di Beppe Roberti
La cartografia è sicuramente uno strumento interessante per conoscere la storia di un territorio. Proviamo ad usare questo strumento per indagare il ruolo che S. Angelo ha avuto nell’ambito del territorio lodigiano.
Per avere delle indicazioni attendibili e il più possibile corrispondenti all’estensione del territorio dobbiamo avvalerci delle cartografie del XIV/XVI sec. Questo fu il periodo che vide uno sviluppo sistematico delle rappresentazioni del territorio, incentivato anche dall’esigenza dei nobili, a fini fiscali, di mappare e delimitare con precisione il proprio territorio e quindi la proprietà .
Anche il territorio lodigiano si vede coinvolto in questa operazione; vediamo di fare un viaggio fra alcune delle mappe che siamo riusciti a individuare.
Come prima rappresentazione cartografica segnaliamo quella che decora la volta della “Galleria delle Carte geografiche “nei palazzi Vaticani (1580/1585), dove il borgo di S. Angelo è rappresentato da un gruppo di case ai piedi di una grande costruzione e da un portale d’ingresso. (immagine 1)
A questa prima mappatura segue la “Carte militaire du mojen age” , sempre della metà XVI sec., il borgo è semplicemente indicato con una chiesa. (immagine 2)
Sicuramente più interessante una mappa del 1632 nella quale vengono riportate le località lombarde e piemontesi dove sorgono conventi dei frati Cappuccini. Il borgo di S. Angelo viene rappresentato come un borgo murato con in primo piano una “porta” d’ingresso e in secondo piano dei campanili. Nel nostro caso un complesso monastico sorgeva sull’area dell’attuale cimitero. (immagine 3)
Della metà del XVI sec., una carta militare del “Principato di Pavia” (1654) mostra il borgo di S. Angelo, solo il centro è rappresentato con una grafica dettagliata. Vediamo come: la prospettiva nord/sud mette in primo piano il ponte sul fiume Lambro con la via principale della borgata alla cui sinistra si staglia la sagoma del campanile parrocchiale. Da notare la copertura a cuspide della cella campanaria, sulla destra la torre merlata del castello anche qui rappresentata senza copertura il tutto racchiuso da una compatta cinta muraria intervallata da torri che conferiscono all’abitato un aspetto di borgo fortificato. (immagine 4)
Nei primi decenni del secolo XVIII, con l’evoluzione e il perfezionamento dei metodi e tecniche di rilevamento si hanno carte del territorio dettagliate e assai attinenti alla realtà. All’inizio del Settecento il governo austriaco di Carlo V promuove una campagna di mappatura, a fini fiscali, di tutte le proprietà terriere e immobiliari presenti sul territorio Lombardo-Veneto.
Con la stesura tra il 1749-1760 delle mappe del “Catasto Teresiano” il “Territorio di S. Angelo Vescovado di mezzo contado di Lodi” è rappresentato in 41 tavole tre delle quali inquadrano l’area urbanizzata del borgo. È opportuno soffermarci velocemente su queste tre tavole dell’abitato dove si nota al centro il quadrilatero che costituiva il “borgo fortificato” e i tre borghi esterni a suo coronamento: S. Rocco, S. Martino, S. Maria. (immagine 5)
Questo quadrilatero ha due punti chiave, a nord il “Ponte” sul Lambro e a sud la “Porta”; su questi due punti convergono a raggiera tutte le strade di collegamento a importanti centri: a sud Pavia, Corteolona, S. Colombano, mentre a nord Lodi, Milano, Landriano. Questa configurazione rimane inalterata sino ai primi anni del Novecento come indicato in una carta stradale del Touring Club Italiano 1908 dove viene evidenziato il tracciato della SS.235 che attraversava tutto il centro abitato. (immagine 6)
Solo dopo la prima guerra mondiale in seguito al fenomeno dell’urbanizzazione dovuto alla presenza di complessi manifatturieri come il “Linificio”, la fabbrica “SAMADOVAL” e quella delle macchine agricole “Morzenti” il borgo di S. Angelo assume le caratteristiche di centro economico con conseguente ampliamento dell’abitato e della mobilità interna. Da qui l’esigenza di migliorare la rete stradale con la costruzione, negli anni ’30, della circonvallazione. Questo impianto viario condiziona lo sviluppo urbanistico dell’abitato sino agli anni ’70 quando, con i nuovi piani regolatori l’espansione si appropria dei terreni al di là della circonvallazione dando vita alla “nuova S. Angelo” che noi tutti oggi conosciamo.