Sant'Angelo Calcio

Diario di Bordo
di Matteo Talpo


Tra un bel presente e un passato inquietante che riaffiora, il calcio barasino ha imboccato la lunga strada della pausa invernale. Il Sant’Angelo chiude il girone di andata del suo primo campionato di Promozione da quando è stato rifondato, cioè nell’estate del 2014, in quarta posizione e in piena bagarre per la vittoria finale. La squadra di mister Cristian Severgnini dista solo tre punti dalla vetta, attualmente occupata dall’Offanenghese. Dopo aver incrociato tutti gli avversari almeno una volta, i rossoneri hanno preso coscienza delle proprie potenzialità, il cui esponente massimo è Andrea Zingari, autore di 10 gol e ben 8 assist in 15 partite: in sostanza, nelle 25 segnature totali in campionato, l’ex professionista milanese ha messo lo zampino 18 volte. Sono numeri che parlano da soli.
Il resto non sfigura affatto. La difesa, comandata da Bottini e Marchesi, è la migliore del girone insieme a quella della Luisiana, avendo subìto solo 9 gol, mentre il centrocampo unisce tanta corsa a una buonissima tecnica: Carabelli, Andrea Orlandini e Bracchi valgono infatti anche categorie superiori. L’attacco, dove giganteggia per l’appunto Zingari, è invece rimasto orfano di Castellazzi. L’ex centravanti di Bano e Fanfulla è transitato dal “Chiesa” facendo un solo gol, in Coppa Italia, addirittura lo scorso 31 agosto. Un rendimento del genere non ha dato molta scelta alla dirigenza, che lo ha liberato sul mercato invernale apertosi a inizio dicembre. La partenza dell’ingombrante Castellazzi ha però allargato gli spazi delle giovani leve barasine. Lung, ragazzo del 1999, Soumahoro, del 1998 e Toscani, del 1996, hanno ricevuto il testimone dall’ex compagno e soprattutto Toscani, autore di tre reti in due gare nel mentre, si sta candidando al ruolo di titolare. Severgnini e la dirigenza hanno deciso di non ingaggiare gente nuova, puntando forte sulla linea verde e ottenendo finora risultati soddisfacenti. «C’è molto da insegnare», ha spiegato a più riprese l’allenatore rossonero in merito ai giovani, dicendosi stimolato dalla sfida.
Se dunque il Sant’Angelo attuale continua a riservare gioie ai propri tifosi, abituati da due stagioni e mezza alla vittoria, quello meno bello del passato più recente è invece riapparso in queste settimane sotto vesti inattese. Vicino alla cascina Belfuggito, dove molti santangiolini vanno a sgambettare per diletto, a inizio dicembre è stata scoperta (in verità ne erano già tutti a conoscenza) una maxi discarica abusiva: roulotte, macchine, frigoriferi, divani, tutta roba abbandonata e da buttare. Tra tanti ruderi, fa bella mostra di sé l’ex pullman del Sant’Angelo, che riporta alla mente ricordi non proprio allegri. Voluto dall’allora triade al potere composta da Meiani, Colombo e Consonni, parliamo di circa 12 anni fa, il torpedone rossonero ha attraversato una decade decadente dell’epopea rossonera; mai amato, spesso maltratto, di trasferte ne ha viste pochine; i passaggi della famiglia Quartaroli prima e di Lucariello poi ai vertici societari ne hanno accelerato la fine, oltre a quella societaria. A proposito, notizie dei due?
Lucariello, il giovane imprenditore milanese arrivato nell’estate 2013 e poi sparito nella primavera 2014, dando il colpo di grazia al vecchio Sant’Angelo, si era rifatto vivo nel marzo dell’anno scorso. Via telefono, con numero rigorosamente oscurato, aveva chiesto informazioni sulla situazione di quella che fino a un anno prima era stata la sua squadra, rammaricandosi ancora per come era finita l’avventura in riva al Lambro. Un’avventura che Lucariello aveva ricevuto dalle mani di Franco Quartaroli, il presidente del dopo Roveda. Tutti ricordano come andò a finire, cioè con la retrocessione dalla Serie D in uno stato societario di vera indigenza. Il “nostro” è stato visto di recente a Mede, in provincia di Pavia, a seguire il figlio Livio, tesserato per il Lomellina, squadra di Eccellenza. Dagli spalti, dove sedeva sicuro del fatto suo, parlava ancora di società da acquisire, vittorie centrate e da centrare. Nulla di nuovo sotto il sole insomma. Tornando invece al vecchio torpedone, nessuno sa bene perché sia finito lì, nei pressi del “Mio Lungo”, ma tutti invece sanno bene che oggi non ha più nulla a che fare con il Sant’Angelo, società sana e oculata che dal 2014 ha sbagliato davvero pochi colpi. Al ritorno in campo, domenica 15 gennaio, Severgnini e i suoi ragazzi giocheranno in trasferta a Masate, contro il Basiano.

 

IL PONTE - foglio dinformazione locale di SantAngelo Lodigiano