Le poesie di Enrico Vignati: quando il dialetto fa del bene!
di Giancarlo Belloni


Enrico Vignati, classe 1959, santangiolino di nascita e sentimenti, è da molti anni cittadino e sindaco di Inverno e Monteleone. Ma l’aria pavese non l’ha distolto dalle sue radici e a Sant’Angelo ha voluto dedicare ben due libri di poesie nel nostro dialetto.
Il lavoro più recente, presentato a Sant’Angelo lo scorso mese di settembre, si intitola “Gambiséi, ciuchén e oltre storie”, ed è una raccolta di “poesie senza pretese in dialetto santangiolino” come l’autore stesso le definisce. Ventisette poesie, testi in dialetto con traduzione in italiano che fanno seguito alla precedente raccolta dal titolo “Fergüie de Memoria”.
Diversamente dal volumetto precedente, più centrato sui ricordi di intere generazioni di barasini, questa raccolta ha un sapore più intimo e personale. Qui il dialetto e il paese fanno da sfondo a riflessioni e ricordi dell’autore che certamente sapranno emozionare anche molti lettori.
La scelta del dialetto in Vignati ha una connotazione nostalgica e in qualche modo didattica: l’autore si esprime in dialetto anche col preciso scopo di contribuire a conservarlo e tramandarlo.
Ma questa non sembra essere la ragione principale: nelle poesie del sindaco cantastorie - come ama definirsi - l’uso del dialetto diventa piuttosto un espediente letterario per dare colore ai contenuti. Il suono del dialetto diventa la chiave per aprire i cassetti della memoria e riesce a far emergere le emozioni, anche quando, talvolta, il lessico si prende qualche rischio davanti alle interferenze della lingua italiana.
I due volumi hanno poi in comune la finalità benefica, il ricavato va a finanziare le attività della missione di Dubbo (Etiopia) delle suore Cabriniane. Un altro modo per far sentire il dialetto di Sant’Angelo nel mondo.

 

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