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In questa rubrica vengono recensite le pubblicazioni in cui viene citata la nostra borgata, giunte in redazione o di cui siamo a conoscenza. PIER PAOLO PASOLINI,
TEOREMA. L’architettura e il paesaggio nei film di Pier Paolo Pasolini, ecco un sorprendente lato delle sue opere cinematografiche che viene analizzato e illustrato, da par suo, dal pavese Vittorio Prina nel saggio Pier Paolo Pasolini, Teorema. I luoghi: paesaggio e architettura, libro edito da Maggioli Editore. La geografia in un film può sembare, talvolta, un aspetto secondario, ma nei grandi registi, e Pasolini lo è stato, questa particolarità assume un’importanza determinante, una sorta di spina dorsale del film. L’autore del saggio compie un’indagine sui film Teorema e Edipo Re, girati nel 1967 e 1968, «in cui i luoghi e gli edifici sono disposti per la maggior parte lungo due assi stradali […] tracciando con la macchina da presa, il simbolo religioso della croce, cardo e decumano». In questi itinerari Prina descrive scorci ed edifici (anche nelle sequenze in cui appare Sant’Angelo) cogliendone le trasformazioni urbanistiche e architettoniche avvenute nel corso degli anni. ARCHIVIO STORICO LODIGIANO Dal 1881, anno della sua fondazione, le pubblicazioni dell’Archivio Storico Lodigiano sono state fonte inesauribile di notizie riguardanti la nostra borgata. Non si smentisce il volume dell’annata 2011 (476 pagine) dedicato al periodo del Risorgimento, in occasione della celebrazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Nel libro non poteva mancare un saggio su Giovanni Battista Sommariva, in cui Clotilde Fino, ormai assunta, a pieno titolo, a indagare sugli aspetti meno conosciuti del nostro concittadino, racconta dell’amicizia, fino ad ora ignorata, tra il Sommariva e il lodigiano Saverio Griffini tra i protagonisti del Risorgimento lombardo. Di interesse il capitolo a firma di Alice Vergnaghi «Le lodigiane sulle barricate: il contributo delle donne al Risorgimento», saggio in cui emerge la figura di Luisa Attendolo Bolognini nata a Sant’Angelo nel 1840, che l’autrice definisce “…paragonabile ad Anita Garibaldi per la devozione con la quale seguì il proprio uomo in battaglia e a Cristina di Belgioioso per le doti che le permisero di organizzare ospedali da campo durante la campagne garibaldine”. La giovane sposò il pavese Biagio Perduca trasferendosi a Pavia dove diventò amica di Adelaide Cairoli. Quando il marito si arruolò come volontario in una compagnia garibaldina, Luisa non lo abbandonò e lo seguì impegnandosi attivamente nell’organizzazione sanitaria dell’esercito inaugurando la figura della “crocerossina”. In seguito dovette affrontare la sofferenza della malattia del marito, ferito durante la battaglia di Calatafimi. |
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