Africa Chiama compie cinquant’anni
Mezzo secolo di attività per il gruppo di volontariato di Sant’Angelo:
tra i progetti, la costruzione di scuole, college, pozzi, dighe, chiese
in uno degli stati più poveri del Continente nero


1971-2021. Africa Chiama compie cinquant’anni. Un traguardo importante per i volontari santangiolini e dei paesi limitrofi che da mezzo secolo operano in aiuto delle popolazioni del Continente nero, avendo a cuore i più deboli e l’obiettivo prioritario di emancipare e far crescere le comunità locali. Un lavoro silenzioso e costante, quello di Africa Chiama, entrata ormai nel tessuto sociale santangiolino: per l’associazione il traguardo dei primi cinquant’anni di attività è l’occasione per voltarsi indietro e fare un bilancio. Nel 2007 il gruppo ha ricevuto il Premio per la Pace di Regione Lombardia, ma la soddisfazione più grande per i volontari sono certamente i pozzi, le dighe e le scuole costruiti in Africa, che hanno permesso dal 1971 ad oggi a migliaia di persone di lavorare, studiare, imparare una professione.

I primi passi nel 1969

“Il gruppo missionario Africa Chiama è nato a Sant’Angelo da una semplice richiesta di aiuto e di collaborazione da parte del missionario padre Giovanni Malinverni a sostegno della comunità della sua parrocchia di Manga in Alto Volta, ora Burkina Faso - spiegano i volontari - Era il 1969, padre Giovanni si trovava in Italia per un breve periodo di riposo. L’entusiasmo con cui parlava del suo impegno nell’opera di evangelizzazione e di sviluppo umano ha contagiato don Mario Ciceri che ha iniziato a sensibilizzare la parrocchia ai problemi del Terzo Mondo e a rispondere ai tanti appelli che venivano dall’Africa ed in particolare dalla Missione di padre Malinverni”.

Il primo viaggio nel 1971

Pochi mesi dopo, “il 17 gennaio 1971 cinque volontari, guidati dal parroco monsignor Antonio Gaboardi e dal sindaco Gino Pasetti, sono andati di persona in Africa, nella Missione di padre Malinverni, a Manga, per un sopralluogo. Al loro ritorno, hanno evidenziato i problemi più urgenti e subito è partita “l’operazione acqua”. Insieme alla popolazione dei villaggi si sono scavati nuovi pozzi e si sono riparati quelli che richiedevano interventi di manutenzione. Per la modalità di finanziamento si è fatto ricorso alla raccolta di materiali di recupero (carta, ferro, stracci), una forma di autofinanziamento comune ad altre associazioni di volontariato. Per tanti anni, la raccolta ha visto impegnati numerosi volontari durante il tempo libero ed ha costituito la percentuale più consistente delle entrate. Questa attività, che si può ben definire il primo servizio di raccolta differenziata nel Comune, è stata sostenuta dall’Amministrazione Comunale con contributi finanziari e nel 1985, nell’ambito della Giornata della Riconoscenza, è stata premiata col conferimento di una medaglia d’oro”.

Da Manga a Toecè, la nuova chiesa dedicata alla Cabrini

Passiamo al 1975, quando “padre Malinverni lascia Manga per Toecè, parrocchia prevalentemente rurale. Da questo momento la collaborazione tra le due comunità si fa più intensa, grazie soprattutto alle visite effettuate ogni anno, nel mese di gennaio, da alcuni volontari che a Toecè sono diventati dei nuovi parrocchiani. La parrocchia disponeva solo di alcune camere per i sacerdoti e di un locale per la celebrazione della Messa, perciò era prioritaria la domanda di costruzione di edifici essenziali alla comunità parrocchiale. Si è allora finanziata la costruzione di due edifici da adibire a Centro Sociale e di alcuni locali da riservare ad uffici per i sacerdoti. Nel 1982, su richiesta del Cardinale Zoungrana, arcivescovo di Ouagadougou, si è iniziata la costruzione di una chiesa con la capienza di seicento persone, dedicata a Santa Francesca Cabrini. Per cinque anni il gruppo di Africa Chiama è stato impegnato nella realizzazione dell’opera. Nel gennaio 1987 monsignor Paolo Magnani, vescovo di Lodi, ha solennemente consacrato la chiesa”.

Gli anni Novanta e le sfide dell’acqua e della scuola

Grazie al racconto dei volontari facciamo un salto in avanti nel tempo e arriviamo agli anni Novanta. “Con il passaggio della Parrocchia di Toecè al clero locale è iniziata una nuova fase, più difficile ma anche più stimolante e produttiva. Il percorso è stato faticoso, indubbiamente per la lingua, ma soprattutto perché ha obbligato tutti a modificare alcune convinzioni e a sforzarsi di comprendere la diversa mentalità - raccontano - Nel 1997 è stata costituita la nuova diocesi di Manga nella regione Centro-Sud del Burkina, in una vasta area essenzialmente rurale, caratterizzata da un’agricoltura di sussistenza e suddivisa fra cinque etnie diverse per un totale di 700.000 abitanti.






Nelle foto alcune studentesse del Centro Formazione Femminile Pietro Marinoni

Accogliendo la sollecitazione del vescovo, monsignor Wenceslas Compaorè, l’ambito di intervento del gruppo di Africa Chiama si è allargato alla diocesi, in particolare al sostegno di progetti legati alla fornitura di acqua e alla costruzione di edifici scolastici. Per l’acqua, in collaborazione con l’istituzione diocesana OCA-DES (Organismo Cattolico per lo sviluppo e la solidarietà), Africa Chiama ha finanziato la costruzione di 50 pozzi idrici tradizionali, scavati a mano e la costruzione di 8 pozzi perforati. Come ente cofinanziatore ha partecipato al progetto idraulico di Manga per la costruzione di un “barrage” (diga) e lo scavo di canali per l’irrigazione di 10 ettari; a 200 famiglie sono stati assegnati piccoli appezzamenti di terreno per la coltivazione di cereali nella stagione delle piogge e di prodotti ortofrutticoli nella stagione secca. Per la scuola, in collaborazione con D.D.E.C (Ente diocesano insegnamento cattolico), è stata finanziata la costruzione di tre plessi scolastici: una scuola primaria (6–11 anni) intitolata a Santa Cabrini, a Tiebelè con una frequenza media annuale di 150 alunni; un college (12-15 anni) con uffici per la direzione, a Gombousgou con una frequenza media annuale di 210 alunni; un college con uffici per la direzione intitolato a don Carlo Cerri e don Albino Anelli, educatori della gioventù santangiolina, a Niaogho con una frequenza media annuale di 160 alunni”.

Gli altri fronti aperti

“All’attività svolta in Burkina occorre aggiungere altri interventi a favore del Terzo Mondo, come l’invio di medicinali, di materiale sanitario e di contributi in denaro a fratel Vincenzo Luise, camilliano responsabile del lebbrosario e del centro malati di Aids di Ouagadougou (Burkina); l’invio di contributi a sostegno dell’attività caritativa dei missionari santangiolini don Daccò (Burundi), don Bravi (Guatemala), Francesca Vecchietti (Niger) e padre Cambielli (Indonesia); l’invio di contributi alle suore del Carmelo di Etoudì (Cameroun) e di Cyangugu (Rwanda)”.

Lo spirito missionario

“L’Autunno Missionario, un’iniziativa culturale che organizziamo e di cui siamo molto orgogliosi - dicono ancora i volontari -, è iniziato nel 1985. Ogni anno, dal 20 settembre alla penultima domenica di ottobre (Giornata missionaria mondiale), sono state organizzate conferenze, dibattiti, e proiezioni cinematografiche sulle problematiche del Terzo Mondo e delle missioni. Sempre nell’ambito dell’Autunno Missionario, sono state organizzate, tra le altre, mostre sulla storia, l’arte e le tradizioni africane, con lo scopo di divulgare la ricchezza culturale e l’originalità del continente africano, spesso visto solo negli aspetti negativi di povertà e di arretratezza”.
Auguri quindi ai volontari di Africa Chiama per i primi cinquant’anni e avanti così, perché il seme piantato generi frutto! Ne abbiamo davvero bisogno.
Lo.Ri.



IL PONTE - foglio dinformazione locale di SantAngelo Lodigiano