L’Avis di Sant’Angelo per Amatrice
Una testimonianza per non dimenticare

“Un giorno la vita mi ha
colpito talmente forte
che ho imparato a resistere”


di Matteo Fratti

In occasione della Giornata del Donatore 2017, dalle sentite parole del segretario Avis Comunale e consigliere provinciale Mauro Cremascoli, segue estratto inedito a spiegare l’inizio di un sodalizio di volontariato, che non è tramontato all’indomani dell’emergenza terremoto in centro Italia del 24 agosto 2016, ma ha continuato a tendere le braccia a più di un anno dalla tragedia, dopo l’invito nei luoghi terremotati da parte delle sezioni coinvolte, al concretizzarsi dell’acquisto di un’autoemoteca alla fine dell’aprile scorso, per continuare l’attività donazionale. Grazie alla compartecipazione solidale di quelle sezioni da subito alla ricerca di un contatto umanamente vicino alle aree interessate dagli eventi, un piccolo approdo all’inaugurazione di un mezzo da cui ripartire. Pur distanti nel tempo, ne riproponiamo la vivida testimonianza in un momento dove, pur affievolendosi i riflettori della notizia, non si cancellano là difficoltà ancora vive.

Ciao Mauro, mi interessava conoscere intanto quando o come è nato questo contatto con la sezione Avis di Amatrice …
Il contatto con l’Avis di Amatrice nasce il giorno successivo il tragico sisma del 24 agosto per volontà della Presidente Ornella Grecchi. Abbiamo sentito tutti gli appelli in tv o alla radio a donare nei giorni successivi al sisma; mossa da spirito di solidarietà la nostra Presidente ha cercato di mettersi in contatto con le realtà associative di Amatrice senza riuscirci perchè le linee erano saltate e i sopravvissuti avevano i cellulari sotto le macerie. Ornella dopo diverse telefonate, anche ai centri di crisi della prefettura di Rieti, è riuscita a contattare Giuseppe Zelli, Presidente dell’Avis Provinciale di Rieti, con cui è nato un solido rapporto di amicizia. L’intento era quello di recepire le esigenze, seppur a distanza, per essere vicini a loro, come dice spesso Ornella,”Avis con Avis”. La volontà e l’istinto di Ornella è stato poi affiancato e sposato da tutto il nostro Consiglio.
Ma si è sviluppato con un progetto o è stato qualcosa di istintivo, che si esaurisce con quest’esperienza?
La volontà di stare vicini ad una Avis sfortunata, per la quale la perdita di una sede e del centro di raccolta presso l’ospedale era comunque un male minore rispetto al tributo di vite spezzate tra i donatori e tra i volontari, è stata incanalata nell’adesione al progetto “iniziamo da qui, per arrivare qui” - con la foto dell’ospedale di Amatrice distrutto come partenza, e con l’immagine dell’autoemoteca come punto di arrivo-. Solidarietà nel dono, nient’altro. Abbiamo partecipato al progetto come Avis Comunale di Sant’Angelo e coinvolgendo l’Avis Provinciale di Lodi per aiutare la Comunale di Amatrice - il cui bacino di donatori copre diversi comuni terremotati - a dotarsi di un centro di raccolta mobile che consentisse ai donatori locali di ritornare a donare nel proprio territorio. In realtà ci siamo fortunatamente resi conto che c’è stato un circolo virtuoso che ha coinvolto Avis e altre realtà associative del dono del sangue da tutta Italia. E l’amicizia e il legame con Giuseppe Zelli di Rieti e con Francesco Di Marco di Amatrice certo non si esaurisce qui. In questi giorni sono state raccolte le prime sacche con l’autoemoteca e per noi è una festa averne notizia. La Comunale di Amatrice deve poi dotarsi di una sede provvisoria, una casetta di legno che può ospitare un ufficio, per cui si mobiliterà per rendere pubblico anche questo progetto. Del resto alla nostra festa Francesco di Marco, Presidente, non aveva neanche il labaro della Comunale, rimasto sotto le macerie del centro di Amatrice e perso per sempre.
Quando e in quale occasione vi siete incontrati, di quali luoghi puoi dare testimonianza?
Ad Ottobre, alla nostra festa, sono state nostre ospiti le delegazioni colpite e sentire i racconti di quanto hanno vissuto è stata un’esperienza di vita, superata solo dal viaggio del 30 aprile là, nei luoghi della devastazione, tra le poche persone rimaste, che tuttavia hanno avuto la forza e la volontà di voler festeggiare con noi l’inaugurazione del loro ricominciare. Il 29 aprile si sono incontrate a cena a Rieti tutte le delegazioni associative arrivate da tutta Italia e l’indomani, in corteo di auto dietro la splendida e coloratissima autoemoteca, da Rieti ci siamo mossi verso Amatrice, dove abbiamo passato tutto il giorno tra le Avis di tutta Italia, ospiti della Comunale di Amatrice. L’autoemoteca è stata intitolata ad una ragazza che faceva parte del Consiglio Direttivo della Comunale di Amatrice e che è scomparsa nella notte della prima scossa. All’inaugurazione ha presenziato anche la Dott.ssa Ciriello, presidente della Comunale di Amatrice al momento del sisma e che ha visto trarre in salvo dalla macerie il proprio figlio poco più che ventenne, purtroppo deceduto in seguito per complicazioni. Sorrisi e lacrime, ricordi di vita e di morte si sono avvicendati tra le vie meno disastrate di Amatrice. La zona rossa è un limite di pietà più che un confine presidiato dall’esercito. Le due torri, o ciò che ne resta, sono un simbolo, una cicatrice evocativa tra le colline indistinte di macerie del centro storico di una delle perle d’Italia. Ciò che comunque distrugge il cuore sono gli occhi e i visi delle persone che lottano, che portano con loro il ricordo di chi da una notte al giorno successivo non c’è più o il ricordo del terrore più totalizzante della loro vita.
L’autoemoteca è un piccolo approdo raggiunto, inaugura un nuovo inizio: di cosa si tratta?
Tecnicamente una autoemoteca è un camper allestito a centro di raccolta sangue, con 3 poltrone per i salassi, un lettino per far sostare il donatore dopo il prelievo e un frigo per conservare il sangue. Nell’autoemoteca operano i volontari, l’autista, un medico e un’infermiera; il fatto di avere le ruote consente di agevolare la raccolta in zone anche distanti 30 minuti o più da Amatrice, con strade peraltro in condizioni precarie per via dei numerosi terremoti occorsi.
Chi eravate come rappresentanza associativa?

Per la nostra Comunale e per la Provinciale di Lodi siamo andati in quattro: Ornella Grecchi Presidente della Comunale di Sant’Angelo e Vicepresidente Provinciale, il sottoscritto Mauro Cremascoli Segretario della Comunale e Consigliere dell’Avis Provinciale di Lodi, Emilio Battaini come fotografo e Laura Comaschi per effettuare le riprese di un filmato che pubblicheremo nelle prossime settimane.
Cosa ti ha colpito di più, della situazione e di quello che hai visto?
Se dovessi esprimermi su ciò che ho vissuto, posso dire senza ipocrisia che ho vissuto dal punto di vista umano una delle esperienze maggiormente coinvolgenti e commoventi. Se fossimo tutti volontari come lo sono loro, se fossimo tutti forti come lo sono loro, se amassimo tutti la propria terra come la amano loro, vivremmo in un luogo migliore. Ti lascio con la frase scritta sulla serigrafia dell’autoemoteca in coda al veicolo: “un giorno la vita mi ha colpito talmente forte, che ho imparato a resistere” frase della dott.ssa Ciriello, ex presidente dell’Avis Comunale di Amatrice.