Un libro del santangiolino Luigi De Vecchi, con il racconto dei trascorsi giovanili nel rione San Rocco
di Antonio Saletta
“È abbastanza consueto che, dopo i cinquant’anni, una persona si volga indietro a scrutare nel proprio passato, nel tentativo di cogliere quelle significative esperienze che ci hanno formati e hanno portato a una trasformazione del modo di vivere, specialmente durante il periodo del dopoguerra”.
È questo l’incipit che delinea l’argomento del libro “Pensieri in libertà” dove l’autore Luigi De Vecchi, nato a Sant’Angelo Lodigiano il 28 maggio 1943, racconta dapprima i suoi primi dieci anni di vita (…inconsapevole testimone di quel tremendo periodo…) presso i nonni in via del Pescherone, e nella seconda parte, dal 1946, in piazza Vittorio Emanuele II, sempre nel quartiere San Rocco.
La presentazione del libro è avvenuta assieme alla mostra personale di pittura, autore lo stesso Luigi De Vecchi, sabato 14 settembre 2019 alla sala Girona, a cura del Gruppo pittori santangiolini, alla presenza di un folto pubblico, evento condotto da Gianpiero Brunelli, che ha dialogato con l’autore mettendo in risalto le vicende più essenziali contenute nel libro e la qualità delle opere esposte.
Sorprende la capacità dell’autore, come in un flashback, di sviluppare cronologicamente il racconto immergendosi in quel lontano periodo, descrivendo nitidamente i luoghi vissuti e le abitudini, la condivisione dei valori della solidarietà con gli abitanti, i giochi fatti con materiali poveri e con tanta fantasia, i tuffi nel vicino fiume Lambro, definito “il nostro mare dei poveri”.
Luigi De Vecchi non si limita a citare strumenti e oggetti che facevano parte del vivere quotidiano (el sigiòn, el fugòn, el melgàs, el portacadén, el rampén, la muièta, el bernàs, el sapè, ecc.), ma li illustra con precise ricostruzioni, consegnandoli a futura memoria.
Di particolare interesse storico le pagine che raccontano l’odissea del papà Angelo, classe 1916. Nel 1941 richiamato alle armi è inviato nel 1943 sul fronte francese nel momento in cui, l’8 settembre, avviene l’armistizio, con le truppe tedesche che arrestano i disorientati soldati italiani, deportandoli al campo di concentramento di Dachau in Germania. Dopo vari trasferimenti in altri campi, Angelo è trasferito nel campo di lavoro di Ludvigshafen, dove è sottoposto a lavori massacranti e disumani, al limite della sopravvivenza.
I militari lasciano il campo nel 1945 mettendosi in marcia, a piedi, verso l’Italia, fino a quando incontrano le truppe americane, sconcertate alla vista di persone allo stremo delle forze.
Luigi giunge in treno a Verona alla fine di agosto, dove trova don Nicola De Martino con alcuni santangiolini ad accoglierlo e riportarlo a casa.
Ricomincia a lavorare, ma le fatiche e gli stenti della prigionia hanno il sopravvento, e nell’agosto del 1963 la tubercolosi spezza definitivamente la sua vita.
Scriveva Gabriel Garcìa Márquez che «La vita non è quella vissuta, ma quella che si ricorda per raccontarla», Luigi De Vecchi in questo libro, la vita l’ha ben ricordata e raccontata, rivivendo avvenimenti lieti e tristi mescolati alla malinconia del tempo che passa, consegnando, inoltre, ai santangiolini un documento di storia locale di grande valore.
Il libro “Pensieri in libertà. Borgo S. Rocco. Nel ricordo dei primi dieci anni di vita” di pagine 90, in edizione limitata e numerata, è stato interamente realizzato, stampa e rilegatura, da Luigi De Vecchi, tuttora residente a Castiraga Vidardo.
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Sopra la copertina del libro
Sotto Luigi De Vecchi
con sullo sfondo alcune sue opere pittoriche, esposte
nella mostra personale alla sala Girona.
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