Perchè si dice: Va a Bagg a sonà l’òrghen!
Va a Bagg a sonà l’òrghen! ovvero “Va a Baggio a suonare l’organo!”. Questa tipica espressione popolare meneghina
è legata al quartiere di Baggio, ed è usata per levare di mezzo, in modo più o meno cortese, qualche
sbruffone o scocciatore o millantatore e mandarlo a fare una cosa impossibile. Il detto nasce da un fatto veramente
accaduto: ecco come e quando.
Baggio era un piccolo borgo sulla strada per Magenta e Novara (oggi quartiere periferico di Milano, venne
annesso alla città di Milano con Regio Decreto del 2 settembre 1923, assieme ad altri dieci comuni limitrofi
ora parte integrante del tessuto stesso della città).
Già dal 1070 a Baggio esisteva una chiesetta e nel 1865 fu deciso di ristrutturare e ampliare la piccola chiesa
parrocchiale di Sant’Apollinare, in quanto essa era ormai insufficiente a contenere il cospicuo aumento della
popolazione di fedeli, dovuto alla crescente importanza della vicina città di Milano.
Furono così raccolti i soldi, sia per le opere murarie, sia per dotarla di un magnifico organo che fosse il vanto dei
generosi parrocchiani.
Purtroppo, verso la conclusione dei lavori i fondi a disposizione andarono esauriti ancora prima di aver potuto
comprare l’organo.
Poiché si stavano organizzando i festeggiamenti per l’inaugurazione, per non deludere i parrocchiani donatori
si ricorse a un trucco che è passato alla storia: si chiamò un pittore e gli si fece dipingere, su una parete interna
rimessa a nuovo, uno stupendo organo a canne.
Così l’organo dipinto sul muro fece bella mostra di sé, suscitò scalpore traendo in inganno non poche persone
e procurò allegria, ma mai suonò!
I curiosi che volessero ora visitare la chiesa di Sant’Apollinare per ammirarlo, rimarrebbero però delusi perché
negli anni è stata nuovamente ristrutturata e dell’organo dipinto non è rimasta che la narrazione popolare.