Un piccolo ricordo di Peppino Pisati

Gentile direttore,
è mancato da poco Peppino Pisati e, come è giusto che sia, tante e belle parole sono state pronunciate sulla sua presenza vivace nella vita cittadina di Sant’Angelo, a partire dall’ambiente sportivo, per passare a quello culturale e politico-amministrativo. Ciò a dimostrazione della versatilità e della vivacità dei suoi interessi ed esperienze. Ma noi vorremmo consegnare un ritratto giovanile e un poco riservato della sua persona; è un ricordo che noi tre fratelli conserviamo con affetto e che ci riporta alla nostra infanzia. Peppino arrivava a casa nostra di solito la sera, dopo cena (allora si cenava alle 19, la nonna era inflessibile!), portando la sua esuberante giovinezza, il suo piglio estroso, la sua battuta vivace e con noi bambini era affettuoso come un fratello maggiore. Era una presenza simpatica, abituale, era davvero “come uno di famiglia”; finiti i convenevoli, la mamma si metteva al tavolo e con lui rivedeva i compiti che Peppino doveva consegnare ai professori della scuola serale. In fondo la mamma era orgogliosa del suo “studente” perché era tenace, volonteroso, brillante, intelligente e Peppino, questo sì non lo dimenticheremo mai, ha sempre voluto e dimostrato un grande affetto per i nostri genitori in particolare per Carolina. Tutti gli anni, il 4 novembre, festa di san Carlo compariva un fiore in più sulla loro tomba e anche se non c’era nessun bigliettino noi sapevamo che l’aveva posato Peppino. Sembra che, oggi, la riconoscenza, la cortesia, il pensiero gentile siano passati di moda; crediamo di no, perciò noi ringraziamo sinceramente Peppino per la gratitudine che lui, in modo affabile e autentico, ha coltivato per la mamma e il papà.
Luisella, Giuliana e Gianfranco Lunghi