A regime l’iniziativa agricola sociale e sostenibile
della Comunità Il Pellicano a Monte Oliveto
di Matteo Fratti
Ci Castiraga Vidardo - “Abbiamo cominciato a seminare pomodori, insalate, zucchine, melanzane in una porzione della terra che avevamo a disposizione …”– racconta Peppo Castelvecchio, dirigente della Comunità di recupero “Il Pellicano” a Monte Oliveto – “… e nel corso di questi quattro anni abbiamo aumentato la superficie coltivata per cui adesso siamo arrivati addirittura a due ettari di terra lavorata da noi” -. Lungi dall’essere un’affermazione in cui si legga l’estensione di un’area agricola come fine dell’iniziativa, in queste parole c’è invece la soddisfazione che ha reso protagonista tutta una serie di soggetti messi a parte di un progetto nato nel 2015, dove la superficie da coltivare nei pressi di località Monte Oliveto nel comune di Castiraga Vidardo è stata piuttosto uno dei mezzi attraverso il quale raggiungere le persone più fragili, vere protagoniste di un’idea che si è fatta realtà, rendendole concretamente partecipi del fatto che il senso della vita nasce proprio dal mettere a disposizione qualcosa per gli altri, in questo caso i prodotti della terra.
Gli orti del Pellicano diventano allora una scommessa che, a quattro anni da che è stata fatta, trova un bilancio positivo alla svolta del 2019 e vede realizzarsi un disegno operativo in cui l’ottica dell’autoconsumo - finanziamento e il dono dell’eccedenza riscoprono dalla terra le radici più umane, riportando il lavoro a ciò per cui è nato, funzionale all’uomo e non viceversa. Ecco perché il soggetto al centro fa sì che quell’idea di partenza, ancor prima che qualcosa di sostenibile e a chilometro zero, com’è da intendersi oggi un certo tipo di produzione (sul mercato, non sempre scevra da un eco – business di fondo) si traduca in ciò per cui lavorare è per vivere, che è quanto di più profondamente sociale ci possa essere, merce rara di questi tempi in cui probabilmente talune problematiche di disagio (che forse anni fa spinsero a fondare le stesse comunità terapeutiche) nascono proprio dal contrario, annullamento dell’individuo nell’esclusivo fine commerciale dell’economia attuale e la conseguente emarginazione di chi in tutto ciò non ha trovato spazio.
Ripartire dalla terra – e dal territorio, pertanto – ha significato riappropriarsi di uno spazio non soltanto fisico, ma anche di consapevolezza che qualcosa si può ancora fare, in quel tanto che ci è stato portato via tra strade e centri commerciali dov’è oggi più probabile ritrovare, distanti, i prodotti che un tempo avremmo visto crescere nel terreno.
L’alternarsi delle stagioni, la condivisione delle terre, il contatto tra le persone ha fatto il resto, con un esempio di positività che sta in quel cercare un posto possibile, laddove qualcuno non ha visto vie di uscita e come a volte appare pur drammatico da quanto si segnalava anche da queste pagine, solo il novembre scorso (“Droga e alcol, oltre 300 casi: il problema interroga tutti”, editoriale).
E se aggiornamenti sugli orti dell’annata appena trascorsa verranno resi noti, solamente un anno fa si riferiva: - “nel 2017 sono state distribuite circa dieci tonnellate di verdura, di cui due destinate gratuitamente alla piattaforma di raccolta di cibo per situazioni di indigenza. Gli sviluppi correnti, già iniziati durante lo scorso anno, prevedono l’apicoltura, la produzione di uova e di composte di frutta e verdura. Nel corso dei primi tre anni di attività sono state attivate venti borse lavoro della durata di circa nove mesi, ognuna dedicata a persone in situazioni di difficoltà e di disagio fisico e sociale. Tutto questo coinvolgendo circa una ventina tra volontari e sostenitori e distribuendo sempre in forma gratuita circa otto tonnellate di verdura”-.
Proprio al 2019 si estende quell’attività di apicoltura, riconosciuta di interesse nazionale utile per la conservazione dell’ambiente naturale, dell’ecosistema e dell’agricoltura in generale, che con l’appoggio del Rotary Club coprirà attualmente i corsi in merito sulla stessa area di Sant’Angelo Lodigiano, a Vidardo presso la sede del Pellicano, località Monte Oliveto 8, giovedì 31 gennaio, 7 febbraio e 14 febbraio. (www.gliortidelpellicano.blogspot.com).
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