Giorno della memoria... per non dimenticare l’Olocausto

di Giancarlo Belloni

“Non è ammissibile l’indifferenza, è doverosa la memoria”.
Facciamo nostre le parole di papa Francesco e volentieri ci uniamo al coro di chi ritiene doveroso tenere viva la memoria di una delle pagine più buie scritte dal genere umano: l’Olocausto.
Il giorno della memoria si celebra il 27 gennaio in ricordo del giorno in cui, nel 1945, l’esercito sovietico entrò nel campo di concentramento di Auschwitz rivelando al mondo intero l’orrore del genocidio, perpetrato dalla Germania nazista e dai suoi alleati, nei confronti degli ebrei e di tutte le categorie di persone che il regime considerava indesiderabili.

Per commemorare questa giornata anche a Sant’Angelo si sono svolte due iniziative. Sabato 25 gennaio, presso la sede del Museo dei Combattenti, l’ANPI, l’Associazione Combattenti e Reduci e Il Ponte hanno proposto la proiezione del film “Arrivederci ragazzi”, di Luois Malle, opera delicata e commovente ambientata nella Parigi del 1944 occupata dalle truppe naziste.

Il giorno dopo, domenica 26 gennaio, il locale circolo del PD ha commemorato la giornata ricordando Umberto Biancardi, morto nel campo di concentramento di Dachau, in via Umberto I, nel luogo dove tre anni fa fu posata una pietra di inciampo a suo nome.

La nostra associazione ha poi partecipato anche alla iniziativa della Unitre di Lodi che il 27 gennaio ha promosso una maratona letteraria: dal mattino alla sera decine di persone (rappresentanti di istituzioni, di associazioni o a titolo personale) si sono alternate nella lettura del libro “Se questo è un uomo” di Primo Levi, dal quale riportiamo la poesia che introduce il racconto.
Per non dimenticare

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:

considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.