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di Lorenzo Rinaldi SAbbandonate da anni al loro destino, le cascine Musella e Musellina verranno messe in vendita nei prossimi mesi. Lo hanno annunciato lo scorso agosto i vertici della Fondazione Morando Bolognini, che oltre al castello controlla fondi coltivati e alcune aziende agricole. Situate al margine del quartiere San Rocco, tra il corso del Lambro e la nuova tangenziale in direzione Pavia, le due cascine rappresentano uno degli ultimi esempi presenti in città di economia rurale, anche se l’incuria a cui sono state costrette e il trascorrere degli anni ne hanno deturpato in maniera evidente l’aspetto e la struttura. In particolare la cascina Musella, quella più interessante sotto il profilo architettonico, mostra tutti i segni del tempo e dell’assenza di manutenzione: risale a pochi anni fa il crollo del rosone geometrico in laterizio che ne impreziosiva la porcilaia e che era visibile entrando in Sant’Angelo. Al futuro della Musellina (la cascina più vicina alla tangenziale) è invece strettamente connesso il destino del pregevole affresco che rappresenta San Benedetto Giuseppe Labre e situato sul lato corto di uno dei caseggiati. Nell’autunno del 1770 la famiglia Savarè, abitante alla Musellina, ospitò Benedetto Giuseppe Labre, durante il suo pellegrinaggio dalla Francia a Roma. Nel 1883 per ricordare l’evento fu apposto l’affresco, rappresentante il Santo, opera del pittore santangiolino Vittorio Toscani, su un caseggiato delle sorelle Rovida. L’affresco è ancora oggi presente, ma rischia di deteriorarsi velocemente: per questo pochi anni fa l’allora parroco di Maria Madre della Chiesa, don Pierluigi Leva, aveva proposto alla Fondazione Bolognini l’autorizzazione a staccarlo e conservarlo nella parrocchia di San Rocco, ricevendone però un inspiegabile rifiuto. Oggi, con la procedura di vendita imminente, i vertici della Fondazione (nel frattempo cambiati) hanno la possibilità di tornare sulla loro decisione.
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