CIl simbolo della Regione Lombardia, la “Rosa Camuna”, ha origini molto lontane ed è stato ideato elaborando graficamente delle famose incisioni rupestri trovate in Valcamonica, in provincia di Brescia
La Rosa Camuna risale alla civiltà dei Camuni, la popolazione che visse nella valle durante l’età del Ferro, in particolare dal VII al I secolo a.C.; il disegno della Rosa è composto da una linea che si sviluppa a mo’ di girandola o croce ansata a quattro bracci, intercalata da 9 pallini, di cui uno centrale, che si distribuiscono alternativamente dentro e fuori i quattro bracci della Rosa (tali pallini sono stati eliminati dal logo lombardo).
Questo simbolo è stato ritrovato 92 volte tra le 300.000 incisioni rupestri della Valcamonica (primo sito italiano tutelato dall’UNESCO, dal 1979, come patrimonio dell’umanità). La Rosa Camuna, incisa nella roccia, è spesso associata a guerrieri che sembrano danzare attorno a essa e a difenderla dall’aggressione di nemici armati. Gli studiosi pensano che tale simbolo sia stato diffuso attraverso il contatto tra popolazioni, fino ad arrivare in Valcamonica. Simboli simili sono stati ritrovati in Mesopotamia, Portogallo, Svezia e Gran Bretagna e fanno pensare a un simbolo usato dai guerrieri preistorici. Ma il suo significato è tuttora fonte di dibattito, non è facile interpretare un segno che appartiene a una cultura passata e ormai perduta. Addirittura alcuni studiosi suggeriscono che la Rosa Camuna avesse in origine un significato legato al sole, sviluppatosi poi in un simbolo più ampio di portafortuna.
Nel 1975 su proposta dell’allora assessore democristiano alla cultura della Regione Lombardia, Alessandro Fontana, la stilizzazione della Rosa Camuna è stata realizzata da Pino Tovaglia, Bob Noorda, Roberto Sambonet e Bruno Munari, ed è diventata il simbolo della Lombardia che ne è depositaria del marchio e ne regola l’utilizzo.