“La famiglia oggi: un concetto in movimento”
Un mosaico di famiglie
Alice, Andrea, Elena, Matteo, Meliha, Simone, accettano con entusiasmo di partecipare al concorso giornalistico indetto da “Il Ponte” di Sant’Angelo Lodigiano; tra i temi proposti i ragazzi hanno scelto di produrre un articolo sulla famiglia oggi. I sei, dopo aver chiesto l’autorizzazione ai genitori, decidono di trovarsi a casa di Matteo, per progettare e pianificare il lavoro; costituiscono una redazione e …incominciano l’impresa. Si documentano, selezionano il materiale che hanno raccolto in classe, frutto del contributo dei compagni, decidono una scaletta, hanno idee un po’ confuse, non trovano un punto d’accordo, non sanno come iniziare. Improvvisamente sono distratti dal suono di un clacson che proviene dal cortile della casa, tutti si alzano, guardano dalla finestra, è il nonno di Matteo, un avvocato esperto in diritto di famiglia, conosciuto da tutti i “giornalisti in erba” perché aveva sempre partecipato alle feste di compleanno del nipote. In coro esclamano: “Arrivi proprio al momento giusto!” Viene accolto con entusiasmo dai sei che gli chiedono aiuto per la stesura dell’articolo. Come pronunciano la parola famiglia, una luce illumina il volto del nonno:” Niente paura, rassicura, l’importante è capire le cose e analizzarne i cambiamenti”.
“Direi di cominciare dall’articolo 29 della nostra Costituzione”, esordisce il nonno e da lì inizia il racconto.
La nostra Costituzione qualifica la famiglia “come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti previsti dalla legge a garanzia dell’unità familiare”.
“Tutto chiaro ragazzi?” incalza il nonno.
“Non mi ritrovo, è la parola matrimonio che mi crea un po’ di confusione,” replica Alice.
“Hai ragione!”
Ora vi spiego che cosa è successo alla famiglia nel corso del Novecento, interrompetemi ogni volta che non capite qualcosa. La famiglia, nel corso della storia, ha subito profonde trasformazioni. In Italia la famiglia di tipo patriarcale è tramontata dopo la II guerra mondiale. In quel tipo di famiglia, un ruolo importante lo ricopriva il capo-famiglia, che prendeva decisioni sia riguardanti il lavoro dei campi, sia la gestione quotidiana della vita dei componenti, gli era affidata la strutturazione culturale dei figli. In famiglia erano in tanti, il lavoro dei campi richiedeva il coinvolgimento di tutto il gruppo familiare, il numero di braccia era una garanzia per un buon raccolto, l’economia italiana, non dimenticatevi, era prevalentemente agricola.
Lo sviluppo industriale, a partire dagli anni ’50 del Novecento, ha favorito in Italia un flusso migratorio interno, accelerando il declino del mondo contadino. Per alcuni decenni i modelli prevalenti di famiglia in Italia erano diversificati a seconda della zone geografiche; al sud le famiglie si erano smembrate, il marito lavorava al nord o in alcuni casi all’estero, le mogli da sole o con l’aiuto dei nonni si sobbarcavano il compito di crescere i figli; nelle città del nord la famiglia era costituita dal padre lavoratore e dalla moglie che si dedicava all’educazione dei figli e ai lavori domestici. E’ a partire dagli anni ’70 che la famiglia tradizionale si è modificata, si assiste ad un’evoluzione della società, a cambiamenti di costume, di organizzazione delle relazioni sociali. Il processo di emancipazione femminile, l’introduzione del divorzio, l’interruzione della gravidanza, la riforma del diritto di famiglia del 1975, hanno cancellato, almeno sulla carta, gli ultimi retaggi di famiglia patriarcale. Oggi il quadro attuale è quello di molteplici modelli di famiglia.
“Sai una cosa nonno?”
“Dimmi Matteo”.
“Mi sembra di avere le idee più chiare.”
“Sono contento, è un piacere stare qui con voi, mi avete dato una carica di entusiasmo, posso continuare?”
I ragazzi fanno sì con la testa.
I tempi cambiano, le leggi si adeguano, è stato recentemente aggiornato il diritto di famiglia, tappa fondamentale dopo la riforma del 1975. Vengono equiparati i figli, sparisce la distinzione tra figli “naturali” e figli “legittimi”.
Un silenzio assordante invade la stanza, Meliha allenta la stretta con cui tiene la biro, alza lo sguardo dal foglio e…”Io non ho mai conosciuto figli di serie A e di serie B, i figli sono figli e basta”.
“Per i genitori non c’è distinzione,” dice il nonno, “ma i figli saranno senza aggettivi, tutti sullo stesso piano anche per la giurisprudenza”.
Ora vi riferisco una news recentissima che ha fatto tremare i maschilisti più ostinati. La parità tra uomo e donna, ottenuta dopo anni di lotte, e che ha contribuito alla trasformazione della famiglia patriarcale, è alla base della sentenza di Strasburgo. La corte ha dato ragione a una coppia di coniugi milanesi che, dopo anni di battaglia, si vedono riconosciuto il diritto di registrare all’anagrafe la figlia con il solo cognome materno. Anche questo, ragazzi, è un esempio di come la legislazione si adatta ai cambiamenti sociali, anche le norme devono essere coerenti al nuovo ruolo che la donna occupa nella società.
“Altre recentissime?” Elena, Andrea, Simone in coro.
“Ebbene sì ragazzi! Tuffatevi su internet, seguite le mie indicazioni però!”
E’ bastato un clic ed ecco apparire sullo schermo quello che il nonno voleva far conoscere ai ragazzi.
A Milano, le famiglie che quest’anno iscriveranno i propri figli alle scuole d’infanzia comunali troveranno sul modulo di iscrizione la dicitura “genitore”, non più “padre”, “madre”. Questa decisione è collegata all’istituzione del registro delle coppie di fatto, all’equiparazione delle unioni civili alla famiglia, nata da un vincolo matrimoniale. Anche questa è la testimonianza del cambiamento inarrestabile della società. Ci si sposa di meno, si fanno meno figli, ci si separa, il progresso tecnologico ha cambiato anche il modo con cui le persone si conoscono, il quadro che emerge è quello di una società molto complessa. Dalla famiglia numerosa dei primi del Novecento, siamo passati ad una diffusione di vari modelli di famiglie: famiglie di fatto, in cui una coppia convive senza sposarsi, famiglie formate da un unico soggetto dette “single”, coppie omosessuali.
“Le cose non sono così semplici come vi sembrano dal mio racconto”, precisò il nonno. “Immaginiamo di essere scaraventati tutti indietro nel tempo, nel 1946, il 2 giugno”.
I ragazzi all’unisono: “Le donne in Italia votano per la prima volta”.
“Bravi!”
E’ una data storica per il nostro paese, finalmente si è compreso il valore della donna come essere pensante, indispensabile nella vita sociale, civile, familiare.
Ritorniamo all’oggi.
Sicuramente avete sentito parlare di famiglia multietnica o multiculturale. “Certamente! Il mio amico Pablo è figlio di un santangiolino e di una peruviana, parla perfettamente due lingue, spagnolo e italiano!”, esclama Simone.
“Alludevo proprio a questo modello, conseguenza dei flussi migratori.
Questa famiglia è anche il frutto della globalizzazione, che ha dato una spinta alla trasformazione della società, modificandone i modi di vivere dei membri, incluso il modo di pensare, agire, progettare il proprio futuro, risultato di questo processo è la molteplicità di modelli di famiglia. Oggi, la crisi economica, che sta attanagliando molte famiglie, costringe più generazioni ad una convivenza forzata e ad una riproposizione di un modello transitorio di famiglia estesa, molti giovani permangono sotto il tetto familiare in attesa di autonomia e la famiglia diventa un parcheggio”.
“Sono stato esaustivo?”
Elena: “Vorrei un chiarimento sull’affidamento congiunto”.
“Okay”.
“Elena e tutti ascoltatemi. Fra i primi diritti e doveri della famiglia ci sono quello del mantenimento, dell’educazione e dell’istruzione dei figli. Nel caso di separazione dei genitori un giudice stabilisce chi deve essere il genitore affidatario, molto spesso la soluzione è proprio quella dell’affidamento congiunto in quanto entrambi i genitori, sebbene separati, dimostrano di poter crescere i figli in buon accordo fra loro”.
Andrea, che fino ad ora era stato concentrato a prendere appunti, esordisce con un: “È vero! Un mio amico, che vive solamente con la mamma, due sabati al mese va dal papà”.
Conclude il nonno:” In questo quadro così complesso, l’importante è che queste nuove realtà familiari garantiscano ai propri componenti tutela, sicurezza, protezione e riescano al loro interno a costruire serene relazioni affettive”.
La lezione storica ha appassionato i ragazzi che sono stati attenti ad ascoltare, hanno fatto domande, chiesto chiarimenti, il tempo è passato in fretta, tutti, nonno compreso, hanno imparato qualcosa.
Istituto comprensivo “C. Collodi” -
Scuola
secondaria di primo grado
Classe III, sezione G
Alunni partecipanti:
Arrigoni Simone,
Cerri Alice, Ferrari Andrea, Ferrari Matteo,
Moroni Elena, Obic Meliha
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LE MOTIVAZIONI DEL PREMIO
Per spiegare che oggi la famiglia è un “concetto in movimento”, gli studenti della 3G dell’istituto Collodi hanno chiesto aiuto… a un nonno. Ed è proprio attraverso questo artificio che sono riusciti a spiegare in modo semplice, ma efficace l’evoluzione della famiglia nel corso del tempo, dal dopoguerra a oggi. Dal punto di vista sociale e giuridico. Una sorta di dialogo e di “botta e risposta” che rende fluido il testo e che ne rende piacevole la lettura. Divertenti e allo stesso tempo interessanti le riflessioni sulla famiglia multietnica, la famiglia “parcheggio” e i figli, in base al concetto che “i figli sono senza aggettivi (quindi né di serie A né di serie B), tutti sullo stesso piano anche per la giurisprudenza”.
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