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Sant’Angelo come la Grecia?
di Rossella Mungiello


Gli esami di riparazione sono sempre stati a settembre. Per Palazzo Delmati la prova del nove slitta un po’ più in là, al 10 di ottobre. Anche in questo caso, però, si studia, si fanno e rifanno i conti, si cerca una quadra che sembra persa da tempo. L’obiettivo è far bene i compiti ed essere promossi. Perché a giudicare non ci saranno insegnanti benevoli, ma la Corte dei Conti.
Sono settimane di “veglia” a Sant’Angelo sul fronte dei conti pubblici, con la presentazione del piano di riequilibrio finanziario per risanare le finanze ormai alle porte e prevista per il 10 di ottobre.
La questione tiene banco da mesi in città, tra la maggioranza che cerca di tenere la posizione e le levate di scudi delle opposizioni, che sferrano attacchi sulla “mala gestione” delle casse.
Lo sforzo sarà arduo. L’urgenza è coprire un “buco” che, stime alle mano, sfiora il tetto degli 1,8 milioni di euro, in parte dovuti ad una mancata copertura sul fronte della spesa corrente.
E il bilancio di previsione 2015, come già successo per l’assestamento 2014 nel novembre scorso, è già stato bocciato, con parere sfavorevole, sia dal nuovo revisore dei conti Nicoletta Bordogna, sia dal dirigente unico Giovanni Battista Scarioni.
Proprio il parere non favorevole del dirigente, motivato in una lunga e puntuale lettera, ha infiammato le riunioni del consiglio comunale nel mese di luglio. Perché «è accertato che gli stanziamenti previsionali del bilancio 2015 non sono sufficienti per la gestione di lavori, servizi e forniture necessari all’ordinario funzionamento delle attività comunali» e perché, si legge ancora nel documento, «per arrivare al pareggio solo formale del bilancio» ci vogliono tagli alla spesa per 171 mila euro nel 2015, 473 mila euro nel 2016 e 621 mila euro per il 2017, mentre la massa passiva rilevata in sede di assestamento di bilancio nel novembre scorso, non ha trovato adeguata copertura.
Ed è rimasta a zavorrare il documento di previsione per il 2015, che è sbarcato in aula lo scorso 10 luglio, in una seduta caratterizzata, oltre che dalle bordate delle opposizioni, dall’assenza del capogruppo di maggioranza Ezio Rana – che ha ribadito in più sedi la sua impossibilità di partecipare per impegni professionali – e dal voto non favorevole del consigliere di maggioranza Mario Rusconi. Che, pur continuando ad assicurare il sostegno alla compagine crespiana, ha deciso di prendere le distanze dal documento finanziario, con una scelta «maturata nel tempo, che non guarda al 2017» e alle elezioni.
A far le veci del capogruppo Rana, Roberta Rusconi, anche ex assessore alle politiche sociali, che in quella sede aveva lanciato l’altolà alla giunta. Con l’iniziativa di una verifica puntuale del bilancio grazie a uno staff tecnico esterno, «in assenza di coerenza interna nei dati del bilancio e in presenza dei pareri sfavorevoli del dirigente e del revisore dei conti». Un controllo di cui però non si è avuta notizia al momento. Se dalle opposizioni sono arrivate in più sedi e in più momenti, le richieste di dimissioni al sindaco e alla giunta, lo stesso primo cittadino ha ribadito che a lasciare non ci pensa neppure. E che «Sant’Angelo non è la Grecia a rischio default». Dove si taglierà, in che modo e quanto la manovra inciderà sulla vita dei santangiolini non è ancora dato sapere. Il piano è in fase di studio e i cittadini attendono, fuori dalla porta del palazzo.

IL PONTE - foglio d'informazione locale di Sant'Angelo Lodigiano