Addio al sindaco Gino Pasetti
È entrato a pieno titolo nella storia di Sant’Angelo: innumerevoli le opere che ha avviato
Amministratore di lungo corso, si è spento a 95 anni: i funerali nella chiesa di San Bartolomeo

di Lorenzo Rinaldi

Lo scorso 22 marzo, all’età di 95 anni, si è spento Gino Pasetti, uno dei sindaci destinati a entrare nella storia di Sant’Angelo per la longevità della propria azione amministrativa e per l’eredità che ha lasciato, fatta di innumerevoli opere pubbliche e istituzioni che ha contribuito a fondare. Pasetti verrà ricordato come il sindaco che, nel Dopoguerra, ha interpretato con maggior entusiasmo la spinta alla modernizzazione di quello che allora era semplicemente un grosso borgo senza particolari risorse economiche. Esponente della Democrazia Cristiana, ha guidato il Comune di Sant’Angelo dal 1956 al 1960 e, successivamente, dal 1970 al 1990. Dopo di lui il referendum sull’elezione diretta dei sindaci e l’arrivo di Domenico Crespi, altro sindaco la cui esperienza amministrativa è stata particolarmente longeva.
Il primo incarico da sindaco per Gino Pasetti arriva nel 1956, ma in precedenza, dal 1952, era stato vicesindaco e assessore all’istruzione: una palestra che si rivelerà fondamentale per il prosieguo della carriera politica.
Nato nel 1922 in una famiglia di cordai di borgo San Martino, Gino Pasetti ha la possibilità di studiare e, con l’amico Piero Boggi, si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Milano. La laurea sarebbe però arrivata all’Università di Genova, dove Pasetti si era trasferito per concludere gli studi. Dopo la laurea svolge per qualche tempo l’incarico di giudice conciliatore a Lodi; rifiuta la possibilità di continuare a lavorare nel campo della magistratura e sceglie di proseguire l’attività di famiglia: il padre infatti gestiva un negozio di tessuti (in precedenza vi si vendevano soprattutto corde e spaghi) a Pavia.
L’impegno nell’attività politica lo coinvolge fin da giovane. C’è una figura che contribuisce ad accendere in lui la passione per la “cosa pubblica”. Si tratta di don Nicola De Martino, sacerdote molto amato a Sant’Angelo, attivo nel periodo della Resistenza. È lo stesso Pasetti a rivelarlo, in un’intervista (probabilmente una delle ultime) rilasciata nel 2010 proprio a “Il Ponte”. “Non ho dubbi nell’indicare in don Nicola De Martino la persona che più ha influenzato certe scelte. Ho iniziato a interessarmi della cosa pubblica, senza incarichi ufficiali, perché chiamato dal dottor Antonio Moretti dell’amministrazione provvisoria, subito dopo la fine della guerra - così ricordava nell’intervista -. Mi chiese di collaborare con altri, in particolare con Mario Eusobio e Antonio Altrocchi, al rilancio della piccola scuola di arte industriale, originata dal lascito della contessa Bolognini”.
Il primo incarico amministrativo in giunta, come detto, è del 1952: Sant’Angelo è un paesone appena uscito dalla guerra. “Non lo definirei un paese povero - raccontava nel 2010 al “Il Ponte” - c’era operosità, molta gente si muoveva per lavoro. Un migliaio di persone erano impegnate nel commercio ambulante, un altro migliaio andava a Milano a lavorare, altri vivevano della pesca nel Lambro. C’erano solo piccole attività artigianali, Sant’Angelo non è mai stata sede di grandi aziende, l’unica era il Cotonificio”.

Sopra: Il sindaco Gino Pasetti interviene all’inaugurazione del laboratorio di panificazione a Vigarolo il 16 ottobre 1983. In secondo piano, da sinistra, Alberto Rampinini vice presidente panificatori milanesi, Antonio Marinoni presidente federazione panificatori, Angelo Bianchi direttore Istituto per la Cerealicoltura, Antonio Saletta assessore comunale all’istruzione.
A fianco: La consegna del “Santangiolino”, nel 1970, per le origini barasine della famiglia, al chirurgo Pietro Valdoni, considerato il fondatore della moderna chirurgia italiana.
Sotto: Con il senatore Pietro Nenni, storico politico socialista, il 2 giugno 1973, ospite della nostra città.

La spinta verso la modernizzazione del paese passa da tappe importanti, come l’arrivo del metano. “Siamo stati il primo paese del Lodigiano ad avere il metano - così Pasetti - ma non si può parlare di metano a Sant’Angelo senza ricordare l’amicizia tra Mario Beccaria (politico democristiano originario di Sant’Angelo ed eletto al Parlamento, ndr) ed Enrico Mattei, che veniva spesso da noi. Mattei non era un grande oratore, ma quando era fra amici - noi a Sant’Angelo ci trovavamo all’osteria della Porta - riusciva a incantare se raccontava dei suoi viaggi intorno al mondo. Ci contagiava con il suo entusiasmo per la scoperta del metano a Caviaga oppure per la decisione di creare il polo economico dell’Eni a San Donato, un polo che è stato ed è ancora una importante fonte di lavoro anche per tanti santangiolini”.
La seconda parte dell’esperienza da sindaco di Pasetti, dal 1970 al 1990, vede l’emergere di gravi problemi ambientali e di contrasti sociali. Due esempi: la vibrante protesta per il trasporto su gomma (con episodi che sfociano nella violenza) e quella per l’inquinamento del Lambro. Nel 2010 Pasetti ricordava così quegli anni: “All’inizio degli anni Settanta era emerso a Sant’Angelo un forte malessere per quanto riguardava il problema dei trasporti pubblici su gomma con costi ritenuti eccessivi rispetto al trasporto su rotaia e orari non adeguati alle esigenze dei tanti pendolari. Questo malessere è stato in qualche modo combattuto con atti amministrativi che hanno contribuito alla successiva nascita del Consorzio lodigiano dei trasporti. (…) Per la situazione dell’inquinamento eravamo esasperati. Ci fu un’estate nella quale non si riusciva a respirare a causa dell’odore nauseabondo che proveniva dal Lambro, ridotto a canale per scarichi industriali, e dai campi circostanti dove venivano riversati liquami di ogni genere. Ci furono diverse manifestazioni spontanee con blocco del traffico, con le quali ho solidarizzato”.
A Pasetti si può a buon titolo attribuire l’appellativo di “sindaco delle opere pubbliche”. Numerosi gli interventi avviati e portati a termine, che hanno cambiato il volto di Sant’Angelo. Solo per fare qualche esempio l’acquisto del terreno per la costruzione del Villaggio Pilota, la realizzazione della scuola elementare di viale Montegrappa, l’ampliamento della vecchia scuola elementare di via Morzenti, l’ampliamento della scuola media Baracca di viale Partigiani, la costruzione della piscina comunale, la costruzione degli alloggi popolari in via San Martino e Lazzaretto. E ancora, la costruzione della caserma dei carabinieri, l’acquisto del vecchio ospedale Delmati (l’attuale municipio), la costruzione della palestra di piazza Duca degli Abruzzi, l’acquisto di Villa Cortese. Tra gli interventi più importanti della sua esperienza amministrativa spiccano poi la metanizzazione di Sant’Angelo e la fondazione della Metano Sant’Angelo, l’istituzione della Farmacia comunale con la costruzione della sede (un ruolo importante l’ebbe anche l’assessore Maria Brunetti Soini, da poco scomparsa), l’istituzione delle sezioni staccate dell’istituto tecnico Volta, dell’istituto magistrale Maffeo Vegio, dell’istituto commerciale Bassi che diventerà in seguito sede autonoma. Di grande rilevanza, nel 1980, l’ottenimento della “Scuola per addetti alle industrie molitorie e della panificazione” collocata nell’edificio di Villa Redentore a Vigarolo. A seguito del grave inquinamento del Lambro, Pasetti è stato tra i fondatori del Consorzio Basso Lambro, oggi confluito in Sal, Società acqua lodigiana.

IL PONTE - foglio dinformazione locale di SantAngelo Lodigiano