Se l’impressionismo è il linguaggio pittorico che si basa soprattutto sulla luce e il colore, non c’è dubbio che la pittura di Bonaventura Giuliano va decisamente annoverata in questa espressione artistica.
Lo conferma la mostra antologica che dal 20 maggio all’11 giugno scorsi è stata allestita alla sala Girona dal Gruppo Pittori Santangiolini che hanno inteso rendere il giusto omaggio al quasi novantenne loro componente, esposizione resa possibile dalla collaborazione tra Comune e Pro Loco.
Una sequenza di opere che ha lasciato stupiti i numerosi visitatori per la bellezza dei dipinti in cui Bonaventura trasmette sensazioni che non richiedono tante spiegazioni, ma colpiscono per un linguaggio poetico semplice e allo stesso tempo di grande intensità.
Da sinistra, Gianpiero Brunelli, Angelo Savarè e Bonaventura Giuliano, intrattengono il pubblico durante l’inaugurazione della mostra.
Ritratti, nature morte, le tipiche processioni, paesaggi con colori che rammentano le origini di uomo del sud, lo splendido dipinto con cavalli galoppanti che richiama alla tecnica dei macchiaioli, il pregevole interno di una cattedrale gotica che riporta alla memoria i trascorsi giovanili di Bonaventura studente di architettura, ma soprattutto sorprendono i numerosi studi a china sull’anatomia del viso in cui emerge la preparazione artistica di Bonaventura appresa al “corso di nudo” dell’accademia di Brera e alla “scuola d’arte” del Castello Sforzesco di Milano.
La popolarità di Bonaventura Giuliano ha favorito una folta partecipazione all’inaugurazione della mostra, impreziosita dagli interventi di Luisella Pellegrini assessore comunale alla cultura, di Gianpiero Brunelli, Angelo Savarè, Carlo Fratti del Gruppo Pittori, di Antonio Volpi presidente della Pro Loco e del giornalista Luigi Albertini nella sua ultima apparizione pubblica, venuto a mancare alcuni giorni dopo.