Cari lettori, come vi avevamo preannunciato nel precedente numero, con questa serie di risposte chiudiamo la rubrica “Inànse cul dialète”. Abbiamo però in progetto di tornare a voi con una nuova rubrica, sempre incentrata sul dialetto, ma diversamente congegnata. Crediamo che sarà pronta per il primo numero del 2015, che uscirà in febbraio. Dunque non rammaricatevi ed aspettate con fiducia: vi prepareremo una nuova sorpresa e speriamo che vi piaccia.
Ma veniamo ora alle risposte alla 6a serie di definizioni di “ME SE DIS IN DIALETE?”.
’S.O.S. dialetto’
Per la prima volta ci viene chiesto di venire in soccorso in materia di dialetto. La nostra affezionata lettrice Arianna CAROLLO ci chiede delucidazioni su chi fosse il Gipunà. La ragione della richiesta nasce dalla citazione, da parte della mamma, del detto: “Vò mìa a laurà per la cansòn del GIPUNÀ”.
Innanzitutto una precisazione: a chi scrive risulta che il detto corretto dovrebbe essere: “Vò mìa a laurà per la cansòn de CARNEVÀ”. Cioè per una cosa effimera, fatta per divertimento.
Poi, invece, mi ricordo che, da bambino, uno zio, per farmi tribolare un po’, mi proponeva un tormentone così congegnato:
Domanda (dello zio): Te vöi che te cünti la stòria del Gipunà?
Risposta (mia): Sì!
Zio: Ò di’ no “sì”. Ò di’ se te vöi che te cünti la stòria del Gipunà?
Io: Và bèn!
Zio: Ò di’ no “và bèn”. Ò di’ se te vöi che te cünti la stòria del Gipunà? ... ...
E così avanti all’infinito: a qualsiasi mia risposta, lo zio controbatteva respingendola e riproponeva la stessa domanda, fino a quando io non me ne andavo stizzito e lui se ne restava lì divertito.
Non so se ci siano altre versioni a proposito del significato di Gipunà. Se sì, saremo ben lieti di pubblicarle.
Cogliamo invece l’occasione per pubblicare una Filastrocca-Tormentone che si basa sullo stesso marchingegno e che ci è stata inviata, tempo fa, da Angela OPPIZZI, un’altra cultrice delle fiabe e delle filastrocche dialettali, che volentieri riportiamo qui di seguito:
Gh’èra ’na vòlta un òme de mòlta, ch’el ’ndèva šu prel Po, cun la cavàgna in co’.
Se te vöri t’la cünti. Gh’ò da cüntàtla?
Sì
Gh’èra ,na vòlta, un òme de mòlta, ch’el ‘ndèva š u prel Po, cun la cavàgna in co’.
Se te vöri t’la cünti. Gh’ò da cüntàtla?
Va bèn
Gh’èra ,na vòlta, un òme de mòlta, ... ...
E anche qui, avanti all’infinito, fino ad esasperazione dell’ascoltatore.
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Per una corretta lettura dei vocaboli riportiamo le consuete indicazioni fonetiche:
- š di casa, assorbe la z di zeta
- s di sasso, assorbe la z di azione
- ü di mür (muro)
- ö di öve (uovo)
- s/c le lettere “s” e “c” dolce vanno lette separate e non accoppiate come nella parola “sci” ma come nella parola “scervellarsi”. |
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Prima di elencare i lettori che hanno risposto alla 6a serie di vocaboli, desideriamo integrare l’elenco dei lettori che hanno partecipato alla 5a serie di “ME SE DIS IN DIALETE?” del numero precedente de IL PONTE (quella che iniziava con ganasàl, per intenderci), le cui risposte, tuttavia, sono pervenute in redazione dopo che il numero scorso de “IL PONTE“ era già chiuso e non si è potuto pubblicarle.
Hanno risposto
alla 5a serie (in ordine alfabetico)
• ABBIATI Angela
Risposte esatte 8
• ALTROCCHI Alessia
Risposte esatte 6
• BIANCARDI Giuseppe
e ROZZA Rachele
Risposte esatte 8
• DACCO’ Laurentina
Risposte esatte 9
Hanno risposto alla 6a serie
(in ordine alfabetico)
• ABBIATI Angela Risposte esatte 8
• ARISI Stefano
Risposte esatte 10
• BAGNASCHI Mauro
Risposte esatte 8
• BIANCARDI Giuseppe
e ROZZA Rachele
Risposte esatte 10
• BORROMEO Giovanna
Risposte esatte 9
• BRACCHI Mario
Risposte esatte 10
• DACCO’ Laurentina
Risposte esatte 9
• DACCO’ GELOSI Francesca
Risposte esatte 5
• GALLOTTI Celestino
Risposte esatte 9
• FERRARI Angela Domenica
Risposte esatte 9
• NEGRI PIACENTINI Piera
Risposte esatte 7
• OPPIZZI Lucia
Risposte esatte 8
• PARRA Ester e VITALONI BOLLANI Luisa
Risposte esatte 8
• PERNIGONI Patrizia
Risposte esatte 8
• POZZOLI Francesca
Risposte esatte 9
• RUSCONI Maria Luisa
Risposte esatte 8
• TOSCANI Gea
Risposte esatte 7
• VITALONI Rosangela
e Sergio
Risposte esatte 7
Per il 6° elenco le risposte sono state 18 in tutto.
A proposito della traduzione di “pecora”, Maria Luisa RUSCONI ci ha scritto precisando che, escluso il termine “pégura” in quanto probabile dialettizzazione dell’italiano, le è venuto in mente, in modo spontaneo, il termine “berén. E’ possibile (attendiamo conferme) che “berén” significhi agnello, piccola pecora. Anche questo è un contributo per una migliore conoscenza del dialetto. Grazie.
Cari lettori, in attesa della nuova rubrica sul dialetto che vi proporremo nel nuovo anno, vi invitiamo a continuare ad inviarci i vostri scritti: poesie, filastrocche, fiabe e racconti.
Come di consueto, potrete trasmettere i vostri contributi al solito indirizzo e-mail: info@ilpontenotizie.it, oppure consegnarli, su scritto cartaceo, presso la Libreria Centrale – via Umberto I°, 50, Sant’Angelo Lodigiano.
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