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EDITORIALE

L’identikit del candidato sindaco

Il titolo è forse un po’ ambizioso. In realtà più che redigere un vero e proprio identikit (sul quale comunque torneremo nel corso dell’articolo), vorremmo provare a fornire qualche spunto di riflessione e perché no introdurre qualche stimolo in un dibattito che al momento è sembrato orientato soprattutto alla scelta delle persone e meno all’idea della Sant’Angelo del futuro. Ma obiettivamente è ancora presto e nei mesi che ci separano dal voto della primavera ci sarà modo di ragionare ampiamente sui programmi elettorali.
Iniziamo però col dire che la Sant’Angelo di oggi appare una cittadina con tante energie inespresse e che mostra alcuni evidenti segni di stanchezza. Il quadro politico ci preoccupa, perché i mesi che ci hanno portato al commissariamento sono stati difficili e non hanno offerto un bello spettacolo a un elettorato che già in occasione delle ultime elezioni amministrative aveva deciso di disertare in massa le urne, tanto che l’affluenza era scesa al minimo storico, al 50 per cento. Non solo, ma in occasione dell’ultima tornata delle amministrative i candidati sindaci erano stati solo due e ad ognuno di essi era collegata come prevede la legge una sola lista: in sintesi la partita dal punto di vista dell’elettorato attivo si era giocata tra un numero ristrettissimo di persone. Se a questo aggiungiamo che, forse anche complice il Covid, praticamente la campagna elettorale era stata ridotta al lumicino si capisce bene come la strada da fare sia tanta.
Dalla prossima campagna elettorale e dai candidati che si presenteranno ci si aspetta che sappiano nuovamente far appassionare la città alla vita pubblica, alla gestione del bene comune. Ci aspettiamo che siano in grado di porre al centro della loro agenda politica temi concreti e che riguardano la vita di tutti i cittadini.
Proviamo a indicarne quattro.
Il primo tema è quello del ruolo di Sant’Angelo nel contesto della provincia e dei servizi al cittadino. Nel corso degli anni il quadro ci appare peggiorato. Pensiamo semplicemente all’aspetto sanitario, al tema dei pediatri, ai servizi per l’infanzia e al sostegno delle famiglie nelle quali i genitori lavorano. Se sono così tanti i giovani santangiolini che scelgono di andare ad abitare e mettere su famiglia a Vidardo, Marudo, Valera, Graffignana non può essere unicamente una ragione legata al costo del mattone. E se così tante famiglie santangioline se ne vanno altrove si crea un vuoto preoccupante.
Il secondo tema è quello dell’integrazione. Piaccia o meno si tratta di un fenomeno con il quale dovremo confrontarci perché oggi il numero di stranieri residenti è elevato in rapporto alla popolazione totale e dunque non è più possibile far finta di niente. Basta guardare nelle nostre scuole per accorgersi della composizione delle classi. Mettere la testa sotto la sabbia significa fare una scelta perdente in partenza. Partiamo dunque da quanti si vogliono integrare seriamente, lavoriamo sulle nuove generazioni, cerchiamo di valorizzare le energie positive, siamo esigenti, nel senso che alla base dell’integrazione deve esserci il rispetto delle regole comuni. I candidati sindaci non rifuggano dal tema ma indichino quali sono le loro idee. Nessuno ha la bacchetta magica, ma di certo la scelta di non affrontare il tema nel corso dei decenni ha creato problemi evidenti.
Sant’Angelo, in linea con molti altri centri delle sue stesse dimensioni, sta registrando un progressivo invecchiamento della popolazione. Se da un lato questo tema diventerà sempre più importante nella gestione del bene comune, dall’altro ci impone una riflessione attenta sulla fascia giovane, che dobbiamo coltivare e in qualche modo proteggere. I segnali di disagio purtroppo non mancano e sovente sono approdati anche alle cronache. Al netto dei casi particolari, è opportuno però lavorare nell’ottica di uno sforzo comune, che metta in rete più agenzie educative, a partire dalle scuole per arrivare agli oratori e al mondo dello sport. Quanto sarebbe bello se i candidati sindaco si impegnassero, ad esempio, a inserire nei loro programmi il sostegno concreto a progetti come il doposcuola delle Acli.
Ultimo tema, fra i tantissimi che potrebbero essere affrontati, è quello della sicurezza, che rappresenta obiettivamente un problema. Siamo ormai oltre la questione della sicurezza percepita, perché i tanti episodi che si sono registrati negli ultimi anni consigliano di trattare il fenomeno con prudenza e fermezza. Prudenza perché è argomento delicatissimo e la demagogia non risolve i problemi e anzi crea danni. Fermezza perché il nuovo sindaco dovrà farsene carico e pretendere dai livelli di governo superiori quantomeno un rafforzamento della locale stazione dei carabinieri.

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Il voto amministrativo della prossima primavera rappresenta una grande occasione di rilancio per la nostra città. Ma è necessario che nuove energie si avvicino alla vita pubblica perché non possiamo permetterci di tenerle ai margini. E tornando all’identikit del candidato, proviamo a formulare qualche idea.
Chi aspira a guidare il nostro Comune e la nostra città abbia l’ambizione di dare vita a una nuova socialità. Sant’Angelo ha assoluto bisogno di portare fuori e liberare le tante energie sopite, di aggregare, lavorare insieme, mettere a fattor comune le idee. Non è un caso che negli ultimi mesi incontri pubblici, presentazione di mostre ed eventi vari abbiano riscosso grande interesse. Avanti così!
E ancora, chi chiederà la fiducia dei santangiolini faccia uno sforzo in più. Provi a delineare qual è il suo modello di città, perché a un sindaco è chiesto di mantenere il decoro urbano e di sistemare le strade, ma anche di tracciare il futuro di una comunità. Per farlo però occorre avere le idee chiare su cosa è oggi Sant’Angelo e su dove vuole arrivare.
Più che mai oggi, ai candidati e al futuro sindaco è chiesto di entrare in sintonia con la città e la sua comunità, di rapportarsi con umiltà e capacità di ascolto, senza divisioni. In un contesto sociale assai difficile, il futuro sindaco sarà chiamato davvero a essere il sindaco di tutti, a rappresentare l’intera Sant’Angelo, andando oltre agli steccati ideologici. In passato non sempre è avvenuto.
Chi approderà a palazzo Delmati sarà chiamato a fare scelte e non potrà accontentare tutti. Ma è importante che sappia motivare le sue decisioni, entrando in relazione con la città e i suoi portatori di interesse, le associazioni, il mondo del volontariato, le parrocchie, che rappresentano una risorsa da valorizzare, credendoci seriamente. Senza un vero e serio lavoro di squadra sarà difficile rialzarsi. Ma le energie ci sono, è importante alimentarle.
Senza demagogia, senza estremismi, ma con visione e pragmatismo.



Rissa in via Tonolli