4KIDS è il progetto del Ponte dedicato ai più giovani per stimolare l’ascolto, la lettura e la scrittura.
Pubblichiamo storie, racconti, fiabe o filastrocche con o senza disegni scritti dai nostri lettori, pensati appositamente per i nostri bambini e per i nostri ragazzi.
Forza dunque! Aspettiamo le vostre storie. Le potete mandare all’indirizzo email info@ilpontenotizie.it oppure consegnarle presso la libreria Vittoria in via C. Battisti 8 a Sant’Angelo.
La storia del mese
È ancora la giovanissima Silvia Botu, già nostra ospite nel numero precedente, a proporci una sua storia.
Ci racconta le vicende di un singolare gruppo di oggetti, usciti dall’astuccio di uno scolaro…
RINO E I SUOI SPECIALI AMICI
(di Silvia Botu)
1) Un temperino speciale
C’era una volta un temperino.
Era nato diverso dagli altri perché non accorciava le matite ma le allungava.
Com’era possibile? Semplice: la sua lama, essendo fatta di un metallo speciale, era magica!
Da piccolo sembrava un normale temperino: giocava, studiava, ascoltava i genitori (anche se non sempre...).
Il problema saltò fuori quando andò a scuola ed ebbe lezione di temperamento: gli chiesero di fare la punta a una matita ma più lui temperava, più la matita si allungava.
I compagni cominciarono a prenderlo in giro e continuarono per anni.
Un giorno, ormai stufo, se ne andò.
Girovagò a lungo e capitò sul banco di un bambino di nome Giorgio. Si guardò intorno e notò l’astuccio dell’alunno: al suo interno c’erano delle matite quasi completamente consumate e senza punta. Volle allora provare a temperarle solo che successe come prima, ad ogni giro di lama queste si allungavano!
Terminato tutto pensò di aver combinato un gran disastro... si nascose nell’angolo più buio dell’astuccio.
La porta si aprì e...
- Wow le matite si sono allungate! Ma com’è possibile? - si chiese felice l’alunno.
Sorpreso dall’allegra reazione il temperino decise di uscire allo scoperto.
- Sono stato i...io - disse timidamente.
- Un temperino che parla e allunga le matite? Doppio Wow! Senti vuoi restare con me?-
- Io... sì, va bene
Il bimbo con i suoi “WOW” aveva attirato l’attenzione non solo dei compagni, ma anche di qualcun altro...
- Psst... Giada!
- Dimmi, che c’è?
- Ti puoi far prestare il temperino?
- Sì, perché?
- Vorrei parlarci...
2) Mina, una strana matita
Mina si preparò all’incontro col temperino: voleva vederci chiaro.
Dopotutto nemmeno lei era come le altre matite... invece di scrivere, cancellava. Questo era dovuto alla sua strana mina fatta d’un materiale speciale, magico.
- Bene, iniziamo!
A distoglierla dai suoi pensieri ci pensò il temperino stesso che si stava per mettere all’opera.
Si fece avanti: - ciao! Sono Mina e vorrei parlarti - disse allegramente.
- Oh ciao! Io sono Rino, dimmi pure!
- Allora, so che allunghi le matite... beh, anch’io sono come te, invece di scrivere cancello.
- Oh! Wow! Pensi che ci siano altri come noi?
- Mmm.. sì, credo di sì. Mi è sembrato di vedere delle strane forbici nell’astuccio di Giacomo...
-Giacomo dici? È il compagno di banco di Giorgio, se vuoi posso intrufolarmi nel suo astuccio.
- Perfetto... ci vediamo qui al secondo intervallo?
- Ok, a presto!
- Ciao!
3) Bice la Forbice
Perfetto... via libera! Rino sapeva di poter agire in quanto tutti gli alunni erano fuori per un progetto.
Si mosse agile furtivo tra quaderni e matite raggiungendo l’astuccio di Giacomo. Dischiuse la cerniera.
- C’è nessuno? - chiese.
Nessuna risposta.
- Ehi! Sono Rino il temperino, c’è nessuno?
- Salve! Io sono Bice la forbice! Quale buon vento ti porta qui?
- Oh, ciao! Senti... beh... sì, ecco... volevo sapere se...
- Se anch’io non sono “normale”? Come te? Certo!
- Vedi - riprese - non taglio come le altre forbici, ma... unisco. Questo è dovuto alle mie lame che sono... come dire...
- Magiche?
- Sì, esatto! Comunque, perché me lo chiedi?
- Perché volevamo sapere se conosci altri come noi o se magari sai da dove veniamo...
- Aspetta un secondo... Hai detto VOLEVAMO? Chi è l’altro?
- Io e Mina la matita, se sei d’accordo dovremmo incontrarci sul banco di Giada al secondo intervallo.
- Volentieri. Comunque ho un vago ricordo di una cartoleria... Scuola Color... Ah no! Color School! Invece sì, conosco qualcun altro, è...
- Lola la colla che scolla, piacere! - esclamò una voce alle loro spalle.
4) Lola la colla che scolla
AHHH!!! - urlarono terrorizzati.
- Scusate non volevo spaventarvi! Comunque io sono Lola e, invece di incollare, stacco.
- Ciao! Io sono Rino il Temperino che allunga le matite, lo so, ho sentito tutto - poi vedendo le loro facce contrariate, aggiunse – però non era mia intenzione.
-Va bene... - disse Bice poco convinta.
- Quindi ragazze, andiamo? Tra poco suonerà la campanella!
- Sì, andiamo! - esclamarono in coro.
Così Rino, Bice e Lola si avviarono all’appuntamento con Mina.
- Eccovi finalmente! Vi stavo aspettando da... Ehi ma tu chi sei? Chiese la matita vedendoli arrivare.
- Ciao! Sono Lola la colla che scolla, lei è Bice e tu sei Mina la matita, giusto?
- Esatto. Ora vorrei presentarvi anch’io qualcuno... puoi venire!
5) Guglielmo il quaderno
-S_salve… s_sono un Q_quaderno che d_di_diventa come la persone desiderano.
- In che senso? Da dove deriva? Sai da dove veniamo? Come ti chiami?- chiese Lola.
- Lola, fallo respirare! Io sono Rino e allungo le matite.
- F_forte! Mi chiamo G_Guglielmo, e il mio “potere” deriva d_dalla mia carta. P_posso diventare a r_righe, a q_quadretti, col margine! Non so da dove veniamo, ma da un po’ s_sogno un indirizzo “VIA DEI PASTELLI”, ma non so il civico...
- Lo so io! - esclamò Lola - sogno sempre un numero, 62, penso sia quello!
Bene, ma come ci arriviamo? - Chiese Mina.
- Giorgio deve andare in cartoleria! Posso chiedere a lui - rispose Rino.
- Ok - risposero in coro, per poi salutarsi, dandosi appuntamento il giorno seguente.
6) Finalmente a CASA!
-Ci siete tutti?- chiese Giorgio, finite le lezioni.
- Rino?-
- Eccomi!-
- Mina?-
- Ci sono!
- Bice e Lola?
- Presenti-
- Guglielmo?
- Q_qui!
- Bene possiamo andare, infilatevi nell’astuccio, svelti!-
Giorgio uscì e trovò sua madre ad aspettarlo. Andò a casa e mangiò, dopo si preparò per uscire.
- Ciao mamma, io vado in cartoleria ! - urlò.
- Va bene, ma sta attento quando attraversi!
Il bambino, una volta fuori, fece uscire Rino.
- Dove dobbiamo andare?
- In Via dei Pastelli 62, la cartoleria si chiama Color School.
- Mmm... non è molto lontano, andiamo.
Poco dopo arrivarono al civico 62 dove c’era una normalissima villetta...
- Siete sicuri di non aver sbagliato? Qui non c’è nulla.
- Sì, l’indirizzo è giusto... - rispose Mina perplessa.
Fecero tre volte il giro della casa nella speranza di trovare qualcosa, ma nulla. Poi...
- Ragazzi guardate là! Sembra una porta! - esclamò Rino.
Giorgio la spinse ed entrarono... - Wow!
Davanti a loro si presentò uno spettacolo meraviglioso: bellissimi scaffali in legno erano popolati da centinaia di temperini, matite, forbici che conversavano animatamente.
Sopra un meraviglioso bancone vivevano dei quaderni che cambiavano colore, il tutto illuminato da una luce soffusa che rendeva il luogo magico.
- Rino! Non ci speravamo quasi più.
- Mina!? Mi sei mancata sorellina!
- Bice, vieni dalla zia!
- Lola! Quanto tempo!
- Guglielmo, fratellone!
I cinque andarono ad abbracciare i rispettivi famigliari e tutti i ricordi tornarono: ora erano a casa!
Il piccolo temperino rosso vide Giorgio e pensò che gli sarebbe mancato.
Poi gli venne un’idea.
Parlò con i suoi genitori e i suoi amici, che approvarono, così disse:
- Giorgio, hai spazio per portarci tutti con te?-
- Sì, saltate dentro!-
Così temperini, matite, colle e forbici si buttarono nello zaino.
Il giorno seguente tutti i compagni trovarono un oggetto magico nell’astuccio e... vissero per sempre felici e contenti.
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