L’impresa sudamericana di Walter D’Angelo, nuotatore estremo


Il “Delfino” italiano, di stanza a Sant’Angelo, nelle fredde acque del lago San Pablo
di Matteo Fratti


Un contatto telefonico lontano mi coglie impreparato sul finire dell’estate. Rintracciamo all’altro capo “del filo” Walter D’Angelo, nuotatore estremo, appena prima dell’imbarco per lo scalo francese, alla volta dell’Ecuador. Lo avevamo conosciuto prima che la pandemia interrompesse i contatti del mondo reale, lasciando i molti ad “annegare” nella rete. Suo invece, uno degli ultimi veri record mondiali “a galla” in acque libere, per ottanta chilometri nel Po, da Monticelli D’Ongina, in provincia di Piacenza, a Boretto, in provincia di Reggio Emilia, nel settembre del 2019. Tre anni orsono, che D’Angelo, nuotatore che si allena con la squadra master Canottieri Baldesio di Cremona e maestro di salvamento, che abilita tantissimi nuotatori fino ai sessant’anni come bagnini di salvataggio, avrebbe voluto bissare, per superare sé stesso.

Per lui ormai storiche sono state infatti imprese come la traversata della Manica nel 2011, in staffetta con altri componenti del suo Dolphin Team; o nel 2013, per sei volte di fila nello Stretto di Messina, venticinque chilometri in sette ore e mezza; quindi dall’Isola del Giglio alla Maddalena, nel 2015; o lungo il Naviglio, nel 2017, da Turbigo alla Darsena milanese. In un tempo di nove ore e diciotto minuti, fu proprio quella sfida degli ottanta chilometri nel Po, che l’attuale siccità dell’estate appena trascorsa però non gli ha consentito di replicare, per le secche del grande fiume. Ma come spesso accade, un piccolo impedimento può essere foriero di grandi opportunità ed è stata questa situazione, appunto, che gli ha consentito di attivarsi per partecipare, come unico italiano, alla sessantesima edizione della “Traversata del lago San Pablo”, in Ecuador. Una scommessa che lo ha visto aggiungere, al nuoto su lunga distanza, il fattore “quota”, essendo il luogo della gara un lago d’alta montagna, a 2660 metri sul livello del mare, alle pendici del vulcano Imbabura. Non proprio le consuete “quattro bracciate”, se si conta non solo una temperatura dell’acqua intorno ai quindici gradi, ma anche l’aria esterna più fredda e più rarefatta; oltre ai venti che increspano le acque gelide in giornate nuvolose. Ma D’Angelo accoglie un’altra volta la sfida, non casuale, bensì da una conoscenza di vecchia data, di quando in occasione della prima traversata della Manica, che poi gli fu vietata, nello stesso hotel a Folkestone, nel 1997, conobbe il nuotatore Galo Yepez, il primo ecuadoregno che avesse attraversato la Manica a nuoto. Da allora li lega un’amicizia fraterna e il nostro nuotatore estremo, per la terza volta in Ecuador, coglie stavolta l’invito dell’amico a partecipare alla tradizionale competizione nei pressi della cittadina artigiana di Otavalo, unico italiano in una manifestazione internazionale. Dopo un intenso allenamento sul posto e il costante aggiornamento che ci ha coinvolto in attesa dell’evento, D’Angelo, sessant’anni il prossimo 30 dicembre, con circa trecento nuotatori concorrenti, il 10 settembre 2022 si colloca ben in seconda posizione nella sua categoria alla famosa traversata del San Pablo, percorrendo i quasi 3600 metri della gara in solo un’ora e cinque minuti. Per il recordman acquatico, cittadino di Sant’Angelo, è un altro podio conquistato, l’avventura sudamericana solo l’ultima di obiettivi continuamente in divenire, per la prima volta anche al di fuori dell’Europa. Complimenti Walter.