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Grazie all’iniziativa “Domenica di carta”, proposta dal Ministero dei beni e delle attività culturali e dalla Provincia di Lodi con l’intento di valorizzare le biblioteche e gli archivi, il 6 ottobre scorso è stata effettuata una visita guidata alla biblioteca del nostro castello, un momento straordinario di promozione e valorizzazione del patrimonio culturale per avvicinare sempre più i cittadini a biblioteche, musei e archivi e per riappropriarsi delle loro tradizioni e della loro storia. La bellissima biblioteca del castello Morando Bolognini, collocata in una sala allestita secondo lo stile della casa-museo, un esempio di libreria appartenuta a una famiglia nobile di origine feudale, è ancora poco studiata, ad oggi l’unico saggio disponibile è quello introduttivo ad un primo catalogo, redatto da Giliola Barbero ed Edoardo Barbieri, due studiosi dell’Università Cattolica. I libri più antichi posseduti dai conti Morando Bolognini non sono qui conservati, ma fanno parte del fondo della Biblioteca Trivulziana di Milano, mentre in quella del castello di Sant’Angelo si conservano manoscritti datati a partire dal XVIII secolo, cinquecentine e numerose edizioni stampate sino alla prima metà del XIX secolo. Tra i manoscritti vanno segnalati due diari di viaggio del conte Gian Giacomo Bolognini, dati per dispersi nell’incendio divampato nel castello nel 1911, ma che si sono fortunatamente salvati. Per quanto riguarda le cinquecentine, ci troviamo di fronte a un tesoro inestimabile, perché sono conservate alcune edizioni “aldine” pubblicate nel XVI secolo da Aldo Manuzio o dai suoi eredi, un’importante famiglia di stampatori veneti, quando Venezia era considerata la capitale della stampa. Non mancano altri esempi di pregiate edizioni dei secoli successivi, come due Remondini di Bassano del Grappa, esempi del lavoro di un’altra celebre famiglia di stampatori, oltre alla preziosa edizione della quarantina de “I promessi sposi”, la prima con in appendice “La storia della colonna infame”, saggio storico del Manzoni sulla peste del 1630. Alla biblioteca spetterebbe un progetto di valorizzazione più particolareggiato, interesse già manifestato dall’attuale direzione, oltre ad un intervento di conservazione completo che porterebbe ad avere il catalogo dell’intero patrimonio librario, oggi presente nel castello e ancora da indagare. Giulia Maffina per Mémosis - servizi per la cultura
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