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Si può lasciare un ospedale senza bar e rivendita di giornali per diversi mesi, nel bel mezzo dell’estate? Al Delmati di Sant’Angelo sì. I quotidiani locali nelle scorse settimane hanno dedicato ampio spazio alla chiusura del piccolo bar del nostro ospedale, al pensionamento degli storici titolari e alla decisione dell’Azienda ospedaliera (oggi si chiama Azienda socio sanitaria territoriale, Asst) di indire un bando per la riqualificazione del bar e la nuova gestione. Peccato che i tempi del bando siano lunghi e nel frattempo non si sia pensato a una soluzione alternativa. Risultato: il vecchio bar chiude e per alcuni mesi (si spera pochi, ma non ci sono certezze) il Delmati rimarrà senza un servizio di primaria importanza. La storia del bar è emblematica di come l’ospedale di Sant’Angelo sia stato abbandonato dai vertici della sanità lodigiana e regionale. O almeno questa è la sensazione di molti. Non è un polo per acuti, non ha la rianimazione, è stato spogliato del primo intervento e sono state chiuse le sale operatorie realizzate solo pochi anni fa per la Day surgery. I medici e il personale non si stracciano le vesti, almeno pubblicamente, intanto i pazienti - di Sant’Angelo e dei paesi vicini - toccano con mano la riduzione dei servizi. Per ogni emergenza - anche non grave - occorre recarsi in qualsiasi orario al Pronto soccorso dell’ospedale di Lodi (sempre affollato) oppure al San Matteo di Pavia o al Predabissi di Vizzolo. |
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