L’Alfa Romeo Giulietta 1300 del 1957, marchiata con il numero 446, è uno spettacolo per gli occhi. E rappresenta ormai un pezzo di storia dei motori, perché partecipare a una 1000 Miglia è cosa epica, che non capita tutti i giorni. Ne sono consapevoli Maurizio Senna e Santino Bellani, santangiolini doc, che a bordo della Giulietta hanno percorso il tracciato Brescia-Roma-Brescia a metà maggio. L’entusiasmo non è ancora scemato del tutto e i ricordi riaffiorano vivi, tanto da portare metaforicamente il giornalista sul ciglio della strada, tra la polvere, il vociare degli appassionati e il rombare dei motori.
Bellani conserva ancora un curioso naso da clown, di quelli rossi, usati nei circhi. Lo tratta come un cimelio, forse perché rappresenta a suo modo uno dei legami con la grande corsa. Lo ha ricevuto prima della partenza, come omaggio per aver partecipato a una sottoscrizione benefica. E lo ha indossato durante la 1000 Miglia, entrando nella città di Lucca, che ha riservato più di una sorpresa all’equipaggio santangiolino. Vedendo il naso rosso, che ispirava allegria, gli organizzatori hanno chiesto a Senna di ripetere il giro della piazza centrale di Lucca, in parata, una sorta di omaggio che è rimasto impresso nella memoria del team barasino.
I ricordi si accavallano e si ingarbugliano. Ed è difficile scattare una fotografia nitida di un’esperienza umana indimenticabile. La partenza, da Brescia, tra ansie e timori per il viaggio, il regolamento da rispettare e un grande entusiasmo. E proprio a Brescia Senna e Bellani hanno ricevuto i primi messaggi di incoraggiamento dai santangiolini arrivati nella città della leonessa. Le meravigliose strade della Toscana hanno poi lasciato il segno. Non solo Lucca, ma anche Siena, con il passaggio delle auto per piazza del Campo, dove trovano spazio, due volte l’anno, i cavalli del Palio. E per il resto, solo pedoni.
Poi l’arrivo a Roma, in notturna, e la ripartenza verso il Nord. Lungo il tragitto non è mancato qualche problema tecnico, l’Alfa Romeo affidata alle cure dei meccanici e lo sguardo di Senna e del suo navigatore rivolto all’orologio, per rispettare i tempi di gara. La tenacia dell’equipaggio santangiolino è stata però ripagata e la mattina di domenica 17 maggio Senna e Bellani sono stati accolti a Lodi da un grande abbraccio, con centinaia di appassionati a bordo strada, fra cui decine di santangiolini.
Dopo Lodi la Giulietta ha puntato dritto verso il Milanese e da lì ha raggiunto nuovamente Brescia per l’epilogo. Tante, tantissime le immagini impresse nella memoria dei due santangiolini. I quali non dimenticheranno, ad esempio, la fatica di guidare per molte ore, senza particolare allenamento fisico e senza la possibilità di alimentarsi a dovere. Accanto a loro, in una enorme festa dei motori, centinaia di equipaggi di mezzo mondo: c’erano italiani, giapponesi, inglesi, tedeschi, russi americani, belgi, austriaci, polacchi, messicani, arabi. E l’elenco potrebbe continuare.
Lorenzo Rinaldi