Nel luglio 1941 parte per il fronte Russo il Csir (Corpo di spedizione italiano in Russia), spedizione italiana voluta per sostenere gli alleati tedeschi nell’attacco all’Unione Sovietica.
Nella divisione Celere del Csir è inquadrato il 3º Reggimento Bersaglieri, che nella battaglia del 25 dicembre 1941, poi denominata Battaglia di Natale, l’episodio più tragico della campagna di Russia, (1941-1943), fornisce prova del suo valore con un battaglione di bersaglieri accerchiato per dieci ore prima di riuscire a ritirarsi, lasciando sul campo centinaia di morti, feriti, e un gran numero di dispersi.
Fra i caduti figurano anche soldati santangiolini appartenenti al 3° Bersaglieri di cui è capitano Luigi Vinzia, che informa don Nicola De Martino con una lettera, inserita da Giuseppina Rognoni Bassi nel bel libro “Lettere dal fronte”, pubblicato nel 1994.
“Fronte Russo, 4 gennaio 1942. È con profondo dolore che vi annuncio la perdita del caporal maggiore Tonali Battista, caduto eroicamente il giorno di Natale. Nessuna notizia abbiamo poi di Rusconi Mario, per il momento risulta disperso. […] Sommariva, Codecasa, Codazzi, Fusari, Abbiati, Costante, Lagorio sono in ottima salute. Di Bignami, Lunghi e Molinari, non ho ancora potuto avere notizie, ma credo stiano bene. […] I Bersaglieri del 3° sono tutti dei prodi eroi ed il bel paese di Sant’Angelo ne può andare fiero”.
Una foto d’archivio della ritirata sul fronte russo
Nel corso della battaglia muore il cappellano Giovanni Mazzoni, colpito alla fronte da un proiettile mentre assisteva un bersagliere ferito. Ed è il capitano Luigi Vinzia che coraggiosamente recupera il corpo del sacerdote, assieme alle Ostie consacrate che teneva con sè: […] Alla mattina del 25 dicembre, poche ore prima della sua morte, padre Giovanni mi aveva impartita la S. Comunione senza confessarmi, mi baciò e partì. […] Solo io sapevo del Santissimo. Con la sua morte ho perso, non un amico, ma un fratello. […] Don Nicola, tengo sempre con me la bella reliquia di Madre Cabrini, che voi mi avete donato prima di partire. Mi ha salvato da tanti e tanti pericoli e continuerà a salvarmi“.
Il Papa Pio XII, venuto a conoscenza dell’encomiabile gesto, invia al capitano Luigi Vinzia una medaglia, manifestando “…a lui e ai suoi soldati la lode e la riconoscenza del Vicario di Gesù, anzi, dello stesso Dio Eucaristico”.
Luigi Vinzia, classe 1912, nato a Lodi, già insegnante nelle scuole elementari di San Colombano al Lambro, sposa la santangiolina Mariuccia Corbellini, anch’essa insegnante. È richiamato alle armi nel 1939 come capitano del 3° Reggimento Bersaglieri, a seguito di malattie contratte al fronte, muore in Russia il 4 aprile 1943, dove è sepolto nel Campo n. 160 a Suzdal, regione di Vladimir, insieme alle centinaia di soldati italiani morti di stenti e di una epidemia di tifo.
“È la notte di Natale e la affrontiamo digiuni e al freddo intensissimo. […] Alla fine la stanchezza ed il sonno vincono anche per questa Santa Notte senza campane, senza pastorali e canti natalizi”. Così il tenente Ermanno Fumagalli di Seveso, commilitone del Vinzia, scrive in una lettera alla vedova Corbellini Vinzia, ricordando il Natale del 1942, prigionieri nel campo di Bogutschar.