LA LETTURA
Nojoud Ali
con la collaborazione di Delphine Minoui


“Io, Nojoud. 10 anni, divorziata”
La sposa bambina
Edizioni Piemme, pagine 162, euro 8,90


“Nojoud è nata nello Yemen nel 1998, la sua storia - che riguarda moltissime donne in tutto il mondo - è stata tradotta in oltre dieci lingue ed è stata venduta in oltre trentacinque paesi. Il libro è autobiografico ed è stato scritto in collaborazione con la giornalista francese Delphine Minoui.
Lo Yemen: nel corso dei secoli invaso dagli etiopi, dai persiani, dai portoghesi, dagli ottomani, dai britannici ed infine dai russi …ma, dopo la loro partenza, il paese è precipitato in una serie di guerre civili ed è stato unificato soltanto nel 1990.

Il libro si apre con la narrazione di una ragazza in un tribunale …e, mediante passaggi tra tempo passato e tempo presente, racconta la storia di un calvario.
Nojoud nasce in un villaggio dove non esiste neppure l’anagrafe e lì, ogni madre, per stabilire la data di nascita – dei numerosi figli - si basa sulle stagioni, sul decesso degli anziani, su qualche matrimonio oppure su qualche rito tribale. I genitori sono entrambi analfabeti e, a causa di contrasti interni al villaggio, devono spostarsi a Sana’a (piccolo centro poco distante) dove il padre le comunica che lei sta per sposarsi; anche alla madre era toccato un matrimonio combinato - come alla maggior parte delle donne yemenite -. Nojoud ha soltanto dieci anni, con immenso dolore deve lasciare la scuola elementare ed impassibile, col viso gonfio di lacrime “assiste” al suo matrimonio nel quale “si perde”. Il giorno seguente, con un fagottino di stracci lascia la casa paterna, si dirige nella nuova casa e vede: la sua stanza - cioè una stuoia stesa per terra - ed un uomo cattivo che le ìntima: Taci! Sei mia moglie da oggi sono io che decido; con costui conosce la crudeltà. La ragazza capisce ben presto di essere in trappola.
Quotidianamente subisce maltrattamenti, sopporta continue umiliazioni - anche dai parenti acquisiti - finché finalmente decide di fuggire. Chiede aiuto e consiglio a Dowa - la seconda moglie di suo padre - alla quale era legata da profondo affetto, Dowa era stata l’unica contraria al matrimonio di Nojoud. La donna, per aiutarla, le consegna i pochi risparmi che possiede, una cifra comunque irrisoria: 200 riyal. La ragazza si mette in contatto con un’avvocatessa - Shada - che le consiglia di recarsi presso un tribunale ed affidarsi agli uomini di legge. Nojoud compra un biglietto del bus e anziché tornare dal suo aguzzino corre dritta al tribunale e da quel momento la sua vita inizia a cambiare… Inizia l’iter - difficile, complicato e complesso - della separazione alla quale seguirà il divorzio. Consigliata e sostenuta - nella causa di separazione - da nuove figure garanti ed affidabili e circondata da fotografi e giornalisti che presentano al mondo la sua storia, la ragazza racconta del matrimonio combinatole da suo padre e dei maltrattamenti subiti. I giudici, attraverso un interrogatorio serrato, sia al padre che al marito - interrogatorio esteso poi a tutta la famiglia del marito - stabiliscono che Nojoud ha il diritto di ottenere il divorzio. Al tanto atteso verdetto del giudice la sala del tribunale, gremita di gente, si riempie di applausi, mentre lei pensa che “è così facile essere felici quando si hanno accanto le persone giuste”. Il divorzio le cambia la vita e lei, autonomamente, decide di ritornare a casa sua, nel suo villaggio e una volta lì riprende a frequentare la scuola. A scuola conosce altre bambine che, come lei, avevano avuto il coraggio di bussare alla porta di un tribunale; ascolta le loro storie ed inevitabilmente rivive la sua. La sua famiglia e l’avvocatessa che l’aveva aiutata ricevono minacce ed insulti, ma tutto ciò non incide sulla volontà della ragazza che affronta e supera i mille ostacoli compreso quello di scrivere un libro sulla sua storia, libro che stende con la collaborazione di una giornalista francese. Nojoud, infine, decide di usare i diritti d’autore del suo libro per finanziarsi gli studi per diventare avvocato …nello Yemen!
La sua è una storia di speranza.
Caterina Avogadri