E così, un passo alla volta, siamo arrivati al diciassettesimo appuntamento (dopo i sei della prima serie ed i sei della seconda) della rubrica “’NDUÌNA ’ME SE DIS E TRÖVA LA SCUMÀGNA!” dedicata al nostro dialetto. Anche questa volta i lettori che hanno partecipato sono numerosi (32 nominativi in totale), a conferma dell’interesse per la nostra parlata e della curiosità per le “scumàgne” e per la loro origine. Qui di seguito trovate la soluzione della puntata di settembre 2023.
La “scumàgna”, formata dalle iniziali delle parole dialettali, è CANDALÒCA.
Il titolare del soprannome santangiolino si chiamava Rozza Giuseppe, di mestiere faceva il panettiere (el prestinè) e teneva bottega a Sant’Angelo Lodigiano in via Mazzini, più o meno all’altezza (ma sul lato opposto della via) dell’innesto di via Mascagni. La “scumàgna” gli venne affibbiata perchè, al posto di altre più volgari imprecazioni e quando il caso lo richiedeva, era solito esclamare “candalòca!”, come si direbbe oggi ”accidenti!” o ”perbacco!”. Ci raccontano le nipoti che il nonno Giuseppe aveva il vezzo di imprecare in quel modo fin da giovanissimo quando, ancora ragazzo, giocava con gli amici o andava a fare il bagno d’estate nel Lambro. E dunque, impreca un giorno e impreca l’altro, ”candalòca adès e candalòca sadès” gli è stata affibbiata la “scumàgna” che ha contraddistinto lui per tutta la vita ed ancor oggi è collegata alla sua famiglia ed ai suoi discendenti.
Ci fa molto piacere il fatto che questa “scumàgna” ci sia stata segnalata da Daniela Rozza e Ornella Pievani, delle quali Giuseppe Rozza era rispettivamente nonno e suocero. Il Ponte ringrazia Daniela e Ornella per aver risposto concretamente alla nostra PROPOSTA-INVITO, alla quale, ci auguriamo, vorranno aderire altri santangiolini discendenti di titolari di “scumàgne”.
Questa volta solo 15 lettori hanno azzeccato la giusta traduzione dei vocaboli e individuato correttamente la “scumàgna”: Augelli (Tano) Gaetano, Bagnaschi Monica, Bertolotti Liliana, Boari Giovanna, Boari Manuele, Borromeo Giovanna, Cagnoni Rosanna, Cella Paola, Lavaselli Toscani Pinuccia, Oppizzi Lucia, Rusconi Giuseppe, Saletta Bassano e Gherardo, Toscani Ermelinda, Vitaloni Rosangela.
Sono inoltre considerate accettabili le ulteriori 6 risposte di Bertolazzi Bignami Mariagrazia, Cambielli Tanina, Devecchi Mario, Gelosi Francesca, Medaglia Tino, Vitaloni Pierluigi che hanno tradotto ”SEBBENE, QUANTUNQUE” con ”Ànca” o ”Ànca se”.
Hanno partecipato al gioco e indovinato la “scumàgna”, ma hanno sbagliato tutti la traduzione della parola “SEBBENE, QUANTUNQUE”: Aspirandi Vittoria e Agostino, Bontempi Carla, Cavallini Luigi, Mascheroni Luigi e Patrizia, Pernigoni Patrizia, Scarioni Pietro, Trabucchi Giuseppe, Vecchio Rossella.
Invece Ferrari Sergio ha indovinato la “scumàgna”, ma non ha fornito la traduzione delle parole.
LA NUOVA SERIE
Proseguiamo dunque con la pubblicazione della nuova terza serie della rubrica sul nostro dialetto, convinti che la “scumàgna” è una patente di santangiolinità e chi la porta può ben esserne orgoglioso.
Ricordiamo che il gioco si fonda sulla dimostrazione di conoscenza delle parole dialettali più che sull’individuazione della “scumàgna”.
PROPOSTA/INVITO
I lettori del PONTE che sono titolari o sono discendenti di un parente che ha una “scumàgna” possono segnalarcela, indicando i motivi per cui la “scumàgna” gli è stata attribuita. Le vostre “scumagne” potranno essere utilizzate in questa rubrica sui prossimi numeri del PONTE per essere indovinate dai lettori.
La segnalazione della “scumàgna” dovrà essere accompagnata dall’indirizzo e dal numero di telefono del segnalatore ed inviata o consegnata ad uno dei recapiti più sotto indicati.
Cari lettori, potrete trasmettere le soluzioni all’indirizzo e-mail: info@ilpontenotizie.it, oppure consegnarle, su scritto cartaceo, presso la Libreria Vittoria - Via C. Battisti, 8 - Sant’Angelo Lodigiano.