Sant’Angelo, su la testa!
L’estate ci ha lasciati letteralmente sbigottiti. Mai avevamo assistito a un numero così elevato in un tempo così ravvicinato di episodi di violenza e criminalità. I due casi più eclatanti, ingigantiti dai video e dai social network, sono stati la rissa in stile banlieue alle Gescal e il pestaggio con tanto di sparatoria (a salve, si dirà, ma poco cambia nell’impatto sull’opinione pubblica) di via Tonolli.
Quanti fino a poco tempo fa proclamavano che va tutto bene e che la nostra città è in linea con le statistiche degli episodi criminosi devono ricredersi. Non va tutto bene, al contrario la spirale di violenza è evidente. E con essa crescono i timori delle persone perbene. Cosa fare? Proviamo a condividere qualche idea.
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È chiaro che la repressione messa in atto dalle forze dell’ordine (che non possiamo che ringraziare) non è sufficiente. Serve maggior controllo del territorio e l’attuale stazione dei carabinieri, ancora ferma a numeri da paese e con un territorio di competenza ben più vasto di Sant’Angelo, non è sufficiente.
Degrado richiama degrado. Lo abbiamo scritto mille volte. Dunque il nuovo sindaco si impegni fortemente per garantire maggior decoro e nessuna zona d’ombra. Anche le semplici discariche a cielo aperto che si trovano ogni giorno in alcune zone - i santangiolini sono furibondi e davvero stufi! - sono un segnale di lassismo e di trascuratezza di cui si nutre la criminalità perché se tutti se ne fregano della cosa pubblica e si abbassa il livello dell’attenzione sociale sarà più facile agire per fini illeciti. A proposito di controllo del territorio: il prefetto di Lodi dopo i fatti di via Tonolli ha dichiarato che non possono esserci zone d’ombra, vogliamo intendere queste parole come l’impegno a un maggior controllo del territorio, con più uomini e che non si limiti ai pochi giorni successivi agli eventi criminosi che fanno notizia.
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Siamo arrivati a un punto di non ritorno e si nota in città una stanchezza, nel segno del… andrà sempre peggio. Invece, e lo diciamo con forza, i santangiolini devono rialzare la testa e riappropriarsi del territorio e della vita sociale e civile. Sembrerà poca cosa, ma le tombolate e le “anguriate” organizzate da associazioni private e semplici cittadini al Pilota quest’estate hanno avuto l’effetto di rendere vitale una zona della città e soprattutto servono ad allontanare chi vuole rubare, chi vuole spacciare, chi vuole delinquere. Avanti così, moltiplichiamo le iniziative di quartiere.
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Ultimo aspetto. Gli episodi più eclatanti dell’estate appena trascorsa hanno avuto come protagonisti cittadini stranieri. Ma la criminalità non parla solo straniero. Inutile far finta di nulla. Inutile fingere di non sapere che l’attività dello spaccio di droga è fiorente e coinvolge anche italiani. Certo è che, in una città nella quale ormai il 20 per cento dei residenti arriva da paesi esteri, il tema dell’integrazione diventa cruciale. La strada da fare è tantissima. Siamo indietro anni luce. Ed è arrivato il momento che anche le comunità straniere che sono state accolte a Sant’Angelo si attivino con maggior energia per restituire quanto ricevuto: il cammino dell’integrazione non può essere avviato solo dalla comunità ospitante, anche la comunità ricevente deve assumersene la responsabilità. Le scene da guerriglia urbana che hanno caratterizzato l’estate e spaventato molti santangiolini sono il modo migliore per allargare la falla tra santangiolini e stranieri e alzare nella società il livello dell’intolleranza.