C’è un mondo che non conosciamo eppure ci è così familiare, fantastico eppure così vero, perché ce lo immaginiamo proprio noi, dentro alle categorie di un reale mai rivelatoci appieno, come soltanto una qualche abilità narrativa può far scaturire.
E così Letizia Vitaloni, non certo alle prime armi in quel giocar con le parole che una formazione umanistica già di per sé può garantire, nell’esuberanza della sua opera prima, ci consegna il dispositivo ben oliato attraverso il quale, come nella tradizione più classica, è un sapiente narratore esterno onnisciente ad accompagnarci in quel mondo che poi così irreale non è, dentro alla modernità urbana di un’ipotetica location di provincia, tra casa e scuola di un quartiere popolare, che sì lontano dal mondo, alla fine, non lo è davvero.
“ Perché darvi indizi, perché - ci confessa l’io narrante - consegnarvi gli elementi per disegnare con certezza nella vostra mente le strade, i ponti, i monumenti di questa città? Siate liberi di immaginarvela come più vi piace. Questa città non ha nome. È la mia? È la vostra? Forse, sta a voi deciderlo”.
Dentro c’è tutto Toby Flint, appunto, che potrebbe essere il ragazzino problematico che ciascuno di noi ha comunque incontrato ai tempi della scuola, ai margini di una classe che oggi pur forzatamente lo vorrebbe “includere”; o potremmo esserlo anche noi, in quella voglia di riscatto che l’adolescenza ci porta, sentendoci sempre o talvolta in direzione ostinata e contraria a quel mondo apparentemente ostile, incompresi nell’inadeguatezza del nostro cambiare. Mondo giovanile di cui la Vitaloni ha tangibile esperienza quotidiana, insegnante di lettere oggi, con alle spalle interventi educativi nel sociale prima, per quei bimbi in difficoltà da contesti di famiglie fragili.
E anche a “… Toby, quello vero” va quindi la dedica del testo a cui l’autrice, d’intorno, arrangia un intreccio congegnato ad arte, dove gli elementi del fantastico tessono sì i contorni del genere, ma divengono al contempo i parallelismi con la nostra contemporaneità in cui, piuttosto, pare sempre la realtà aver la meglio sulla fantasia. E allora non è mai finzione fino in fondo quel che si nasconde dietro la follia collettiva ove chi ci circonda sembra aver dimenticato com’era il mondo fino al giorno prima: tutti qui, tranne i comprimari come il professor Connor o la ragazzina dai capelli d’argento, che con Toby si preoccuperanno di salvare il mondo, non solo sullo sfondo di quel complicato passaggio esistenziale dalle scuole elementari alle medie.
E dato che c’è un santangiolino in ogni dove, incontro per caso Letizia Vitaloni a promuovere il testo lo scorso maggio all’importante traguardo del Salone del libro di Torino, da giugno in libreria per la collana “Nuove Fantasie”, dell’editrice bresciana EKT Edikit.
Presente on line, il testo è acquistabile anche in versione digitale su amazon.it.
(Letizia Vitaloni, Toby Flint, Nuove Fantasie – EdiKiT, € 15).