di Lorenzo Rinaldi
Ci sono voluti sei anni e una spesa che supera i 150 mila euro per arrivare alla liquidazione della società Basso Lambro Impianti Spa, erede dello storico Consorzio Basso Lambro. Se non fosse stato per il quotidiano “il Cittadino”, che a fine novembre ha pubblicato la notizia, nessuno si sarebbe preso la briga di comunicare all’opinione pubblica la fine di una storia iniziata nel 1976 per rispondere all’ondata di proteste a seguito dello stato drammatico in cui versavano le acque del fiume Lambro. In oltre quarant’anni di attività il Basso Lambro ha costruito decine di depuratori tra le province di Lodi, Milano e Pavia, dando un impulso notevolissimo alla realizzazione degli impianti di depurazione di Milano, arrivata purtroppo con enorme ritardo.
Eppure oggi il Basso Lambro manda agli archivi senza clamore la propria gloriosa storia e purtroppo a Sant’Angelo - che del Consorzio è stata sede - non rimane nulla. Con la nascita di Sal, Società acqua lodigiana, negli anni Duemila, gli impianti di depurazione hanno cambiato proprietà. Contestualmente il Basso Lambro ha cambiato sede, spostandosi da Villa Cortese a un anonimo stabile comunale di viale Montegrappa per il quale ha pagato un affitto di 9 mila euro annui. La fase della liquidazione, iniziata nel 2012, è costata oltre 150 mila euro, cifra mai smentita, alla quale si arriva semplicemente sommando il compenso del liquidatore (l’ultimo presidente), 11 mila euro annui, a quello del collegio dei revisori, 15 mila euro annui.
L’ultima assemblea, il 13 novembre 2018, ha sancito la fine di un’esperienza civica e ambientale unica nel territorio dell’attuale provincia di Lodi, iniziata quando il Lodigiano faceva ancora parte della vecchia Provincia di Milano. La liquidazione ha permesso di distribuire ai comuni soci circa 17 milioni di euro. Non rimane altro e Sant’Angelo è destinata a perdere la memoria storica di quanto è stato fatto per il Lambro. Negli anni il Consorzio ha contribuito a creare una coscienza civica sui temi dell’ambiente e dell’inquinamento delle acque, ha lavorato nelle scuole, con i comuni, nelle piazze, per far comprendere che senza impianti di depurazione il Lambro non sarebbe mai rinato. Oggi il Basso Lambro va agli archivi, il Lambro è ancora lontano dall’essere ripulito, ma almeno il nostro territorio vanta una fitta rete di impianti di depurazione e, speriamo, una sensibilità ai temi ecologici un poco più robusta rispetto a quella del Dopoguerra.
|
|