Il santangiolino Enrico Vignati, sindaco di Inverno e Monteleone,
da anni è in prima linea nella battaglia: “Ora siamo arrivati a un punto gravissimo”
“La questione è stata sottovalutata e finora c’è stata poca informazione”
di Lorenzo Rinaldi
Le nubi dell’ampliamento dell’inceneritore di Corteolona si stendono anche su Sant’Angelo. L’area di caduta delle polveri del nuovo grande impianto di trattamento dei rifiuti comprenderà anche la nostra cittadina e si spingerà ben più in là, fino a lambire realtà come Lodi e Melegnano; ma toccherà anche la zona di San Colombano. Contro il progetto del nuovo termovalorizzatore si sono schierati i sindaci dei comuni del Basso Pavese, piccoli paesi con ben poca forza in una trattativa che si gioca su tavoli molto più importanti. In prima linea in questa battaglia c’è il sindaco di Inverno e Monteleone, Enrico Vignati, “trapiantato” nel vicino Pavese ormai da trent’anni ma che da buon santangiolino mantiene solide le radici con la propria città natale.
Sindaco partiamo dall’inizio. Cosa esiste oggi a Corteolona?
“Oggi è in funzione il termovalorizzatore di A2A che brucia rifiuti urbani e assimilabili agli urbani. Si tratta di un impianto avviato nel 2004”.
Qual è invece la prospettiva di ampliamento?
“A2A ha pensato di dismettere l’attuale impianto, ritenuto evidentemente obsoleto, e di realizzarne uno che tratti tre volte tanto la quantità di rifiuti attuale”.
Può fornirci qualche numero?
“Attualmente l’impianto tratta circa 80 mila tonnellate annue di rifiuti, si passerebbe a 230 mila”.
E qui nascono le vostre preoccupazioni. Da dove cominciamo?
“Già oggi l’impianto tratta rifiuti prodotti in provincia di Pavia, ma non solo. Il nuovo riuscirà a trattare i rifiuti prodotti in provincia di Pavia e avrà poi ampio spazio per i rifiuti in arrivo da altre parti d’Italia”.
Lei e i suoi colleghi da tempo vi battete per bloccare l’ampliamento. La sensazione tuttavia è che il progetto andrà in porto. Condivide?
“Oggi purtroppo siamo arrivati a un punto dell’iter autorizzativo che ritengo gravissimo”.
Si spieghi meglio.
“La Regione Lombardia ha già dato il proprio ok, manca l’ultimo passo, cioè l’autorizzazione della Provincia di Pavia. A2A è pronta a partire con i lavori. Ricordo che il progetto risale al 2009, i comuni del Basso Pavese hanno fatto ricorso al Tar, ricorso bocciato, e nel frattempo l’iter è andato avanti. Oggi davvero l’ultima parola spetta alla Provincia”.
Nonostante le vostre preoccupazioni e la vostra mobilitazione, a Sant’Angelo si sa ben poco di quanto sta avvenendo nella vicina Corteolona. Ci indichi almeno due buone ragioni per cui valga la pena di tenere alta l’attenzione.
“In primo luogo perché Sant’Angelo e i centri limitrofi sono compresi nella zona di ricaduta delle polveri del nuovo inceneritore. E poi non dimentichiamo che triplicare i rifiuti trattati significa aumentare in maniera imponente il passaggio dei camion che li trasportano, anche nella zona di Sant’Angelo”.
Perché allora si sa così poco?
“Forse perché tra gli enti provinciali di Pavia e Lodi c’è stata poca informazione e forse qualcuno ha sottovalutato la questione”.
Ma i sindaci sapevano?
“Sant’Angelo, San Colombano e Graffignana fanno parte del Parco della collina, insieme a Inverno e Monteleone. Da tempo, almeno dal 2012, al tavolo del Parco ho portato il problema dell’inceneritore di Corteolona, dunque - senza intento polemico - posso affermare che sapevano benissimo. Credo che un amministratore sia tenuto a conoscere quello che succede fuori dalla propria porta”.
Altro tema scottante, l’utilizzo dei fanghi in agricoltura. Numerosi sindaci, ad esempio quelli di Lodi Vecchio e Casalpusterlengo, sono impegnati a limitarne l’uso vicino alle case. A Sant’Angelo invece se ne parla pochissimo. Lei è in prima linea da anni. Cosa la preoccupa?
“Sto portando avanti da circa dieci anni una battaglia contro l’utilizzo indiscriminato di questi prodotti, che oltre ai fastidiosi miasmi che ammorbano le nostre estati sono un vero e proprio pericolo per la falda acquifera. Fra i vari incontri ho avuto modo di spiegare proprio a Sant’Angelo, in un’assemblea pubblica presso la Sala Girona, come sia importante utilizzare lo strumento del Piano di governo del territorio per limitare il campo d’azione degli spandimenti, confinandoli a 500 metri dal centro abitato, così come è importante avere a disposizione chi effettua i controlli ambientali. Ho istituito nel mio Comune un distretto di Gev, le guardie ambientali di Regione Lombardia, al quale finora hanno aderito con convenzione ben 21 Comuni, fra cui il Comune di Pavia. A volte agli amministratori capitano delle opportunità, bisogna saperle cogliere”.
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