La storia di una produzione di olio iniziata a Sant’Angelo due secoli fa

di Antonio Saletta

Nel campo imprenditoriale del made in Italy, sta avendo grande risonanza l’apertura di una nuova filiale a New York dell’Oleificio Zucchi, azienda cremonese che intende consolidare la cultura dell’olio nel mercato statunitense.
Un investimento che è contraddistinto dal nuovo marchio “Zucchi 1810”, un numero - il 1810 - che indica l’inizio dell’attività olearia degli Zucchi, da parte di un loro antenato che praticò la torchiatura dei semi di lino proprio a Sant’Angelo Lodigiano.
La passione per le origini dell’azienda, sulla scorta di ricordi e ricostruzioni portò i responsabili a Sant’Angelo, dove si è potuta fissare l’epoca, l’Ottocento, e l’ubicazione dove gli Zucchi praticavano la molitura, il Mulino di Santa Maria, posto sulla costa del fiume Lambro Meridionale.
La visita all’Archivio parrocchiale risultò determinante per accertare quanto fossero corrispondenti al vero le ricostruzioni della famiglia.
Adddirittura e sorprendentemente le prime notizie sulla famiglia Zucchi si scoprirono risalenti al Settecento. Lo Stato d’anime del 1757 indica, infatti, un Giuseppe Antonio Zucchi, figlio del fu Carlo Antonio, di anni 48, residente nel mulino di Santa Maria. Nello stesso nucleo familiare è presente la moglie Giovanna Varesi, nonché la figlia Teresa e i nipoti Antonio, Francesco e Giovanni Battista, figli del fratello di Giuseppe Antonio, Carlo, con le mogli e figli. È indicato anche il garzone (famulus) Innocenzo Fontana, di anni 19. Questo nucleo familiare è presente a Sant’Angelo, sempre nel Mulino di Santa Maria, dal 20 marzo 1752 fino al 1804, date confermate dai registri anagrafici e dai successivi Stati d’anime.
È lo Stato d’anime del 1804 che invece provvede in modo definitivo ad indicare la professione del capofamiglia, Carlo Antonio Zucchi fu Antonio Francesco, residente In Molandino Sanctae Marie, registrato come negotiator, mentre l’altro capofamiglia domiciliato presso il mulino, Luigi Lunati fu Bartolomeo è citato nello stesso Stato d’anime come molitor, definizioni che portano a credere che il Lunati avesse il compito di attendere all’attività molitoria, mentre allo Zucchi fosse affidata l’attività commerciale.
In una brochure pubblicata nel 2010 dall’Oleificio Zucchi, è pubblicato l’albero genealogico degli Zucchi, dove si apprende che Carlo Vitale, rimasto vedovo, si sposa l’8 gennaio 1825 con la filatrice Maria Teresa Antozzi, di San Fiorano, dove i figli Agostino e Gaetano risultano oliari e torchiari. Nel 1893 Vitale e Vincenzo Zucchi, figli di Gaetano si trasferiscono a Pizzighettone dove affittano un piccolo mulino per la macinazione dei cereali.
Nel gennaio 1920 gli Zucchi si stabiliscono definitivamente a Cremona, dove tuttora proseguono l’attività come oleificio industriale, producendo olio di semi, olio d’oliva e oli sfusi per l’industria alimentare, in uno stabilimento da 110mila metri quadri, con 135 dipendenti.
Non abbiamo notizie di quando sia sorto il Mulino di Santa Maria, certamente prima del Settecento, essendo presente nella mappa del Catasto Teresiano del 1722, sappiamo invece che la sua costruzione è dovuta ai feudatari Attendolo Bolognini. Pressoché sconosciuta fino ad oggi la presenza nel Mulino di Santa Maria dei torchiari Zucchi, che con la loro attività molitoria hanno portato il nome di Sant’Angelo nel mondo. Nel 1881 gli affittuari del mulino vessati per la “tassa del macinato”, cambiarono l’uso dell’opificio da mulino a brillatura del riso.
Nel 1904 gli ingegneri milanesi Giovanbattista e Giuseppe Origoni acquistarono il Mulino Grande di Sant’Angelo per trasformarlo in un impianto di produzione elettrica, ma l’anno dopo si abbatterono piogge incessanti che ingrossarono il fiume Lambro distruggendo i lavori appena ultimati. Ma questa è un’altra storia.



Archivio parrocchiale
di Sant’Angelo Lodigiano.
Stato d’anime del 1757