L’anno scolastico al via con il calo degli iscritti alle materne: un dato su cui riflettere
Aumenta il numero dei ragazzi stranieri, soprattutto nelle classi delle medie
di Lorenzo Rinaldi
È ripartito l’anno scolastico e al suono della prima campanella sono quasi 1800 i bambini e ragazzi che hanno affollato gli istituti di Sant’Angelo, dalle scuole materne alle superiori. Nel corso dell’estate il consiglio comunale ha approvato il Piano per il diritto allo studio 2017/2018, il documento chiamato a programmare la stagione della scuola e a fissare numeri e indirizzi per quanto di competenza del Comune. La didattica è ovviamente “affare” delle scuole e del Ministero dell’Istruzione, ma compito della pubblica amministrazione locale è garantire uguale accesso a tutti all’istruzione, integrare le attività e prendersi cura degli edifici di proprietà.
La mappa delle scuole
Partiamo dai numeri per disegnare una mappa delle scuole santangioline e di quanti alunni le frequentano. Una nota introduttiva: tutti i dati che riporteremo sono tratti dal Piano diritto allo studio, documento che fotografa la situazione nel corso dell’estate sulla base delle iscrizioni ufficiali segnalate dalle scuole; a settembre con il reale avvio delle attività questi numeri possono leggermente variare anche se la sostanza non cambia. L’anno scolastico 2017/2018 si è aperto con 1799 iscritti, un numero in leggero aumento rispetto ai 1758 iscritti dell’anno scolastico 2016/2017. La crescita complessiva degli alunni non si rispecchia però in egual modo nei vari gradi di istruzione. Partiamo dalle scuole dell’infanzia, che a Sant’Angelo sono due e sono paritarie, cioè non statali: la scuola dell’infanzia Madre Cabrini, la più grande, ha registrato 139 iscrizioni, in calo rispetto alle 152 del 2016/2017. La scuola dell’infanzia Vigorelli, che copre il bacino di San Rocco, parte con 72 iscritti, sulla carta uno in meno rispetto al settembre 2016. La riduzione del numero degli iscritti alle scuole dell’infanzia è un dato su cui riflettere. Innanzitutto si tratta di un aspetto negativo, perché la scuola dell’infanzia riveste importanza fondamentale nella crescita e nella socializzazione dei bambini. Nel caso di Sant’Angelo poi la preoccupazione aumenta perché negli ultimi anni le scuole dell’infanzia hanno rivestito anche un significativo ruolo sul fronte dell’integrazione e dell’inclusione dei bambini stranieri, che altrimenti rischiano di rimanere all’interno del proprio nucleo familiare fino al raggiungimento dell’età per l’iscrizione alla scuola primaria. A pesare sul calo degli iscritti, probabilmente, è stato anche l’aumento delle rette deciso per far fronte al venir meno dei contributi comunali, vicenda della quale “Il Ponte” si è ampiamente occupato negli scorsi mesi. Sarebbe interessante inoltre verificare quanti bambini di Sant’Angelo sono stati iscritti alle scuole dell’infanzia statali dei paesi vicini, dove non è previsto il pagamento di una retta.
Passiamo agli altri ordini di studio. L’anno scolastico 2017/2018 si apre con 362 iscritti alla scuola primaria Riccardo Morzenti (nel 2016/2017 erano 352) e con 243 iscritti alla scuola primaria Collodi di viale Montegrappa (nel 2016/2017 erano 247). Le scuole secondarie di primo grado (le vecchie scuole medie) registrano 317 iscritti per il plesso di via Bracchi (nel 2016/2017 erano 326) e 238 iscritti per il plesso di viale Montegrappa (nel 2016/2017 erano 208). L’unico istituto superiore della città di Sant’Angelo, il Raimondo Pandini, vede aumentare in maniera sostanziosa il numero degli alunni: gli iscritti all’anno scolastico 2017/2018 sono 428 rispetto ai 400 dell’anno scolastico 2016/2017.
Stranieri in aumento
Definita la mappa degli iscritti, vediamo ora come si muove la popolazione straniera all’interno delle singole scuole. Si tratta di un altro aspetto molto importante, perché ormai la componente straniera a Sant’Angelo è elevata e radicata (siamo uno dei paesi del Lodigiano con la percentuale più alta di residenti stranieri), verrebbe da dire ormai “istituzionalizzata”. Il mondo della scuola e soprattutto il corpo docente da anni ormai stanno lavorando anche su questo fronte caldissimo, molto prima e molto meglio delle autorità comunali e questo è un dato lampante, sotto gli occhi di tutti. Senza l’impegno degli insegnanti, talvolta anche fuori dagli orari lavorativi, il problema dell’integrazione nella nostra città sarebbe ancora di più un’emergenza sociale. L’anno scolastico 2017/2018 si apre con 479 alunni stranieri, che rappresentano il 26,6 per cento della popolazione scolastica complessiva. L’anno scolastico 2016/2017 aveva invece registrato l’iscrizione di 431 alunni stranieri. Dunque il loro numero è in aumento. In particolare cresce la componente straniera al Pandini (si passa dai 30 alunni del 2016/2017 ai 56 alunni del 2017/2018), alle scuole secondarie di primo grado (alle Bracchi si passa dai 65 alunni del 2016/2017 ai 74 del 2017/2018, alle scuole di viale Montegrappa si passa dai 62 alunni del 2016/2017 ai 71 del 2017/2018) e alle scuole primarie Morzenti, dove si passa dai 114 alunni del 2016/2017 ai 119 del 2017/2018. Alla scuola primaria di viale Montegrappa invece il numero degli alunni stranieri è stabile a quota 95, anche se come detto nel corso del mese di settembre qualche variazione potrebbe registrarsi. Alla scuola dell’infanzia Madre Cabrini si passa dai 39 iscritti del 2016/2017 ai 33 del 2017/2018, mentre alla scuola dell’infanzia Vigorelli si passa dai 25 alunni del 2016/2017 ai 31 del 2017/2018.
Stranieri e dispersione scolastica
Le scuole con la più alta percentuale di alunni stranieri si confermano quelle di viale Montegrappa, a San Rocco, quartiere che ospita una nutrita e variegata comunità di famiglie non italiane. Alla scuola dell’infanzia Vigorelli il 43 per cento dei bambini iscritti è straniero, alla scuola primaria Collodi il 39 per cento degli iscritti è straniero, alla scuola secondaria di primo grado di viale Montegrappa il 29,8 per cento degli iscritti è straniero. Passiamo alle altre scuole. Alla scuola dell’infanzia Madre Cabrini il numero di stranieri rappresenta il 23,7 per cento del totale degli iscritti, alla scuola primaria Morzenti questa quota sale al 32,8 per cento, alle secondarie di primo grado Bracchi si scende al 23,3 per cento. Numeri inferiori al Pandini, dove la componente straniera rappresenta il 13,1 per cento del totale degli iscritti. Il quadro descritto appare in linea con i dati statistici italiani: la popolazione straniera è in crescita soprattutto nelle fasce più giovani e la natalità nelle famiglie straniere è più elevata rispetto alle famiglie italiane. A Sant’Angelo peraltro è proprio la popolazione straniera quella più soggetta al problema della dispersione scolastica, cioè di quei ragazzi che non terminano il percorso delle scuole dell’obbligo e sovente sono esposti a situazioni di fragilità o emarginazione sociale. Lo attesta lo stesso Piano diritto allo studio: “Il fenomeno (la dispersione scolastica, ndr) di fatto è limitato alla scuola secondaria di primo grado - le vecchie scuole medie - e coinvolge principalmente gli alunni di origine straniera”. Sarebbe interessante capire quanto è radicato il fenomeno, quanto sono diffuse le situazioni a rischio e in che misura si sta cercando di affrontare il problema.
Niente fasce Isee alla mensa
Il Piano diritto allo studio - che è un documento pubblico e che qualsiasi cittadino ha il diritto di visionare - prevede poi un’ampia serie di servizi e progetti, alcuni disposti per legge, altri introdotti dal nostro Comune. Vale però la pena di soffermarsi su due ultimi aspetti. Il primo riguarda il servizio di ristorazione scolastica, che nel corso degli anni ha riscontrato numerosi casi di morosità, fenomeno peraltro diffuso non solo a Sant’Angelo. Il Piano diritto allo studio non indica l’entità dei mancati pagamenti, cioè gli arretrati che il Comune deve riscuotere, ma segnala che “particolare attenzione verrà data al recupero dei mancati pagamenti” e che “la frequenza (della mensa scolastica, ndr) potrà partire purché in regola con i pagamenti”. Restano invariate le tariffe dello scorso anno, cioè un’unica fascia, per un corrispettivo di 4 euro al giorno per i residenti e 4,50 per i non residenti.
E il pedibus?
Un ultimo appunto riguarda il servizio di trasporto scolastico. Nel Piano diritto allo studio si legge che “mentre diversi Comuni optano per il servizio pedibus, questa Amministrazione, nel rispetto delle esigenze di sicurezza e di tutela dell’individuo, ha istituito il servizio trasporto”. Noi siamo al contrario convinti che disincentivare l’utilizzo degli autobus e spronare bambini e ragazzi ad andare a scuola a piedi rappresenti un fattore positivo, ne guadagnerebbero l’ambiente, la salute degli scolari e la loro socializzazione. In fondo basta guardare al passato, quando nei piccoli paesi (e Sant’Angelo non è una metropoli) per andare a scuola si usavano le gambe o la bicicletta, si chiacchierava e si pedalava in compagnia!
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