Il Mulsa (Museo Lombardo di Storia dell’Agricoltura) ospitato negli spazi del Castello Bolognini, da circa tre anni, con cadenza mensile, pubblica un piccolo, interessante, informatore on line intitolato “Spazio Mulsa” (ultimo numero a cura di Anna Sandrucci e Osvaldo Failla). In esso si affrontano temi legati agli allestimenti museali, alla storia e alla pratica dell’agricoltura, si trovano notizie sui convegni di storia agraria realizzati presso il castello Bolognini a Sant’Angelo Lodigiano, ma, essendo il museo un’emanazione della Facoltà di Agraria dell’Università di Milano, si trovano notizie anche in merito alle attività divulgative di quest’ultima. Una piccola rivista insomma che potrebbe risvegliare la curiosità di quanti amano il mondo agricolo e la campagna. La pubblicazione è accessibile a tutti ed è gratuita. Basta entrare nel sito www.mulsa.it ed iscriversi alla newsletter.
L’occasione per parlarne deriva da un articolo dell’ultimo numero che ha puntato i riflettori proprio su Sant’Angelo Lodigiano. Si parla del ponte canale della roggia Bolognina con due fotografie rappresentative del manufatto. Il ponte canale sul Lambro Meridionale è poco conosciuto dagli stessi santangiolini. Su di esso scorre un canale artificiale che riesce così a superare il fiume. Esso è costruito con arcate in mattoni, si integra bene nel paesaggio ed è visibile dalla tangenziale in direzione Pavia.
L’ultimo numero della rivista inoltre, dopo aver approfondito il tema della vita delle donne nella preistoria, lancia anche il convegno del 14 ottobre 2023, presso il castello Bolognini, dedicato all’agronomo sovietico “Nicolaj Vavilov, la storia e l’eredità”, morto in carcere in Unione Sovietica. Il convegno si estende sull’intera giornata e comprende interventi di numerosi docenti dell’Università degli Studi di Milano e di altre università e centri studi ed è accessibile a tutti gli interessati. Al termine dei lavori, inaugurazione di una nuova sezione museale dedicata alla “domesticazione delle piante” con la presentazione dei curatori del museo, i professori Osvaldo Failla e Tommaso Maggiore.