I Mafessoni, da Lograto a Sant’Angelo


Mafessoni Gian Giacomo, uomo di fiducia del Conte Gian Giacomo Morando Bolognini era addetto alla manutenzione del castello di Lograto (Brescia) dello stesso Bolognini.
Il castello di Sant’Angelo Lodigiano nel 1911 subì un devastante incendio che danneggiò parte delle stanze al primo piano. Sempre nel 1911 il Conte diede inizio a lavori di restauro del castello presto interrotti da una disgrazia capitata ai costruttori.
Nel 1912 il Conte decise di riprendere i lavori di restauro e chiamò da Lograto il Mafessoni, che già si occupava della manutenzione del castello di Lograto, per partecipare al restauro del Castello di Sant’Angelo Lodigiano.
Il Mafessoni si trasferì a Sant’Angelo con la sua famiglia, moglie e quattro figli: Angela, Tiziano, Angelo e Antonio. Il Conte alloggiò la famiglia in due o tre stanze degli appartamenti del castello.
Qui il Mafessoni ebbe altri due figli: Paolo e Pietro.
Terminati i lavori di restauro il Bolognini concesse alla famiglia Mafessoni l’abitazione nella dèpendance con ingresso in via Attendolo Bolognini dove rimasero sino alla loro morte.
I loro bambini ricordavano, da adulti, che la Contessa Lidia, moglie del Bolognini, prima di partire da Sant’Angelo per recarsi in altre sue proprietà, lasciava loro dei biscottini da dare al suo cagnolino durante la sua assenza sperando, in cuor suo, che li mangiassero loro, come in effetti avveniva. Era l’unica occasione in cui vedevano dei dolcetti.
Questa storia di famiglia viene oggi rievocata dai nipoti (i figli di Antonio Mafessoni: Maria Luisa, Piera Angela, Giulio, Gian Giacomo, Tiziana, Andrea e Francesco), per ricordare come il loro cognome sia arrivato da Lograto a Sant’Angelo per volontà del Conte Gian Giacomo Bolognini.



ritratto di Mafessoni Gian Giacomo


Mafessoni Gian Giacomo (a sinistra)
durante i lavori di restauro

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