L’epopea dell’albergo-ristorante San Rocco
Ci sono botteghe, negozi e ristoranti destinati a passare alla storia perché non rappresentano un semplice esercizio commerciale, ma incarnano l’anima di un territorio e della sua comunità. L’albergo-ristorante San Rocco della famiglia Nervetti, a Sant’Angelo, è uno di questi.
La testimonianza della stima e dell’affetto che i santangiolini nutrono per questa attività si è avuta sabato 22 giugno, in occasione della festa per i cento anni di “casa Nervetti”: in un pomeriggio caldissimo in centinaia hanno voluto celebrare l’anniversario, tanto che i saloni del ristorante hanno faticato a contenerli. Riconoscimenti sono poi arrivati dagli amministratori locali e provinciali, dalle associazioni di categoria e da Carlo Sangalli, presidente nazionale di Confcommercio.
Uno dei momenti più significativi della cerimonia è stata la proiezione di un filmato, realizzato dagli stessi proprietari dell’albergo-ristorante, nel quale sono stati ripercorsi i cento anni della famiglia Nervetti: cento anni di lavoro, di avvenimenti lieti o tristi, sempre vissuti in cima alla salita di via Cavour, qualche metro dopo la storica “baia”. Ripercorrere il secolo di attività di “casa Nervetti” permette in qualche modo di passare in rassegna gli ultimi cento anni di Sant’Angelo, con i mutamenti nella sua economia, nei costumi e nelle tradizioni. In occasione dell’anniversario, i titolari dell’albergo-ristorante (eredi dei fondatori) hanno voluto ricostruire la storia dei padri e dei nonni, aiutati da Antonio Saletta: ne è scaturito un pieghevole davvero interessante, intitolato “Famiglia Nervetti - Tradizione nell’ospitalità dal millenovecentotredici”.
Il primo capitolo della storia di “casa Nervetti” vede come protagonista Agostino Angelo Nervetti (conosciuto con il termine dialettale Üstén), che nasce il 2 settembre 1886 a Sant’Angelo da Carlo e Anna Pochintesta. In quegli anni Sant’Angelo conta meno di diecimila abitanti (8.893 nel censimento del 1881 e 9.076 nel censimento del 1901) e la sua economia è basata sull’agricoltura, su alcune fabbriche manifatturiere e sul commercio (fisso e ambulante). Sono gli anni delle osterie, delle trattorie, delle mescite di vino e dei caffè, presenti in numero elevato.
In questo contesto Agostino Angelo Nervetti il 27 agosto 1912 sposa Maria Daccò e l’anno successivo abbandona il lavoro di lattoniere e avvia insieme alla moglie una rivendita di gelati, granite e generi alimentari in una casa di corte di via Cavour. Sempre nel 1913 Maria dà alla luce la figlia Elena e l’anno seguente Carlo, che scomparirà tragicamente, a soli 17 anni, annegando nel fiume Lambro nel giugno del 1931. Episodi simili, purtroppo, non sono rari: le lapidi e i cippi posti sulle rive del fiume ne sono la tragica testimonianza.
Con il sopraggiungere della Prima Guerra Mondiale Agostino Nervetti è chiamato alle armi e sarà la moglie Maria a continuare nell’attività di famiglia. Una volta congedato, Agostino decide di trasferire l’attività in locali più ampi, situati nell’allora piazzetta San Rocco, proprio di fronte alla chiesa del quartiere: è esattamente lo stesso punto in cui, cento anni dopo, si trova il moderno albergo-ristorante dei Nervetti. Ma torniamo al primo dopoguerra: nei nuovi spazi la bottega di Agostino e Maria prende piede, tanto da assumere a tutti gli effetti i connotati dell’impresa commerciale con l’iscrizione nel 1925 alla Camera di commercio di Milano. I due coniugi realizzano inizialmente una vineria e in seguito propongono anche piatti caldi, cucinati dalla stessa Maria Daccò. Solo qualche esempio: selvaggina arrosto o in “pùcia” (in umido), frittate con le “sigùle” (cipolle) o le “urtìše” (ortiche), le “pulpète ligàde” (involtini ripieni di verza o di carne), i ravioli con il ripieno di carne, le minestre di legumi, il risotto con le rape o con la salsiccia e il brasato, piatto che ancora oggi viene preparato seguendo la ricetta originale.
Agostino e Maria, soddisfatti del positivo andamento della vineria-osteria, rilevano i locali e le danno il nome di “Trattoria San Rocco”. Nel frattempo nascono i figli Giuseppe (1929) e Carlo Valentino (1933). La figlia maggiore, Elena, si sposerà nel 1936, trasferendosi a Milano. Nel 1951 scompare il fondatore, Agostino Nervetti (Üstén). Il figlio Carlo Valentino subentra con mamma Maria nell’attività di famiglia, sostenuto dal fratello Giuseppe, che nel 1958 sposa Fernanda. Sarà proprio quest’ultima - con il passare degli anni e l’esperienza ai fornelli - a ricevere da mamma Maria lo scettro di “regina della cucina”. Siamo negli anni del secondo dopoguerra, quelli del “boom economico” dovuto alla rapida industrializzazione dell’Italia del Nord. I fratelli Carlo e Giuseppe decidono di ampliare i locali, realizzando sale per la ristorazione, camere d’albergo e un bar con annessa pasticceria e gelateria artigianale. Negli spazi esterni (dietro lo stabile) resistono i campi di bocce.
Tra il 1959 e il 1966 anche per Giuseppe e Fernanda arrivano i figli: Augusto, Antonio e Maria Elena. Il 1967 è un anno che fa da spartiacque nella storia di “casa Nervetti”: la morte di nonna Maria (la moglie di Üstén) non solo lascia un vuoto nella famiglia e nei clienti più affezionati, ma di fatto pone fine alla prima generazione, quella da cui tutto è iniziato. La vita però continua e nel 1974 Carlo Valentino si sposa con Sandra, che affiancherà in cucina Fernanda. Nei primi anni Ottanta i figli di Giuseppe e Fernanda terminano il proprio percorso scolastico. Augusto, che perfeziona la professione in alcune strutture alberghiere, affianca lo zio Carlo nella gestione del ristorante e dell’albergo. Antonio e Maria Elena collaborano allo sviluppo dell’attività.
Nel 1988, dopo una breve malattia, scompare prematuramente Giuseppe. Nel 1989 la società dei “Fratelli Carlo e Giuseppe Nervetti” viene trasformata con il subentro di Augusto e Antonio in “Nervetti Carlo e Augusto & C”. Nel 1996 Augusto diventa sommelier professionista, garantendo valore aggiunto alla già qualificata attività di ristorazione. La trattoria dei primi anni del Novecento è ormai solo un lontano ricordo, anche se il rapporto con la clientela e la qualità del servizio rimangono uno dei punti cardine di “casa Nervetti”. Nel 1998 Carlo, Augusto e Antonio decidono un radicale rinnovamento dei locali: lo storico edificio in cui nonno Ustén aveva aperto la prima vineria viene demolito per fare spazio a un ristorante-albergo più moderno e funzionale. Proprio nel 2001 viene inaugurato il nuovo albergo. Numerosi i riconoscimenti e i premi ricevuti dalla famiglia Nervetti in cento anni di attività. Nel 2006 Regione Lombardia ha assegnato all’albergo-ristorante il riconoscimento di “Negozio di storica attività”. Nonostante i successi e il passare degli anni “casa Nervetti” rimane un porto sicuro e una garanzia di serietà: le centinaia di persone che hanno fatto festa lo scorso giugno con gli eredi di nonno Üstén ne sono la testimonianza più bella.
Lorenzo Rinaldi
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