L’estate che sta finendo merita un saluto con una ricetta a base di una magnifica protagonista di questa stagione: la melanzana.
Spesso lasciata in disparte nelle nostre dispense, ha invece proprietà digestive, è ricca di fibre e di potassio e dunque utile per contrastare i crampi muscolari estivi e, se non la friggiamo, è stimolante per il fegato. La melanzana, poi, combatte la stipsi e l’anemia, e grazie alla presenza di antiossidanti si può considerare un cibo antitumorale. Una buona parte di questi antiossidanti si trova nella buccia, che quindi non va gettata, anche perchè contiene sostanze amare che sono utili per la funzionalità epatica e per il controllo del colesterolo. La melanzana appartiene alla famiglia delle solanacee, che comprende molte specie commestibili e altre velenose a causa del contenuto di solanina e altri alcaloidi psicoattivi. Nella melanzana le concentrazioni di solanina non sono elevatissime, a meno che non si mangino foglie e fiori crudi. La melanzana è invece molto ricca di instamina, che potrebbe dare reazioni pseudoallergiche in soggetti predisposti.
LA RICETTA
INGREDIENTI
da coltivazioni biologiche:
1 melanzana media (circa 400 g) bella soda
origano a piacere
150 g di farina di ceci
3 cucchiai di olio extravergine di oliva (EVO)
sale integrale marino.
PROCEDIMENTO
Come per la farinata, qualche ora prima (meglio la sera prima), stemperate la farina di ceci in 450 ml di acqua (3 volte il peso della farina) e salate. Lavate la melanzana, tagliatela a fette sottili e salatela per eliminare un po’ di acqua amara. È un procedimento antico che a volte non viene consigliato: per me è un ricordo profondo che rievoco ogni volta che preparo le melanzane. Dopo qualche ora strizzate le melanzane e posizionatele sul fondo di una teglia da forno della larghezza di 26/28 cm foderata di carta da forno. Spolveratele di abbondante origano e ricordatevi che sono già salate. Infornatele a 190 gradi per 10/15 minuti.
Togliete la teglia dal forno e versateci sopra la pastella di farina di ceci, alla quale avrete aggiunto un cucchiaio di olio. Alzate la temperatura del forno al massimo e posizionate la teglia sul fondo proseguendo la cottura per 5 minuti. Spostate poi la teglia a metà del forno abbassando la temperatura a 230 gradi, quindi proseguite la cottura per altri 10/15 minuti, finché non vedrete una perfetta doratura.
La tradizione prevede l’utilizzo di teglie di rame stagnate che ancor oggi si utilizzano per la cottura della farinata in Liguria. Io ho la fortuna di avere alcune magnifiche teglie in acciaio che ben si prestano a queste preparazioni: sono state realizzate negli anni ’60 da mio padre, per i santangiolini Luigi “el turnidur”, e il tempo non ha tolto nulla alla loro funzionalità!
marina.cecchi@yahoo.com