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Serve una Società storica per salvare e tramandare il patrimonio di Sant’Angelo
Carissimo direttore,
secondo me esiste la santangiolinità, insieme di tratti caratteristici degli abitanti di Sant’Angelo Lodigiano, figlia di un millennio di storia sedimentatasi giorno dopo giorno, anno dopo anno, secolo dopo secolo, e che ora, visto l’attuale mondo veloce, liquido, dimentico del passato, rischia di dissolversi.
Sant’Angelo è una realtà totale, racchiude un mondo tutto suo, fatto di cultura, tradizione, voglia di fare, di lavorare, con un dialetto unico in tutto il Lodigiano (di più: in tutta la Lombardia), un vero idioma.
Non molto tempo fa, per i giovani, «Sant’Angel e po pu» non era un semplice motto, ma uno stile, una ragione di vita, perché sembrava inutile andare a cercare altrove situazioni che erano semplicemente presenti nella piccola patria santangiolina, sufficiente a se stessa: l’unica ragione di varcarne i confini era l’ambulantato, arte nobile che trae origini sin dal Cinquecento quando i santangiolini commerciavano con le due repubbliche marinare di Genova e Venezia.
A Sant’Angelo esiste una storia alta, visibile e conoscibile attraverso lapidi di marmo, statue, piedistalli; ma esiste soprattutto una storia vera, quella del popolo: di quest’ultima dobbiamo avere il coraggio di studiarne, tutelarne, trasmetterne la particolarità, la santangiolinità, appunto
Esiste un’istituzione preposta a ciò?
La risposa è semplice: non esiste. Esistono iniziative lodevoli ma sporadiche, slegate. Nel campo della ricerca, della tutela e della trasmissibilità storica quella che è una forza tutta santangiolina (l’individualismo) rischia di essere un problema. Diversamente da realtà simili alla nostra (per fare un esempio a noi vicino: la città di Lodi), a Sant’Angelo non esiste una società, un’accademia di studi storici e di tutela del vernacolo. Se escludiamo l’opera di Giacomo Bascapé dal titolo Una borgata storica – Sant’Angelo Lodigiano, del 1981, non c’è un volume storico organico: ci sono pubblicazioni edite dall’Associazione Società della Porta – Il Ponte, articoli su questo periodico di diversi amanti della storia (Antonio Saletta in primis), commenti pubblicati sulla piazza virtuale di Facebook, alcuni di alto profilo. Non esiste un’istituzione apolitica che abbia come finalità quella di promuovere la conoscenza della storia civile, religiosa, artistica, scientifica e culturale della borgata per creare una memoria collettiva, per puntellare l’identità e il senso di appartenenza dei santangiolini.
Urge muoversi: la mia proposta è quella di dar vita a un’associazione culturale con la finalità di promuovere la storia e la cultura santangioline, per valorizzare e trasmettere la santangiolinità attraverso ricerche, indagini documental-archivistiche da pubblicare in un quaderno annuale da diffondere attraverso l’organizzazione di periodici convegni. Ricerche, indagini coordinate da un comitato scientifico ed eseguite dai soci in modo rigoroso, scientifico. Un’associazione con una testa (il comitato scientifico), due braccia (l’area storica e quella dialettale), un corpo (i soci sostenitori) e un pubblico (i santangiolini).
Questa è la proposta di cui mi faccio promotore, caro direttore, e che spero possa trovare in prima fila gli amici de Il Ponte. Per le adesioni lascio la mia mail (maestri.emanuele@gmail.com); una volta raggiunto un numero congruo di appassionati di storia santangiolina, sarà possibile creare il comitato promotore per dar vita alla Società degli studi storici e del dialetto santangiolini (questo il nome), con la stesura del manifesto, dello statuto e per dar corso all’iter amministrativo per il riconoscimento giuridico.
Emanuele Maestri
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Riceviamo e pubblichiamo
Spettabile redazione de Il Ponte,
pensando di “fare” cosa gradita mi permetto di allegare alcuni articoli contenenti notizie che potrebbero interessare ai Vostri lettori non pubblicate nelle edizioni precedenti del Il Ponte aventi per oggetto l’assessorato dello Sport ed Eventi.
Vorrei inoltre ricordare altre notizie rimaste “sottotraccia” nel Vostro “magazine” quali:
- la piscina esterna nonostante la crisi economica dovuta al caro bollette è rimasta aperta e perfettamente funzionante quest’estate e quest’anno si è avuto un incremento di presenze, in particolare famiglie con bimbi piccoli, dimostrando l’attitudine dell’impianto notatorio ideale per giovani nuotatori e genitori; peraltro si è avuto un incremento di non residenti, dimostrando che all’esterno del paese la piscina di Sant’Angelo attira persone perchè piace.
Quest’anno è stato organizzato il primo torneo di beach volley e le telecamere notturne hanno permesso di individuare i trasgressori che sono stati tutti denunciati. A novembre 2022 grazie ad un Bando di Regione Lombardia si potrà installare pannelli solari e coprire con teli termici le vasche interne della piscina così da poter far fronte al caro bollette; si prevede, infatti, un risparmio energetico del 40 %.
-Lo stadio Carlo Chiesa è in fase di ristrutturazione e ammodernamento, l’impianto idrico è stato rifatto e sono state installate luci a led, i servizi igienici per il pubblico sono in fase di realizzazione e ultimazione; a breve (entro gennaio 2023) si aprirà il settore degli ospiti con 112 posti, e prima dell’inizio della nuova stagione sportiva i tifosi locali potranno avere una zona a loro dedicata dietro alla porta sita nel lato dell’ingresso (112 posti). Lo Stadio – che ricordiamo è un bene comunale - in tal modo dopo oltre 30 anni di mancanza di cura sarà riqualificato ed ammodernato e sarà in grado di contenere almeno 1.074 persone.
- è stato installato l’ascensore alla scuola elementare Morzenti, altra opera che dimostra come l’Amministrazione guidata da Maurizo Villa tenga alla scuola ed alla sicurezza dei ragazzi; ricordiamo, infatti, che nella prima legislatura Villa alla scuola Morzenti è stato sanificato il sottotetto non vi erano negli annali della scuola dati per individuare la precedente sanificazione.
-Ed ancora il Sindaco Villa ha ottenuto dalla Provincia i fondi provenienti da Regione per la realizzazione della “ponticella” che collega Sant’Angelo a Vidardo, nonché la garanzia dell’apposizione dei “guardrail” adiacente alla pista ciclabile della Ranera con l’installazione di dissuasori sulle curve che portano all’ingresso della frazione Ranera. In tal modo si concluderebbe quella messa in sicurezza delle piste ciclabili e pedonali realizzate nella precedente legislatura.
-Attraverso l’interlocuzione con l’assessore di Regione Lombardia, Pietro Foroni, con inizio 2024 si realizzerà la pista ciclabile che collegherà in piena sicurezza Sant’Angelo Lodigiano a Graffignana e Vidardo, opera da euro 2.000.000 che permetteranno di rendere ancora più green i percorsi del Lodigiano.
Distinti saluti.
Carlo Speziani
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Via Cazzulani dissestata
Spettabile Redazione,
non sono di Sant’Angelo ma da più di 10 anni lo frequento con regolarità per motivi personali e un po’ mi sento santangiolino.
Mi permetto allora di esprimere tramite le vostre pagine un pensiero che da qualche tempo mi passa per la mente ogni volta che vengo nel vostro paese.
Normalmente arrivo a Sant’Angelo dall’ingresso di via Cazzulani, quello della cascina Musella per intenderci, e tutte le volte mi chiedo come sia possibile che quel tratto di strada, specie in prossimità del centro abitato, sia costantemente dissestato.
Per quale motivo non si asfalta come si deve una delle vie di accesso al paese?
E come è possibile che i santangiolini, da cittadini orgogliosi quali sono, accettino rassegnati una bruttura che dura da anni?
Un pavese santangiolino d’adozione
Lettera firmata
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L’orologio del campanile
Alla spettabile Redazione de Il Ponte.
In mezzo alle tante cose che la maggioranza che amministra Sant’Angelo non sembra vedere (sporcizia di cani e piccioni, abbandono di rifiuti, pavimentazioni stradali malandate, sosta selvaggia, bande di giovanissimi che danneggiano cose pubbliche e chi più ne ha più ne metta), ce n’è una che sembra piccola, ma è importante. Forse molti non sono più abituati ad alzare lo sguardo verso l’alto, ma, se lo facessero, si accorgerebbero che da lunghissimo tempo, quando fa buio, l’orologio del campanile non è più visibile. Le lampade che illuminano i quattro quadranti sono spente da mesi e mesi.
Di sera e di notte l’orologio illuminato del campanile è un riferimento, è soprattutto un simbolo, incastonato in un altro simbolo: la torre campanaria, l’intero campanile.
Il campanile è parte integrante del complesso della basilica, ma svolge anche una funzione di torre civica e, in questo contesto, la cura e la manutenzione dell’orologio sono di stretta competenza del Comune. E allora, perché l’orologio è spento da così tanto tempo? O dobbiamo pensare che, visti i tanti altri aspetti del degrado cittadino, si è spenta anche la maggioranza che amministra Sant’Angelo?
Lettera firmata.