n concerto d’organo davvero interessante quello che l’organista milanese Paolo La Rosa ha eseguito il 13 ottobre scorso nella chiesa parrocchiale di Maria Madre della Chiesa a Sant’Angelo Lodigiano, per la rassegna “Autunno Organistico nel Lodigiano”.
Sulla tastiera dell’organo Bossi Urbani del 1860, il maestro Paolo La Rosa ha sviluppato il tema “La Marcia e la musica intorno, nell’Organo Moderno da Morandi a Petrali” proponendo, tra l’altro, spartiti di musicisti ottocenteschi che hanno elaborato pagine tratte da opere liriche riscrivendole specificamente per l’organo.
Occorre dire che, nella prima metà del sec. XIX, nelle chiese si eseguivano frequentemente brani tratti da opere teatrali, che piacevano ai fedeli impossibilitati a frequentare i teatri pubblici; e che l’organo dell’epoca era fornito di strumenti aggiuntivi (in genere percussioni: cassa, piatti, sistro, ecc.) e di registri particolari che permettevano l’esecuzione di questi brani trasformandolo in una sorta di organo-orchestra.
Tutto questo fino all’avvento del Movimento Ceciliano, sorto alla fine del XIX secolo, che segnerà una svolta risolutiva verso una riconquistata purezza della musica sacra, dando un impulso decisivo anche al ripristino degli organi in una forma più adeguata al luogo sacro.
Introdotto dal parroco don Angelo Manfredi e dal maestro Enrico Viccardi, da venticinque anni infaticabile direttore artistico della rassegna organistica, il concerto ha proposto come brani d’apertura e finale due differenti versioni della Marcia trionfale dall’Aida di Giuseppe Verdi, la prima di Carlo Fumagalli (1822-1907), la seconda di Paolo Sperati (1821-1884), versione da eseguire durante l’offertorio nella Santa Messa.
Gradevoli e di effetto le sonorità delle Marce militari dei musicisti Pietro e Giovanni Morandi (compositori marchigiani padre e figlio, attivi tra Settecento e Ottocento), mentre brillante e raffinata è stata l’esecuzione del maestro Paolo La Rosa di brani lirico-sinfonici tratti dalla Messa solenne per organo solo del compositore cremasco Vincenzo Antonio Petrali (1830-1889).