Per l’ottantesimo di consacrazione della chiesa parrocchiale
e della beatificazione di madre Francesca Saverio Cabrini
di Lucrezia Semenza
Tre ragioni chiamavano in Basilica la sera di sabato 27 ottobre: il concerto per ricordare l’ottantesimo anniversario della consacrazione del tempio; l’occasione di ascoltare una suggestiva pagina di musica sacra di rarissima esecuzione; l’opportunità di visitare alcune mostre, prima fra tutte quella che, attraverso foto e reperti, curiosa tra le pieghe della costruzione di quella che sarebbe diventata uno dei vanti della nostra comunità, la Basilica, appunto.
A dispetto della pioggia battente la navata ha accolto tanta gente e quando don Ermanno ha presentato il concerto e i suoi esecutori, un applauso festante ha accolto l’ingresso dei cantori della Cappella Musicale della Cattedrale di Lodi, il quintetto di ottoni OFC e l’organista Michelangelo Lapolla diretti da don Piero Panzetti.
L’attesa per l’ascolto dell’inno “Akáthistos”, il più antico della Chiesa Bizantina (V secolo) in onore della Madre di Dio, non è stata delusa. Sostituito però l’originale “Akáthistos” a cappella e su testo greco con la versione corale realizzata dal musicista salesiano Luigi Lasagna (1906 – 1991), la complicità della traduzione italiana firmata dal servita Ermanno Toniolo ha fatto sì che l’avvenimento fluisse nella naturalezza di un incontro religioso capace di sfondare spazi di sacro e di storia e di cui tutti i presenti hanno goduto appieno.
Mentre il coro sapientemente diretto da don Panzetti illustrava episodi della Scrittura dedicati alla Vergine Madre, in dialogo costante con la tavolozza sonora dell’organista Lapolla e dei cinque strumenti a fiato, la suggestione di quel racconto riusciva a proiettare gli ascoltatori in uno spazio fantasiosamente spigolato di prospettive, inondato di luce, arricchito da quell’identica devozione per la Madre di Dio che, attraverso i secoli, ha saputo legare indissolubilmente i fedeli. “Chi canta prega due volte” diceva Sant’Agostino. E la radiosa apertura al mistero mariano via via intonata dal coro e restituita al pubblico con straordinaria intensità, testimonia da un lato la forza e la bellezza di quel canto e, dall’altro, la profetica attualità delle parole del Padre della Chiesa.
Il concerto si è concluso con l’esecuzione di alcuni brani della devozione popolare mariana e con quell’inno a Santa Cabrini che, intonato sottovoce da gran parte degli ascoltatori, è poi stato salutato con entusiasmo. Tra l’altro, l’affetto dei santangiolini per Madre Cabrini è ben testimoniato anche da una delle mostre, quella realizzata con vecchie foto di ottant’anni fa che illustrano l’arrivo della preziosa reliquia della Santa, l’ulna del braccio destro, poi collocata in chiesa. Un lunghissimo corteo di auto accompagnò, da Lodi a Sant’Angelo, il carro adorno di fiori con la reliquia, ovunque accolto con devozione ed entusiasmo. Era il 20 novembre 1938. Solo una settimana prima, in San Pietro a Roma, Madre Cabrini era stata beatificata.
Di grande interesse la mostra realizzata da Antonio Saletta e Beppe Roberti, dal titolo “Idee e uomini per una nuova Casa del Signore“ posta nella cappella della Madonna del Rosario. Quattro grandi pannelli con informazioni storiche e immagini d’epoca per documentare la realizzazione della nuova chiesa, i protagonisti e le fasi della costruzione e la consegna della chiesa alla comunità. Inedita l’esposizione dei bozzetti preparatori dei catini absidali e alcuni pregevoli manufatti in cotto realizzati per la decorazione esterna del tempio.
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Rilevante l’esposizione degli scatti fotografici di Simona Malattia, Luigi ed Emilio Battaini, che hanno illustrato con immagini di grande impatto scorci contemporanei della basilica.
Infine, i ragazzi e le ragazze della catechesi dell’oratorio San Luigi, che durante il September Fest hanno riscoperto la Basilica ridisegnandola e decorandola su grandi tabelloni esposti in Basilica.
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