Si usa dire “È una vita che vi passo, mattino e sera, e mai mi sono accorto”.
È vero! Di solito da via Mazzini giro per via Risorgimento tra due palazzine, uguali, identiche; portano il numero civico 1 e 2.
Uguale anche la tipologia anni ’40-’50, a doppia tromba di scale, ogni rampa serve sei appartamenti, la regolarità e le dimensioni delle porte e finestre denotano amore al risparmio, la compattezza strutturale e la semplicità estetica denunciano il più di mezzo secolo portato ottimamente, come una prosperosa signora di quei tempi.
Mi dico ancora: qui c’è la mano del vecchio ingegnere Angelo Tonali.
Queste riflessioni mi hanno sempre distolto dalla targa marmorea affissa al muro.
Stamattina pioviggina, in bici con ombrello in mano, obbligato ad una fermata per il transito di auto, mi sono accorto che la targa mi guarda ed io sono costretto ad osservarla con attenzione e a leggerne il contenuto.
Con quest’opera di civiltà
e progresso sociale
Sant’Angelo Lodigiano
ricorda tutti i suoi figli
caduti sui campi della gloria
e dell’onore per la libertà
e la grandezza della Patria
nel centenario primo
dell’Italia risorta
Sant’Angelo Lodigiano
Novembre 1948
Rammento allora che queste due palazzine sono state costruite mentre era sindaco Domenico Savarè e sono le prime opere importanti dell’Amministrazione comunale nel dopoguerra. Erano tempi difficili, Sant’Angelo non aveva ancora vie asfaltate, l’unica era la via Umberto I.
Il Comune nel 1964 (cito a memoria) per la Tassa Famiglia riscuoteva 18 milioni di lire, quando Casale si diceva ne incassasse 120 milioni. Quella situazione portò ad una generale revisione di questa imposta comunale essenziale per i bilanci comunali.
Ovviamente vi fu una pioggia di ricorsi, verso i quali l’apposita Commissione in genere accordava degli aggiustamenti. Una distinta e benestante famiglia, tramite il figlio, carattere strano, tenace, dedito agli scherzi, inoltrò un ricorso che suonò derisione alla Commissione.
Risultato!!! Solo il suddetto ricorso non fu accolto, non solo, l’importo tassato fu aumentato.
Fermo, sempre in bici, ombrello aperto, sento il ticchettio delle gocce di pioggia, ma la goccia più rumorosa, esortante, è quella targa. È una goccia della nostra storia che presto si trasforma in un torrente, in un fiume in piena che fluisce i ricordi delle trasformazioni santangioline.
E come il fiume riceve più affluenti, mi si prospetta il torrente impetuoso del cambiamento edilizio del Paese.
Risale al 1° Maggio 1958 la posa della prima pietra del futuro “Villaggio Pilota”, che tanto deve all’ingegnere Camillo Ripamonti, allora presidente dell’I.A.C.P. (Istituto Autonomo Case Popolari). Il “Pilota” fu uno dei primi esperimenti in Lombardia; sorto a tappe dapprima come Ina-Casa poi con la famosa legge Fanfani, copiata anche dai tedeschi.
Del ministro Fanfani, Eugenio Cefis, partigiano e braccio destro di Enrico Mattei all’Agip, diceva che era l’unico politico di cui nei rapporti di lavoro si riusciva a capire cosa volesse e come intendesse risolvere i problemi (non “vendeva fumo”, si disse).
Oramai il “Villaggio Pilota” è completo e, con alcuni edifici dovuti alla legge Romita, conta oltre 500 appartamenti. Ed è in questo periodo, quasi a bilanciare l’espansione nel rione San Rocco, che sorgono gli edifici di via Lazzaretto-Cordai.
Gli anni ’50, ’60 e ’70 sono gli anni che con il Piano Ina-Casa, le leggi Tupini, Aldisio e la Zanibelli, sorgono numerose Cooperative edili in via Risorgimento, via Puccini, via Papa Giovanni, Via Kennedy e Mattei, via Polli e Daccò, via del Mulino, Frazione Maiano, via Bondioli.
Lo sviluppo edilizio pubblico e privato aveva creato nel paese un rialzo dei prezzi dei terreni edificabili; per fronteggiare tale situazione, oltre che per potenziare l’edilizia popolare, nel 1971 il Comune approvava il piano per l’edilizia popolare. Sorgeva così il “Villaggio Gescal”, localizzato tra la cascina Coda e largo Santa Maria su un’area di 51.000 mq, che con altri interventi sempre su terreni a prezzo calmierato, hanno dato a Sant’Angelo un complesso rilevante di abitazioni.
Ancora nel periodo anni ’70-’80 il Comune ristrutturava e costruiva una trentina di appartamenti specie per anziani in piazza Delmati e al Pescherone.
Risale agli anni ’80 l’intervento del Comune con l’attuazione della legge Regionale 32 nella zona Musellina. Qui è sorto un nuovo Villaggio, su terreno della Fondazione Bolognini, che comprende cooperative e costruzioni popolari a contributo regionale.
Dal 1945 al 1975 lo Stato, attraverso vari Enti di competenza, ha realizzato in Sant’Angelo oltre 600 abitazioni, dando alloggio a circa il 20% delle famiglie santangioline
Smette di piovere, chiudo l’ombrello e riparto in bici.
Mentre pedalo rifletto su quanto ho ricordato, forse non tutto è completamente esatto: ma concetti ed argomenti ritengo lo siano.
L’ultimo intervento da parte del Comune per dotare Sant’Angelo di alloggi popolari è quello di via Cesare Battisti (el dos de la piàsa) negli anni 2000, dove l’area della vecchia trattoria “San Giorgio” è stata ristrutturata con questo obiettivo. Agli stessi anni risale il Contratto di Quartiere al Villaggio Pilota con la ristrutturazione di decine di appartamenti e la costruzione di un nuova palazzina Aler.
Altre gocce di storia si sono formate; bene, penso, Sant’Angelo non si deve arrestare.
Giuseppe Ferrari
(già assessore comunale ai lavori pubblici)