Inaugurati Casa e Ospedale di comunità al Delmati
Taglio del nastro a febbraio, ora bisogna passare dalle parole ai fatti: a tutti, amministrazione, minoranza e cittadini, il compito di vigilare e denunciare con forza le storture



L’applicazione nel Lodigiano della riforma sanitaria di Regione Lombardia parte da Sant’Angelo. La casa di comunità e l’ospedale di comunità, entrambi collocati nell’ospedale Delmati, sono stati inaugurati lo scorso 16 febbraio. Erano presenti il governatore Attilio Fontana, la vice presidente Letizia Moratti, il vescovo di Lodi Maurizio Malvestiti, il sindaco di Sant’Angelo Maurizio Villa, il direttore generale della Asst di Lodi Salvatore Gioia, il presidente della Provincia Francesco Passerini.
Quelli inaugurati sono la prima delle 5 Case di comunità e il primo dei 2 ospedali di comunità previsti nel Lodigiano. Sono, infatti, in via di realizzazione altre 4 case di comunità (a Zelo, Lodi, Codogno e Casale) e un altro ospedale di comunità presso il presidio territoriale di Casale.

Ospedale Delmati

La casa di comunità santangiolina è dislocata su 3 livelli per un totale di 2.123 metri quadrati, sarà aperta 7 giorni su 7, 24 ore su 24. “Nell’ambito della Casa di comunità - ha spiegato l’Asst in occasione della inaugurazione - è prevista la presenza di uno specialista, dalle 8 alle 20, nonché del medico di continuità assistenziale (dalle 20 alle 8) quest’ultimo nei giorni festivi e il sabato e la domenica. Oltre a permanere i servizi precedentemente erogati, che sono stati potenziati, ne sono stati aggiunti di nuovi. Alcune attività, che andranno man mano a regime, costituiscono una novità assoluta rispetto al passato: si tratta del Punto unico di accesso (Pua); poi il mammografo per lo screening primario; gli spazi per i medici di base e i pediatri, non a caso, adiacenti a quelli degli specialisti; gli spazi per gli assistenti sociali; l’ospedale di comunità; la Centrale operativa territoriale (Cot), che nasce quale ulteriore evoluzione del centro servizi/centrale di sorveglianza. Sono stati rafforzati poi gli ambulatori di medicina interna (geriatria; pneumologia); è stato reinserito l’ambulatorio di neurologia; per quanto riguarda l’ambulatorio di cardiologia, è in corso di assunzione un nuovo medico specialista che garantirà l’ambulatorio tutti i giorni con l’esecuzione, anche, dell’ecocardio; è di prossima attivazione l’unità di cure palliative domiciliari; è stata rafforzata anche l’attività diagnostica grazie all’installazione di una Tac”. La casa di comunità dovrà rispondere ai bisogni di salute dei pazienti cronici, fragili e disabili.
L’ospedale di comunità, invece, sarà destinato a pazienti che necessitano di interventi sanitari a media-bassa intensità clinica per degenze di breve durata. Situato temporaneamente al quarto piano del presidio territoriale, è dislocato su una superficie di 660 metri quadrati ed è composto al momento da 16 posti letto distribuiti in 8 camere di degenza (a regime sarà collocato al secondo piano e avrà una dotazione di 20 posti letto). Ha il compito di agevolare la transizione dei pazienti dalle strutture ospedaliere per acuti al proprio domicilio. La gestione sarà prevalentemente infermieristica, con assistenza medica assicurata 7 giorni su 7, per ricoveri della durata massima di circa 20/30 giorni.
Fin qui la cronaca della inaugurazione e gli obiettivi delineati da Regione Lombardia. Ora bisognerà passare dalle parole ai fatti. Amministrazione comunale, minoranza e cittadini di Sant’Angelo dovranno vigilare e - se necessario - denunciare con forza promesse non mantenute e storture. “Il Ponte” farà la sua parte. Come sempre. Nell’interesse della città di Sant’Angelo.
LR

IL PONTE - foglio d'informazione locale di Sant'Angelo Lodigiano