Diciottenni sottobraccio l’un l’altro, su e giù per le contrade in allegria
La visita di leva militare (la naja) e la festa dei coscritti

di Antonio Saletta

Fino a qualche anno fa quando il servizio militare era obbligatorio, la visita di leva (la naja) rappresentava una tappa importante nella vita dei giovani diciottenni, il traguardo per entrare nel mondo degli adulti.
Al giovane arrivava una cartolina in cui veniva comunicata l’iscrizione nelle liste di leva militare con la data ed il luogo dove il coscritto doveva sottoporsi alla visita medica preliminare per essere giudicato idoneo.
Per evitare grossi spostamenti il distretto militare suddivideva il territorio in sezioni di reclutamento, a Sant’Angelo il distaccamento era posto nel castello Bolognini, sede che raccoglieva anche i giovani dei Comuni limitrofi.
Dopo la visita, per i diciottenni ormai diventati “grandi”, iniziavano i festeggiamenti, pranzi, cene, viaggi, divertimenti che assumevano aspetti particolari in ogni località, come quello tipicamente barasino che riuniva i coscritti in compagnie, con musicisti in grado di trascinare al ritmo di musiche allegre e coinvolgenti.


Nella foto sopra, i coscritti della classe 1933, ritratti per la visita di leva nel 1951 con gli amici e i musicisti (saxofoni, trombe, fisarmonica e contrabbasso) che li hanno accompagnati nelle loro passeggiate. Accovacciati, da sinistra, col foulard al collo, Pietro Tonali, Giuseppe Malusardi, Mario Rusconi, Giancarlo Bellani, Paolo Bagnaschi. A destra, in alto, un gruppo di coscritti della classe 1926, di cui non conosciamo l’identità, invitando i nostri lettori a comunicarci i loro nomi. Così come non conosciamo i nomi del gruppo della classe 1940, ritratto in piazza Vittorio Emanuele II, che riteniamo provenienti da un paese vicino.

Con un abbigliamento elegante, camicia a quadri, pantaloni di velluto e foulard di seta, i coscritti si prendevano sottobraccio l’un l’altro e percorrevano a suon di musica le contrade con la gente sugli usci che applaudiva al loro passaggio. Era d’obbligo la sosta in tutte le osterie e caffè, dove il primo bicchiere era sempre offerto, così si arrivava a tarda sera quando la compagnia si recava a casa del coscritto di turno per la cena. La festa durava per alcuni giorni, talvolta anche per un’intera settimana, ininterrottamente notte e giorno,
Tutti gli anni lo spettacolo si rinnovava con nuovi protagonisti.
Terminati i festeggiamenti tutti quelli che erano stati dichiarati abili alla leva venivano chiamati al distretto militare di Milano ad effettuare le visite mediche specialistiche e attitudinali, che avrebbero permesso alla commissione preposta di valutare l’arruolamento tra i vari corpi militari.
Da quel momento si attendeva con trepidazione la cartolina precetto che li avrebbe portati lontani da casa per un lungo periodo, prima 24 mesi, poi 12 mesi.
Tutto questo fino all’anno 2004 quando il servizio militare obbligatorio è stato sospeso con legge dello Stato, un’istituzione durata 143 anni dalla nascita del Regno d’Italia.