fior fiore di tasse allo stato per non avere i servizi. La retta negli ultimi 3 anni è aumentata del 40%, non è certo una colpa che si fa alle scuole perché sappiamo tutti che i costi sono tanti, ma le famiglie devono comunque pagare senza possibilità di scegliere. Ricordo che qui si parla di scuole per l’infanzia, non di parcheggi per bambini e il diritto all’istruzione è per tutti i bambini non solo per quelli che se lo possono permettere cattolici e non, bianchi e neri. Prima di dire non ci sono soldi, non ci sono strutture e che la scuola per l’infanzia non è scuola dell’obbligo (ma diventa necessariamente un obbligo per chi ha la fortuna di lavorare) forse bisognerebbe sedersi ad un tavolo a fare due conti. Non mi risulta che l’Amministrazione Comunale si sia mai impegnata in tal senso, non ha mai preso in considerazione neanche l’idea perché ritiene evidentemente di assolvere il suo compito dando il contributo alle scuole paritarie esistenti. Questi sono soldi nostri e per usufruire del servizio dobbiamo pagare ancora, ma vi sembra giusto? Non è la solita diatriba tra pubblico e privato come scriveva una signora, è la mancanza di riconoscimento di un diritto che è per tutti e qui non è così. Come mai comuni più piccoli del nostro offrono questo servizio ai loro cittadini, dove hanno trovato i fondi? Perché sono stati più bravi di noi? Chiediamoglielo!!! Apriamo il confronto.
Due strutture private e nessuna pubblica ...Comune di Sant’angelo è giusto?.... Più di 1500 persone aspettano una risposta, quanto dobbiamo ancora aspettare? Mamme, papà, nonne e nonni fate sentire la vostra voce, le cose possono migliorare.
Roberta Uggeri
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