Lo stile “Liberty” a Sant’Angelo
Viaggio alla scoperta delle forme architettoniche e decorative degli inizi del Novecento

di Beppe Roberti

Quando si parla di espressioni artistiche in Sant’Angelo Lodigiano si fa riferimento esclusivamente al Castello e alla Basilica, dando per scontato che non vi siano altre espressioni architettoniche degne di nota. In questo testo vogliamo portare all’attenzione dei lettori un aspetto artistico che ha il pregio, oltre a quello architettonico, di fotografare un momento di rinnovamento della società santangiolina.
Parliamo di architettura residenziale e industriale dei primi decenni del ‘900.
Prima di analizzare l’ambiente urbano occorre fare una breve presentazione dei movimenti artistici che caratterizzarono il periodo a cavallo fra il XIX e il XX secolo.


L’Ottocento è in Europa, per antonomasia, il secolo dell’architettura neoclassica o stile impero che si evolverà, tra gli ultimi decenni del 1800 e gli inizi del 1900, in varie espressioni artistiche che in Italia verranno chiamate indistintamente con il termine “Liberty” o “Floreale”. Questo Movimento artistico è da considerarsi momento di passaggio tra l’eclettismo ottocentesco e il modernismo che sarà oggetto di una prossima indagine.


Il Liberty è quindi una corrente espressiva sviluppatasi nel campo dell’architettura e delle arti decorative che si basa principalmente sull’aspetto decorativo caratterizzato dall’uso di linee sinuose nella rielaborazione di elementi naturalistico-vegetali, non trascurando l’uso, in funzione strutturale, di materiali innovativi quali cemento e ferro. Allo stile Liberty si intreccia una corrente secondaria, comunemente chiamata “medievalista”, nella quale si riprendono elementi costruttivi che si rifanno al medioevo come le finestre arcuate ampiamente proposte nella tipologia a “bifora”, coronamenti con aggetti, torri, loggiati e largo uso, nei rivestimenti esterni, di mattoni in cotto posato a vista, finiture angolari a bugnato e inserti a fini decorativi in pietra.
La prima importante trasformazione edilizia avviene nei primi anni del ‘900 con la demolizione di tutti i porticati posti lungo i lati della piazza Maggiore (attuale piazza della Libertà) e la rimodellazione delle facciate di alcuni edifici.
La nuova edificazione riprende il concetto del porticato ma riproponendolo solo in alcune posizioni e con un concetto architettonico totalmente rinnovato. Non più semplici porticati con aperture a luci arcuate e copertura inclinata, ma strutture più elaborate con pilastri in cemento modellato e, al piano superiore, ampi terrazzi con balaustre in cemento decorato.
Una nota particolare merita la facciata di Casa Beccaria, posta a lato destro del porticato di tramontana, dove i principi dello stile Liberty vengono puntualmente applicati con decorazioni di gusto floreale introducendo un altro elemento caro ai “progettisti”: il balcone, da intendersi come loggia, e ingentilito da esili colonne. Nelle vicinanze della piazza, in via Don Domenico Savarè al numero civico 25, troviamo un edificio a due piani che presenta una facciata con una particolare decorazione che riprende le influenze della corrente di gusto medievalista, e lasciamo ai lettori il gusto della scoperta.
In borgo San Rocco altro edificio da annoverare nel gusto liberty è il palazzo Manzoni, in piazza Vittorio Emanuele II. Questo edificio andrebbe analizzato nella sua composizione originaria prima dell’ampliamento che ha falsato sostanzialmente i principi stilistici originari. La palazzina presentava un piano terra e un primo piano sostanzialmente lineari ma caratterizzata, nella parte centrale del corpo di fabbricato, da un secondo piano “nobile” la cui sommità era coronata da una sorta di edicola con pinnacolo recante la scritta “F.lli Manzoni”.
L’economia della Sant’Angelo di fine ‘800 era strettamente legata al mondo agricolo e proprio da questa realtà prendono spunto le prime iniziative industriali del primo Novecento che vedono l’apertura della Latteria Sociale (maggio 1900), la filatura di lino e canapa della ditta Trombini di Giuseppe Castellini, la ditta Mascheroni per la produzione di burro, la brillatura del riso di Pietro Soresina, lo sviluppo delle industrie in campo metallurgico con la fabbrica di macchine agricole Morzenti e la fonderia Medetti, le fabbriche di amaretti di Giovanni Gallina e Tommaso Nosotti, unitamente a imprese nel commercio di granaglie e bestiame.
Sempre in borgo di San Rocco, al precedente esempio di edificio residenziale con annessa officina, se ne contrappone uno industriale, quello della Fonderia Manzoni all’inizio di via dello Statuto.
Nel nuovo edificio vengono introdotti i principi innovativi del Liberty, uso del ferro per le travature di copertura delle officine, murature perimetrali in mattoni posati a vista ed elementi decorativi in cemento. Sfortunatamente di questo complesso industriale rimane solo una porzione di muratura dove evidenti affiorano i tratti del gusto Liberty; decorazioni che incorniciano le finestre con voltini in mattone posato a vista.
Merita una segnalazione particolare, ai fini dell’informazione, dal momento che stiamo parlando di uso del ferro, il ponte sul fiume Lambro settentrionale presso la cascina “Mottina”, edificato nei primi anni del 1900 in concomitanza con la nuova linea tranviaria Sant’Angelo-Lodi, che presenta una struttura portante costituita da un complesso impalcato reticolare in ferro.
Parallelamente agli insediamenti di attività industriale si assiste, nella zona a sud della borgata, ad uno sviluppo urbanistico residenziale, prodotto dalla nuova classe borghese legata al mondo del commercio, anche in questo caso collegato al mondo agricolo: granaglie, bestiame, derivati del latte.
Questa nuova edificazione è caratterizzata principalmente dal villino monofamiliare che riprende, anche in questo caso, i principi stilistici del liberty unitamente ai dettami del movimento medievalista.
Ad esemplificazione di quanto detto, prendiamo come riferimento la villa posta in via Giuseppe Mazzini al numero civico 58, la quale presenta prospetti in mattone posato a vista e ingresso a loggia con colonne.
Altro interessante esempio lo troviamo al termine sempre di via Giuseppe Mazzini, a fronte della caserma dei pompieri dove tutto l’edificio è impreziosito da una decorazione a grafito che corona il sotto gronda e le facciate con finestrature a “bifora”.
Sempre in questa area di espansione, a sud del centro cittadino da tutti conosciuta come la Vignola, troviamo altri due edifici, non più residenziali ma pubblici, la scuola elementare di via Riccardo Morzenti (1904), dove il mattone posato a vista è l’elemento caratterizzante e il vicino Oratorio San Luigi edificato nel 1927, dove vengono utilizzate apertura a bifora e il concetto del loggiato.
A questi edifici se ne aggiungono altri che, nel loro piccolo, conferiscono al quartiere una propria identità che rispecchia la spinta innovativa della nuova classe sociale che si va imponendo nei primi decenni del 1900.

 

IL PONTE - foglio d'informazione locale di Sant'Angelo Lodigiano

A sinistra: la facciata del palazzo dei Fratelli Manzoni situato nell’allora largo del Ponte (oggi piazza Vittorio Emanuele II) edificato nei primi anni del ‘900;quello che rimane dell’edificio industriale della fonderia Manzoni in via dello Statuto; la facciata affrescata di un’abitazione in via don Domenico Savarè.
Qui sotto: il palazzo in piazza della Libertà con un bellissimo esempio di stile Liberty in cui predominano decorazioni di gusto floreale; l’interessante scorcio di un villino in via Mazzini al numero civico 58 con motivi di stile liberty; l’affresco con decorazioni floreali e il lampadario in ferro battuto nell’atrio di un palazzo in via Umberto I;; .