EDITORIALE

Le elezioni politiche a Sant’Angelo: crolla la Lega, boom di consensi per Fratelli d’Italia. Cambiano i rapporti di forza nel centrodestra

Il voto di settembre è arrivato al termine di un’estate caldissima a livello politico in città, con forti tensioni interne alla maggioranza comunale


Sul fronte politico, tanto a livello locale quanto a livello nazionale, non è stata un’estate qualsiasi. Vediamo cosa è successo e proviamo a immaginare cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi. Partiamo dalle elezioni politiche dello scorso 25 settembre. A Sant’Angelo l’affluenza ha raggiunto il 66,68 per cento: hanno votato 6.028 elettori. Il dato è in diminuzione se confrontato con le elezioni politiche del 2018, quando l’affluenza si attestò al 75,82 per cento e gli elettori che si recarono alle urne furono 7000.

Vediamo ora i dati 2022 dell’Uninominale della Camera, che poi confronteremo con quelli del 2018. Il centrodestra si conferma la coalizione più forte in città conquistando 3.837 voti pari al 66,24 per cento. Il primo partito è Fratelli d’Italia (2.086 voti, 36,91 per cento) seguito dalla Lega (950 voti, 16,81 per cento) e da Forza Italia (683 voti, 12,08 per cento). La coalizione di centrosinistra si ferma a 960 voti, pari al 16,57 per cento. Il primo partito della coalizione è il Pd, che ottiene 728 voti, il 12,88 per cento. Il terzo polo di Calenda e Renzi, che si presentava per la prima volta, raccoglie il 6,63 per cento, con 384 voti. Infine il Movimento 5 Stelle arriva al 6,59 per cento per un totale di 382 voti.
Al netto del calo dell’affluenza (tra 2018 e 2022 abbiamo perso quasi mille elettori) sono due gli elementi più importanti che possiamo cogliere dopo il 25 settembre. Il primo è che Sant’Angelo resta saldamente una città di centrodestra.
Il secondo, molto più interessante, è che oggi i rapporti di forza all’interno della coalizione di centrodestra sono ampiamente mutati, si può ben dire che abbiamo assistito a un vero terremoto. E questo lo vediamo chiaramente dai dati delle elezioni politiche del 2018, quando il centrodestra complessivamente raccolse 4.060 voti, pari al 59,81 per cento, ma il primo partito era la Lega, con 2.358 voti pari al 35,47 per cento, seguita da Forza Italia (1.267 voti, 19,06 per cento) e molto a distanza da Fratelli d’Italia (346 voti, 5,20 per cento). Tra il 2018 e il 2022 la Lega è passata dal 35,47 per cento al 16,81 per cento, perdendo 1.408 voti. Fratelli d’Italia ha registrato al contrario una crescita impressionante: dal 5,20 al 36,91 per cento, da 346 a 2.086 voti. Scende Forza Italia, che passa dal 19,06 per cento del 2018 (1.267 voti) al 12,08 per cento (683 voti) del 2022.
Il centrosinistra complessivamente tiene in termini percentuali ma resta assai debole a Sant’Angelo.
Crolla il Movimento 5 Stelle, che lascia per strada l’11 per cento, perdendo 812 voti. Se è vero che è sempre bene evitare di confrontare i dati delle elezioni politiche con quelli delle elezioni comunali, è altrettanto evidente che una piccola riflessione va fatta: la Lega, il partito attorno al quale ruota l’amministrazione comunale, è crollata nei consensi: è passata da 2.358 a 950 voti. Brusco calo anche per Forza Italia.

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Fin qui il quadro elettorale che si è delineato con il voto del 25 settembre, arrivato a chiusura di una campagna elettorale balneare e inedita per il Paese (non si era mai votato in settembre per il Parlamento). L’estate a Sant’Angelo tuttavia è stata interessata anche da una forte tensione all’interno della maggioranza che amministra la città. Tensione che non è passata inosservata ai cittadini in quanto lo scontro interno al centrodestra si è consumato sui giornali, sui social network, nei bar e per le strade. In particolare è emerso il malumore del gruppo di Sant’Angelo Nostra, che in consiglio comunale ha due esponenti (Giuseppe Carlin e Rosita Sali) e che alle elezioni amministrative del 2021 si era presentata in coalizione con Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia a sostegno della candidatura del sindaco Villa. Sant’Angelo Nostra ha denunciato pubblicamente di non sentirsi adeguatamente coinvolta nelle decisioni della maggioranza, arrivando a chiedere un vertice con i segretari provinciali di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia e lasciando dunque intendere di voler portare il proprio malumore oltre i confini di Sant’Angelo, insomma di volerne fare un caso politico.
A questo elemento di tensione si somma la vivacissima attività del consigliere comunale Eugenio Carriglio, anch’egli eletto nelle file della maggioranza (poi espulso da Fratelli d’Italia), che oggi da indipendente (ma non ci risulta un formale passaggio in opposizione, dunque vien da dire è ancora nell’alveo del centrodestra) esercita una costante opera di monitoraggio critico sull’operato della giunta non disdegnando denunce su quel che non funziona e duri interventi diretti finalizzati a coinvolgere la cittadinanza sui temi più caldi, dai rifiuti per le strade alla sicurezza, passando per i servizi sociali.
Questa la situazione, descritta unicamente sulla base di quel che è sotto gli occhi di tutti i cittadini. Un quadro fattuale del contesto amministrativo.
Cosa succederà nei prossimi mesi? Non è chiaro. Certamente gli elementi di tensione non mancheranno, perché si avvicinano decisioni importanti come quelle sul Piano di governo del territorio e perché Fratelli d’Italia (di cui Carlin è stato tra i primi attivisti a Sant’Angelo) è in una strana posizione: da un lato conta un assessore (Domenico Beccaria, che fino a pochi mesi fa era però a capo di una lista civica), dall’altro alla luce del boom di consensi fatto registrare alle elezioni del 25 settembre il partito della Meloni può legittimamente chiedere almeno un assessore in più all’interno di un rimpasto di giunta; infine, ultimo dato rilevante, c’è la posizione di Carlin, interno alla maggioranza ma fortemente critico. Speriamo che tutto questo non abbia conseguenze negative sull’azione amministrativa. A rimetterci sarebbero soltanto i santangiolini.
IL PONTE