“Il Comune di Vidardo e quelli limitrofi sono arrivati in conferenza di servizio con un secco no all’ampliamento, ma la partita è ancora aperta”. Così “il Cittadino” di lunedì 8 giugno 2015 sintetizzava efficacemente la situazione dell’impianto Ecowatt di Castiraga Vidardo, un termovalorizzatore (o inceneritore che dir si voglia) che dopo anni di silenziosa attività - almeno da parte dei centri confinanti - sembra essere arrivato al centro dell’attenzione. A sollevare l’interessamento degli amministratori pubblici e di parte della cittadinanza (una parte ancora esigua, va detto) è la domanda di ampliamento presentata alla fine del 2013 dalla proprietà dell’impianto. Allo stato attuale Ecowatt è autorizzata a trattare rifiuti (ricavando così energia) per 27.935 tonnellate/anno e biomasse non da rifiuto per 33.000 tonnellate/anno in condizioni di marcia multicombustibile, 87.000 in caso di marcia mono combustibile. La richiesta di potenziamento prevede di portare l’impianto a trattare, in regime di saturazione, rifiuti classificati non pericolosi per 50.500 tonnellate/anno e biomasse non da rifiuto in condizioni di marcia mono combustibile per 105.000 tonnellate/anno.
Fatta questa premessa, tecnica ma doverosa perché i numeri sono importantissimi in tutta la vicenda, aggiungiamo che alla metà dello scorso mese di maggio si sono avviate in Provincia di Lodi due distinte conferenze di servizio su Ecowatt, una delle quali riguarda appunto la richiesta di potenziamento ed è dunque la più impattante per l’opinione pubblica. I Comuni coinvolti, e tra questi anche Sant’Angelo, si sono detti contrari al potenziamento dell’impianto, ma la loro posizione potrebbe non essere determinante e la conferenza di servizio si annuncia molto complessa. C’è poi da aggiungere che l’ente chiamato a decidere in ultima istanza è proprio la Provincia di Lodi, che attualmente vive una fase di profonda incertezza, con seri problemi economici e soprattutto con una guida politica non eletta direttamente dai cittadini ma nominata dagli amministratori pubblici. Il rischio, dunque, è che la partita venga gestita prevalentemente dai tecnici: un’ipotesi che ai sindaci non piace e probabilmente il no corale espresso in conferenza di servizi è frutto anche di questo timore.
Lorenzo Rinaldi
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